La voce dei lettori

Intorno ad alcune dichiarazioni del ministro Zaia

La precedenza agli autoctoni nell'assegnazione di alloggi popolari è un atto di giustizia

24 settembre 2008 | T N

Il ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia ha spiegato che la precedenza
accordata ai residenti in Veneto da oltre 15 anni nelle graduatorie per
i servizi pubblici, prevista dalla proposta di legge presentata in
Regione dalla Lega, è un atto di giustizia.

Infatti la proposta della Lega di dare la precedenza per l'assegnazione di case popolari, asili nido e buoni scuola ai residenti da 15 anni, ha trovato in Zaia un convinto assertore e non si preoccupa della freddezza con cui è stata
accolta dagli alleati.

Per il ministro Zaia esiste la necessità di dare una precedenza ai veneti nel sostegno sociale perché nei territori vengono per primi i cittadini locali e -afferma Zaia- "lo dice chi a Treviso si è occupato per anni dell'integrazione degli immigrati: in città avevo dato vita allo sportello per gli stranieri che aveva oltre 13mila utenti l'anno. Dobbiamo fare dell'integrazione vera, non della demagogia".

Sempre secondo il Ministro agricolo "la gente è stanca, fatica ad arrivare a fine mese, se si sente tradita da chi amministra, finirà con il riprendersi il potere". Oltretutto, a suo parere "il nucleo fondante di una società è la famiglia e va difesa con tutti i mezzi leciti".

Zaia afferma l'esistenza dei un reale problema dei servizi sociali bloccati dalla presenza degli stranieri. E, per risolverlo, confessa che "rispolvererei anche una mia vecchia proposta, quella di istituire per le liste di collocamento tre graduatorie: indigeni, oriundi e stranieri. Poi cercherei anche di distinguere tra
immigrato ed immigrato: quanti vengono in Italia perché grazie alle parabole vedono i nostri reality tv e pensano che qui sia tutto un paradiso? Ci sono invece immigrati che lavorano duro, si affittano una casa o magari la comprano. Vorrei che chi si riempie la bocca di solidarietà facesse anche queste considerazioni".

Pugno fermo anche sulle moschee che si stanno costruendo in tutta Italia, anche se afferma che "prima di affrontare un ragionamento sull'opportunità o
meno di costruire una moschea, se ne devano fare altri. Il primo è il rispetto delle regole. Quello che mi infastidisce è la spettacolarizzazione, quelle moschee itineranti dove si vedono 10-15 persone che pregano. E gli altri? Non vorrei che dietro a questa richiesta ci fossero altri fini, temo che il dialogo stia andando verso il fallimento. Ho visto da parte di alcuni immigrati una posizione molto rigida".

Oltretutto sembra di essere arrivati ad un muro contro muro, tanto che Zaia afferma di aver "sentito dichiarazioni molto forti, ho visto in televisione interviste con persone molto esagitate.
C'è chi ha dialogato in tema di moschee in modo civile, oggi mi sembra che ci siano agitatori. Non è più solo un fatto di preghiera".
Sì, ha ragione Ministro Zaia. Anch'io la penso così.

Mario Pulimanti
Lido di Ostia -Roma

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