La voce dei lettori

LA GUERRA DELLE AMPOLLE / 2. E' UNA VERGOGNA. PAROLA D'ORDINE TRA I RISTORATORI: RISPARMIARE SU TUTTO CIO' CHE NON SI VEDE

Ci scrive: Emanuele Aymerich: La sensibilità della maggior parte dei ristoratori nei confronti della qualità dell'olio è pari a quella per il sapone che mettono in bagno! Nessuno ha il coraggio di attaccare apertamente le categoria dei ristoratori

10 marzo 2007 | T N

Egregio Direttore, è una vergogna!
Chi, come me, produce olio di qualità e ha la sua principale clientela tra i ristoratori sa bene la verità, che può essere scomoda alla Confesercenti ma è sacrosanta e facilmente riscontrata dalla mia categoria in maniera diffusa e capillare.
E questa verità è che, a parte alcuni ristoranti di alto livello che tengono particolarmente alla qualità e all'immagine, buona parte dei miei clienti di fascia medio bassa mi fanno acquisti limitati e saltuari solamente per avere le mie bottiglie da rabboccare e una fattura da mostrare. Peccato che io con la mia esperienza sia perfettamente in grado di valutare i reali consumi che dovrebbero avere e che questi non corrispondano neanche lontanamente alle forniture, peccato che all'assaggio nelle mie bottiglie raramente ci trovi il mio olio, peccato che io incontri spesso questi clienti alla Metro con il carrello carico di olio di sansa in bidoni di plastica e che cercano di sfuggire al mio sguardo (ci vado apposta pensa un pò). Peccato che ai nuovi ordini corrisponda la data di scadenza sulle etichette.
Il clou lo si raggiunge con quelli che, e non sono pochi, addirittura vorrebbero comprarmi solo le bottigliette vuote ed etichettate, ma che io ovviamente caccio a pedate dal mio oleificio.
Questà è la triste realtà diffusa qui (in Sardegna) sul territorio a tutti i livelli.

La sensibilità della maggior parte dei ristoratori nei confronti della qualità dell'olio è pari a quella per il sapone che mettono in bagno! Solo ieri un ristoratore famoso voleva comprarmi una partita di olio vecchio con i perossidi fuorilegge, lampante per capirci, l'ho gentilemte accompagnato fuori dal mio oleificio. Gli ho anche proposto un discreto olio a 4 euro/L ma pare fosse caro! Certo non andrò mai a cena da lui. La parola d'ordine è risparmiare su tutto quello che il cliente non vede. Eppure io non sono caro, anzi estremamente concorrenziale, cerco di tenermi nella gamma bassa di prezzo nonostante il prodotto e le confezioni siano di grande qualità, quindi non ci sono scuse.
Nessuno ha il coraggio di attaccare apertamente le categoria dei ristoratori, tutti fanno i diplomatici, ma guardiamoci in faccia: che percentuale di ristoranti fornisce realmente ai clienti un buon prodotto? Il 10% ? E questo basta a salvare la categoria ed il giudizio su questa? La presenza di pochi onesti basta a coprire le spalle degli altri?

E adesso che i ristoratori stavano cominciando, ripeto cominciando, a recepire che l'olio che ti fanno mangiare deve essere considerato almeno come l'acqua, il vino e i liquori che ti servono: ZAC arriva la potente lobby e annulla tutto.

Auguri povero consumatore ignaro, ti conviene portarti una bottiglietta da casa, io da parte mia oramai da anni non consumo più olio a tavola nei ristoranti, mi rovinerebbe il pranzo.

Grazie, caro Direttore, per questo spazio e per le sue battaglie, lei è veramente il nostro Don Chisciotte contro i mulini a vento di questo stato che legifera con i piedi e solo in base ad interessi personali.

Speriamo non sia finita quì...

Emanuele Aymerich

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