La voce dei lettori
Monsanto vs Schmeiser, nervi scoperti
L'argomento è delicato e merita un approfondimento. E' indubbio che la sentenza canadese ha aperto nuovi scenari
21 febbraio 2009 | T N
Gentile redazione,
visto che mi mandate una newsletter senza alcuna richiesta da parte mia, mi prendo la briga di scrivervi dopo aver letto l'intervento su OGM e la causa Schmeiser vs Monsanto.
Mi sorprende NON leggere nell'intervento di Alberto Grimelli alcun riferimento all'accordo del Marzo 2009, in cui Monsanto ha accettato di pagare tutti i costi di rimozione della colza dal campo di Schmeiser. Inoltre, Monsanto potrà essere citato ancora in giudizio in casi futuri di contaminazione delle proprie sementi, il che offre un interessante terreno legale per tutte quelle aziende che subiranno lo stesso problema in futuro. Come mai non se ne parla?
Cordialmente,
Stefania P. Clegg
Gentile Signora Clegg,
la nostra newsletter d'informazione è gratutita e rimuoversi è semplicissimo.
La sua lettera piccata è però stimolante e mi permette di approfondire ancor più l'argomento. Sono naturalmente a conoscenza dell'accordo extragiudiziale del marzo 2008 tra Schmeiser e la Monsanto e so che la multinazionale ha concluso già diversi di questi accordi. Nulla di nuovo quindi.
So anche che il Sig. Schmeiser non è propriamente un santo, cosa che si evince bene dai dispositivi delle sentenze, che mi sono preso la briga di leggere. So che Percy Schmeiser, secondo i giudici, non ha mai spiegato perché ha spruzzato erbicida per isolare le piante ogm trovate sul suo campo, perché ha coltivato e raccolto le piante, salvato e isolato i semi, perché li ha piantati successivamente.
So però anche che la sofferta sentenza ha creato un precedente che pone le aziende agricole in uno stato di inferiorità rispetto a Monsanto perchè la multinazionale può citare in giudizio, e vincere, contro chiunque riutilizzi sementi, anche contaminate accidentalmente, in cui sia riscontrata la presenza della canola ogm. Viceversa però la stessa Monsanto ha sempre rifiutato di risarcire gli agricoltori che abbiano visto i loro campi contaminati da ogm, creando magari loro un danno. Riportare allo status quo, ovvero bonificare, i campi contaminati rappresenta una condizione preliminare necessaria, se vogliamo propedeutica, alla quantificazione dell'eventuale danno (deprezzamento del raccolto, invendibilità come biologico...).
Per questo il giudizio complessivo sulla vicenda non può cambiare. Non è una questione personale, nè considero il Sig. Schmeiser un illuminato o un modello, solo chiedo una seria riflessione, a proprosito di ogm, non solo sull'impatto ambientale e salutistico ma anche su quello economico, ovvero sui diritti e doveri dei diversi soggetti coinvolti che dovrebbero essere messi sullo stesso piano.
Non sono preconcettualmente contrario agli ogm ma se queste nuove colture devono coesistere con quelle tradizionali allora devono essere previsti anche gli strumenti giuridici che permettano a tutti di esercitare la propria libertà imprenditoriale, che non può essere tale se si rischia, oltre al danno (contaminazione) anche la beffa (risarcimento delle royality).
Cordiali saluti
Alberto Grimelli
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