La voce dei lettori

Un "Mulino Bianco" olivicolo a misura dell'immaginario del consumatore

Se il consumatore vuole le favole, diamogliele. In fondo basta un investimento di qualche milione di euro, deducibile dalle tasse e spesso sovvenzionato da PSR per vendere di più e meglio. Ci scrive Franco Boeri Roi a difesa dei “veri produttori”

28 maggio 2020 | T N

Gentile Direttore Grimelli,

In questo periodo nel quale tutte le grandi aziende di imbottigliamento di Olio si prodigano per farci sapere, tramite tutti i media, che nei prossimi anni faranno grandi investimenti nell'Olivicoltura, nel mondo della tracciabilità, nella difesa delle Cultivar tradizionali e si batteranno per la sostenibilità dell'Olio Italiano, mi chiedo ma prima dove erano? quando il nostro patrimonio Olivicolo e i nostri Olivicoltori hanno dovuto abbandonare gli Uliveti, quando tanti colleghi Frantoiani hanno dovuto chiudere i loro Frantoi perchè triturati da prezzi dell'Olio a dir poco vergognosi.

Mi sorge un dubbio, non sarà mica perchè sempre più consumatori si informano e preferiscono comprare dai veri produttori.

Mi sà tanto che anche questi imbottigliatori vogliano soltanto costruire nell'immaginario delle persone il loro "Mulino Bianco" e che della nostra povera Olivicoltura Italiana non gli interessi granchè.

Solo la caparbietà di tanti piccoli Olivicoltori e Frantoiani hanno salvato e portato sulle tavole del mondo l'Olio Italiano, con tanti sacrifici, speriamo che i Media se lo ricordino.

Un Caro e Unto saluto da un Frantoiano Ligure

Franco Boeri Roi

Gentile Sig. Roi,

ha ragione, gli investimenti olivicoli degli imbottigliatori si stanno moltiplicando negli ultimi anni.
Ovviamente le motivazioni sottese a questi investimenti sono molteplici.

C'è chi lo fa per passione (pochi) e l'olivicoltura hobbistica è il modo più sicuro di perdere soldi dopo il casinò. C'è chi lo fa per immagine e marketing, per portare buyer e giornalisti nell'azienda olivicola “di famiglia”. C'è chi lo fa per sdoganare la varietà Arbequina, così dando al 100% italiano un gusto più internazionale e omologato. C'è chi, ed è l'ultimo esempio, lo fa per acquisire crediti di carbonio, fare l'”ambientalista”, e così conquistare un posto di prestigio sugli scaffali dei supermercati.

Mancano all'appello, purtroppo, i mecenati rurali del 1800 e 1900, spesso nobili latifondisti, che hanno davvero regalato innovazioni all'agricoltura italiana.

Ecco perchè sono un fervido sostenitore della separazione dei ruoli: olivicoltori e frantoiani producano, creino l'olio extra vergine d'oliva, gli imbottigliatori comprino olio, lo miscelino (o blendino come va più di moda dire ora) e lo impacchettino.
Basta ai frantoiani-imbottigliatori e agli imbottigliatori-frantoiani.

Da questa separazione dei ruoli può nascere un nuovo equilibrio nella filiera, un riconoscimento e rispetto reciproco, ma anche una comunicazione che possa davvero esaltare le differenze tra gli oli che possono venire proposti dall'intero comparto.

Sono un ottimista idealista, lo so.

In bocca al lupo per la campagna olearia

Alberto Grimelli

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