La voce dei lettori
MAGNA GRECIA, UN SUD DA TERZO MONDO
Una lettera aperta al presidente Berlusconi, trasmessaci da Giuseppe Mele
06 dicembre 2003 | T N
Vista l'emergenza nucleare, vista la superficialità del Governo, apparente per nascondere altri interessi, si chiede di dare ampia diffusione all'allegato documento.
Pino Mele
Lettera aperta al Presidente Berlusconi
Caro Presidente,
apprezziamo lâeliminazione del comune di Scanzano Jonico dal Suo decreto legge, ma la permanenza nella lista dei possibili siti di destinazione per un âDeposito nazionaleâ delle scorie nucleari, non allontana il pericolo, ne` risolve il problema in Basilicata e in Italia.
Esiste la necessita` e lâurgenza di una sistemazione sicura dei rifuti radioattivi presenti sul territorio nazionale. Sappiamo che raccolta, smaltimento e stoccaggio delle scorie devono avvenire âin condizioni di massima sicurezza e di tutela dellâambiente e della salute dei cittadiniâ, come recita il Suo decreto legge (D.L. 14 novembre 2003, n. 314).
E` per questo che in passato abbiamo sollecitato, restando totalmente inascoltati, la soluzione della piaga ancora aperta del Centro di ricerca nucleare dellâENEA in localita` Trisaia di Rotondella (Matera), paese situato a soli 6 chilometri da Scanzano. Il Centro di Rotondella, come quello di Saluggia (Vercelli), e` stato concepito non per la produzione di energia nucleare, bensi` per il riprocessamento del combustibile nucleare. âRiprocessareâ barre di combustibile nucleare significa estrarre materiali fissili âspecialiâ come lâuranio 235 e il plutonio, utili per la fabbricazione di materiali strategico-militari come le bombe di tipo A (le bombe atomiche). Il materiale residuo e` una scoria liquida ad alta radioattivita` che deve necessariamente essere âsolidificatoâ (nellâarco di 30 anni, esclusivamente secondo procedure di vetrificazione o ceramizzazione) per la sicurezza dellâambiente e della salute dei cittadini.
Lei forse non sa che tra il 1968 e il 1970 il Centro di Rotondella ha accolto le scorie nucleari del reattore di Elk River (Minnesota) cedute dagli Stati Uniti allâItalia: 84 barre di uranio, combustibile irraggiato da âriprocessareâ, di cui solo 20 barre sono state trattate. Le rimanenti 64, piuttosto che essere âstoccate a seccoâ in contenitori-bare di piombo, cemento e acciaio inossidabile, sono state depositate in piscine di stoccaggio fatte di cemento, materiale sconsigliato per pericolo di frantumazione in caso di evento sismico. Il riprocessamento delle 20 barre avrebbe prodotto scorie radioattive solide e liquide di bassa, media ed alta attivita`: 2.200 mc di materiale solido a bassa contaminazione; 80 mc di scorie solide ad alta contaminazione; 2,7 mc di soluzioni e liquidi ad alta contaminazione.
Nel maggio 1970 si e` verificato il primo di una serie di âincidentiâ mai denunciati (sversamenti, gocciolamenti, fuoriuscite, tracimazioni, corrosioni di sostanze nucleari e dispersione di polvere radioattiva), che raggiungono la gravita` estrema il 14 aprile 1994 con la fuoriuscita da un fusto corroso di materiale ad alta radioattivita`. La rivelazione avviene solo nel dicembre 1995 con la pubblicazione della relazione della Commissione parlamentare dâinchiesta, che bolla il caso Trisaia âemergenza nazionaleâ assieme a quello di Saluggia. Nel 1996 la legge Finanziaria ha destinato allâENEA 75 miliardi di vecchie lire per smaltire nellâarco di tre anni i rifiuti e bonificare il sito della Trisaia, ma nulla e` stato fatto, mentre Legambiente ha prodotto un rapporto allarmante su âLâeredita` perenne dellâENEAâ.
