La voce dei lettori
Il complesso e fascinoso mondo delle olive da tavola in Italia
La risposta dell'esperto Mario De Angelis al lettore Domenico Maiello
19 aprile 2008 | T N
Rispondo alla nota del Sig. Domenico Maiello che ho letto il 12 c.m. sul problema delle olive da tavola in Italia: link esterno
L'Italia, secondo produttore mondiale di olive, è uno dei paesi importatori di olive da tavola, tanto che si importano, annualmente, circa q 700.000 di olive verdi (da Spagna e Grecia) e q 200.000 di olive nere (da Grecia, Marocco, Tunisia). Eppure nel nostro Paese abbiamo produzioni di buoni quantitativi di olive di numerose (anzi troppe) varietà idonee ad essere trasformate come olive da tavola.
Non elenco tutte varietà , ma limitandomi alla sola Campania, posso riferire al Sig. Domenico, che negli anni: 1976, 1977 e 1978, feci una indagine sulla olivicoltura della sua regione per conoscere eventuali attitudini di varietà di olive ad essere trasformate come olive da tavola. (ndr: in detti anni ero tecnico presso la sezione Olive da Mensa dell'Istituto Sperimentaleper la Elaiotecnica di Pescara).
Da quanto ricordo, posso riferire che in Campania non esisteva una olivicoltura intesa come coltura da reddito. Uso l'imperfetto perchè non conosco l'evoluzione della coltura negli ultimi decenni, ma non credo ci siano stati grandi investimenti degni di nota. Le aree più importanti, dal punto di vista di produzioni di olive suscettibili ad essere trasformate, risultarono le seguenti:
1-Caiazzo (CE) con la varietà Caiazzana (buona oliva per la trasformazione come oliva nera alla greca);
2-S.Lorenzo M. e comuni limitrofi, in provincia di Benevento, per due varietà : Ortolana (la migliore) ed Ortice, per ottenere buone olive verdi alla sivigliana;
3-Massalubrense (NA) e dintorini, varietà : Olivo da salare (produzioni di piccoli quantitativi);
4-Contursi, Buccino (SA), varietà : Pisciottana e Carpellese (entrambi di scarso utilizzo come olive da tavola).
In occasione dei viaggi effettuati, ho anche assaggiato le olive di dette varietà lavorate dalle famiglie contadine del luogo e debbo dire che le derrate risultavano ottime. Tuttavia debbo precisare che l'olivo risultava una coltura di secondo ordine (dopo la viticoltura); spesso non si eseguivano i trattamenti contro la mosca che, ogni anno, provocava danni ingenti, deprezzando le produzioni o, qualche volta, facendo destinare tutte le olive all'oleificio.
Da quell'epoca non mi risulta ci siano state modifiche positive di installazioni industriali degni di nota e la Campania, regione grande consumatrice di olive, continua ad importare le olive da altre regioni italiane oppure dall'estero. Infatti i commercianti di olive, della Campania, provvedono a rifornirsi del prodotto lavorato proveniente dalla Sicilia Occidentale (olive Nocellara del Belice alla Castelvetrano o schiacciate al naturale) oppure dal Catanese (olive Nocellara Etnea alla sivigliana e al naturale); grossi quantitativi sono importati dalla Grecia (olive verdi alla Castelvetrano) e per questo si vedono in giro tanti fusti di PVC, di colore rossiccio, da 220 litri di capacità .
In definitiva, caro Domenico, in Campania non esistono industrie che lavorano le olive da tavola solo perché non esistono produzioni di entità che possano alimentare e/o giustificare l'industria stessa.
Le produzioni a carattere familiare sono relativi a piccoli quntitativi di olive che vengono consumati in loco ed essi sono molto variabili negli anni in quanto sono molto in relazione all'andamento stagionale; tali produzioni però non riescono a soddisfare la domanda e per questo in Campania oltre l'80% delle olive commercializzate sono importate.
Ha detto bene caro Domenico: "Non sarà facile un rilancio...."; purtroppo, attualmente, esistono moltee entità che trasformano le olive da tavola, in difficoltà e diverse hanno abbassato la serranda, anche se operano in zone vocate per la produzione di olive da tavola. Tutto fa riferimento alle leggi del mercato: oggi si possono avere quantitativi di olive gia lavorate, dalla Spagna, dalla Grecia, dal Marocco al prezzo inferiore al costo che un imprenditore italiano sosterrebbe per avere la stessa derrata. Importando le olive lavorate, non affronta i rischi della trasformazione, ha la possibilità di scegliere la partita ottima e non ha investito capitali per la realizzazione dell'impianto.
Termino per comunicare che Paesi del Mediterraneo, quali Egitto e Siria, stanno emergendo nel settore delle olive da tavola con produzioni di ottima qualità , ma con prezzi molto competititvi con quelli che si realizzano oggi.
Sono a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Saluti distinti.
Mario De Angelis
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