La voce dei lettori
LA GUERRA DELLE AMPOLLE / 1. IL RABBOCCO DELL'OLIO. POTREBBE CAMBIARE QUALCOSA?
Ci scrive Cecilia Fanfani Volpe: "Io non mi stanco, ogni qualvolta vendo anche una sola bottiglia ad un mio cliente, di investire almeno qualche minuto del mio tempo nello spiegare le qualità...
10 marzo 2007 | T N
Gentile Direttore,
come sa La segue tutti i sabato mattina con piacere e La seguo anche oggi a proposito di ampolle, meandri burocratici, lotte tra associazioni, ristoratori impertinenti ecc. a questo proposito Le racconto alcune esperienze capitate in vari ristoranti:
- sono in Francia a Nizza in un ristorante e, come sono solita fare, chiedo un insalata scondita, mi piace condirla da sola sempre per la questione dell'olio... arriva sulla tavola una bottiglia con regolare etichetta, leggo la scadenza... l'olio è scaduto da un anno, chiedo delucidazioni al ristoratore che mi dice ... no, ho tolto il salvagoccia e ho rabboccato con olio nuovo!
- sono in Italia un altro ristorante, stessa richiesta da parte mia, arriva un ampolla con olio rancido, faccio le mie lamentele e mi viene risposto che... tanto prima che passino a fare i controlli cambierà di nuovo la legge!
- in un altro ancora mi rispondono che non sanno l'esistenza di una legge sul divieto di ampolle.
- in un altro ancora ci sono delle bustine con pochi grammi di olio perfettamente chiuse ma che sembrano più quelle bustine con tovagliolini profumati che extra vergine.
Come vede il panorama è quasi infinito, ahinoi, in aggiunta a questo c'è sempre anche l'altra questione sulla data di scadenza che, se non sbaglio, è 18 mesi dall'imbottigliamento anzichè dalla data di molitura, anche questo mi pare piuttosto bizzarro.
Oltre a cercare di sensibilizzare i ristoratori con conti alla mano dell'incidenza di bottiglie in tavola di extra vergine rispetto al conto finale e ai ricarichi di vino, pane e coperto ecc... piccola cosa secondo me, forse i ristoratori dovrebbero avere il coraggio di portare in tavola la bottiglia che usano anche quando non sono visti, cioè forse un olio extra vergine (o non) che costa pochi euro.
Poi potremmo invitare i Signori Ministri e Dirigenti vari a partecipare a qualche seduta di assaggio o ad un breve corso anche di poche ore sull'olio, chissà ... potrebbe cambiare qualcosa?
Mi piacerebbe sapere se i Signori Ministri decidono la bontà di un olio che viene loro servito in base al colore più o meno verde, oppure sententolo al gusto amaro o piccante dicono la famigerata frase "è un po' troppo acido".
Io non mi stanco, ogni qualvolta vendo anche una sola bottiglia ad un mio cliente, di investire almeno qualche minuto del mio tempo nello spiegare le qualità dell'olio extra vergine, le differenze di cultivar, l'utilizzo di un olio più o meno fruttato in abbianamento ai diversi piatti. Sul vino per fortuna si sono fatti molti passi avanti, ormai consigliano anche un Passito con i formaggi erborinati, e non offrono un Barbaresco importante in abbinamento ad un merluzzo al vapore, speriamo di arrivare prima o poi ad un giusto utilizzo degli oli.
Per finire, per fortuna, ci sono ristoratori attenti che sanno essere mesaggeri di qualità e... che molti colleghi cerchino di copiarli!
Buona giornata e grazie per l'attenzione
Cecilia Fanfani Volpe
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