Le scorie radioattive liquide per ragioni di sicurezza avrebbero dovuto essere trattate entro 5 anni dal loro deposito. Lâaffidabilita` dei contenitori utilizzati per la loro conservazione era stata garantita per 20 anni. Dopo oltre 30 anni le scorie liquide probabilmente non sono state ancora processate e sarebbero custodite a Rotondella presso il Centro Trisaia, in parte interrate, in parte protette da baracche di lamiera. Se cosi` fosse, perche` le scorie liquide non sarebbero state âsolidificateâ, unico modo per incrementare la sicurezza per esseri umani e ambiente? Perche` gli Stati Uniti nel cedere le scorie, nonostante gli accordi, non hanno fornito il know how necessario? In Italia non esiste una tecnologia adeguata per un corretto trattamento delle scorie. Perche` allora non restituire il materiale al mittente, visto che dal 1987 con un referendum lâItalia ha detto ânoâ al nucleare?
Il risultato che la popolazione registra (madri, padri, medici, infermiere) e` un aumento dei casi di tumore e soprattutto di leucemia mieloide fra i bambini, la cui eziologia e` additata nella radioattivita`.
Lei forse non sa che nel 1998 presso la Procura di Rotondella si e` svolto un processo a carico di cinque dirigenti dellâENEA accusati di irregolarita` nella gestione dei materiali radioattivi. La condanna (appena 40 giorni di detenzione) ha interessato solo due di essi, indicati come responsabili della mancata solidificazione delle scorie radioattive. Il procedimento penale svolto dallâautorita` giudiziaria di Matera per un presunto pericolo di inondazione radioattiva derivante dai 2,7 mc di scorie liquide ad alta contaminazione non ancora processate, ha visto protagonista il magistrato Nicola Maria Pace, che ha indicato quei materiali come âaltamente pericolosiâ. Nellâanno 2000 la Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza ha ipotizzato addirittura una produzione illecita di plutonio nel Centro di Rotondella, secondo la testimonianza di un testimone-chiave per il quale il materiale radioattivo potrebbe essere stato rivenduto in altri paesi. Testimoni hanno indicato anche la presenza di ricercatori irakeni venuti a fare esperienza di riconversione.
Solo due anni fa e` stato posto seriamente il problema della messa in sicurezza del pericoloso materiale liquido la cui durata di radioattivita` e` stimata dalle centinaia ai milioni di anni. Nel frattempo il Centro Trisaia di Rotondella ha accolto altri tipi di scorie, come materiali biomedicali e testine parafulmini, ma i dati non sono precisi, ne` chiari.
Noi sappiamo, come recita il Suo decreto, che âlâattuale situazione di rischio derivante dalla presenza sul territorio nazionale di tali rifiuti radioattivi e` caratterizzata da profili di maggiore gravita` in relazione alla diffusa crisi internazionale, che richiede lâurgente realizzazione di iniziative di carattere straordinario al fine di tutelare lâinteresse nazionale della sicurezza dello Stato.â
Noi sappiamo che il pericolo di inondazione radioattiva a cui da troppi anni siamo esposti richiede provvedimenti immediati. Siamo scesi in piazza per esternare la nostra opinione, le nostre critiche a un decreto legge scellerato che ci offende come cittadini e come uomini.
Nel cuore dellâantica Magna Grecia, Scanzano Jonico e` stato incautamente prescelto come âil sito piu` sicuro dâItaliaâ per la costruzione di un Deposito nazionale in cavita` geologica. Questo e` moralmente, giuridicamente e scientificamente errato, come recentemente dimostrato da insigni ricercatori, per innumerevoli ragioni: la ricchezza di insediamenti abitativi e produttivi, la presenza di aree di interesse comunitario di eccezionale valore naturalistico, il rischio sismico e alluvionale, la vicinanza del mar Jonio che potrebbe causare infiltrazioni sotterranee di acqua salina nel progettato Deposito (rischio aggravato dalla velocita` dellâerosione costiera e dallâinnalzamento del livello del mare collegato al progressivo riscaldamento del pianeta). La presenza di pozzi di estrazione del gas sarebbe un ulteriore elemento di pericolo da aggiungere alla lunga lista di controindicazioni. Dal 1978 gli Stati Uniti sono alla ricerca di sistemi di deposito alternativi alle cavita` geologiche considerate insicure e non idonee: purtroppo il materiale radioattivo sopravvive nellâarco delle centinaia di migliaia di anni alla ossidazione dei contenitori sino ad oggi disponibili.
La scelta di creazione di un Deposito nazionale che accolga elementi di combustibile irraggiati, materiali nucleari, inclusi quelli provenienti dalla disattivazione delle centrali elettronucleari, e` velleitaria. La creazione di una âpattumiera nazionaleâ nucleare non puo` che danneggiare lâarea designata. Lâipotesi di trasporto dei materiali radioattivi liquidi e` criminale perche` le cosiddette âscorie nucleariâ possono essere trasportate solo dopo un processo di âsolidificazioneâ in contenitori di piombo, cemento e acciaio inossidabile. E comunque ogni trasporto e` critico e pericoloso. Ogni manipolazione produce rifiuti: i materiali andrebbero mossi il meno possibile e i depositi dovrebbero essere concepiti nel luogo piu` prossimo a quello di produzione. Ogni collettivita` dovrebbe eticamente smaltire i rifiuti che produce.
Lei Presidente si rende conto che col Suo decreto ha affidato una decisione nazionale strategica sotto il profilo ambientale, sanitario, economico, militare a unâazienda privata, la SOGIN S.p.a. ed ha conferito poteri di gestione ad un unico Commissario straordinario da Lei nominato, il generale Carlo Jean? Non crede di aver investito di eccessive responsabilita` un accademico pluridecorato, ma strettamente specializzato in Studi strategici militari? Perche`?
La ringraziamo per la âcampagna di informazione sulla gestione in sicurezza dei rifiuti radioattiviâ che col decreto legge n. 314 Lei ha commissionato al generale Jean e per le videocassette inviate ai sindaci lucani a scopo âillustrativo-rassicuranteâ, ma purtroppo la decennale convivenza con tali rifiuti e la sopportazione dei relativi danni ci ha resi cittadini ben informati ed esperti.
Ci dispiace che un problema cosi` delicato per la nazione sia stato gestito con metodi âmilitariâ.
Ci dispiace che nellâemergenza creata il decreto successivo da Lei emanato il 14 novembre 2003 (n. 315) abbia soppresso la commissione speciale di Valutazione di Impatto Ambientale costituita solo nel novembre 2002 e che si dovra` nominare una nuova commissione di 35 nuovi membri, oltre al presidente.
Ci dispiace che nellâemergenza una voce politica di risonanza nazionale espressa dalla Basilicata, il senatore a vita Emilio Colombo, sia stata emarginata da inattese complicazioni.
Caro Presidente, quanto decretato assieme ai ministri Pisanu (Interno), Martino (Difesa), Marzano (Attivita` produttive), Matteoli (Ambiente), Tremonti (Economia), Sirchia (Sanita`), La Loggia (Affari regionali) e le modalita` seguite ci addolorano e ci indignano nel profondo indipendentemente dalla scelta del sito a cui dovrebbe essere inflitta la pena di un âDeposito nazionaleâ.
La questione della âsicurezza nazionaleâ sta a cuore anche a noi, ma in Italia non si puo` dâun tratto rinunciare a scelte economiche e di sviluppo che si sono rivelate vincenti. Crediamo nella necessita` di investire danaro ed energie per salvaguardare le risorse naturali, storiche e culturali, per promuovere il turismo, per favorire unâagricoltura sempre piu` sana e produttiva, per garantire le migliori condizioni di salute possibili ai cittadini. Crediamo con fermezza che si possa offrire un futuro alternativo ai nostri figli, per questo noi oggi diciamo a gran voce âno al nucleareâ.
Noi non ci arrendiamo e non ci arrenderemo: âScanZiamo le scorieâ in Basilicata, nel Sud, in Italia, nel Mediterraneo.
Giuseppe Mele
COMITATO ANTINUCLEARE
âScanZiamo le scorie - Campo Baseâ
di Terzo Cavone â Scanzano Jonico
e-mail: giuseppemele@interfree.it
Lettera tratta dal n. 85 di âLatinoamericaâ in uscita a gennaio 2004
www.giannimina-latinoamerica.it