La voce dei lettori

"MONOPOLIS", OVVERO LA COSTRUZIONE DI UN "VERO" VINO

Ci scrivono tre ragazzi del Master in Marketing e management delle imprese vitivinicole, presentandci un inusuale progetto divenuto realtà. Si tratta di Andrea Rubbi, Teseo Geri e Nicola Prota

30 settembre 2006 | T N

Gentile Luigi Caricato
siamo tre ragazzi del Master in Marketing e Management delle Imprese Vitivinicole '06 di Firenze e tenevamo a presentarle brevemente un nostro progetto.

In un ambito totalmente accademico, durante un esame di marketing,
abbiamo ipotizzato il lancio di un prodotto. Come spesso accade il progetto è divenuto realtà, tanto che abbiamo prodotto un "vero" vino.

Stiamo dunque, per lanciare un nuovo prodotto, senz'altro provocatorio, che ha l'intento di far discutere e riflettere in merito alle problematiche che ultimamente dividono il mondo del vino.

Il vino si chiama Monopolis; l'allusione è ovviamente riferita al famoso gioco da tavola, in quanto tale vino è esplicitamente costruito e "falso come i soldi e gli alberghi del Monopoli".

La nostra è in primis una provocazione.
In realtà si tratta di un uvaggio IGT Toscana di Sangiovese della Maremma e Sirah siciliano assemblati in Toscana da un imbottigliatore di Cerreto Guidi. Le tecniche di vinificazione sono quelle che stanno dividendo il mondo del vino e dunque quelle da Lei trattate nell'editoriale.

Quello che noi vogliamo fare è di esplicitare il più possibile tale processo produttivo. Il sistema legislativo però, se da una parte ammette l'utilizzo di determinati enzimi, o "trucioli", per uso sperimentale, dall'altra non autorizza la comunicazione in etichetta.
Questo è un ulteriore aggravante di "provocatorietà" del nostro vino.

Anche a noi piacciono vini tradizionali (più che quelli chiamati "tipici"), vini veri e per questo già buoni. Però noi vogliamo dimostrare che chiunque può farsi fare un vino, creare un assemblaggio che si riscontra con il gusto internazionale e approfittare delle nuove leggi. Intorno ai chips c'è soprattutto molta confusione e poca percezione di quello che rappresentano. Noi vogliamo fare un vino dal buon rapporto qualità/prezzo a basso costo (4,60 euro) e renderlo il più
possibile trasparente nella sua falsità. Una provocazione su cui riflettere.

"Il vino purtroppo è venuto più buono di quello che pensavamo!"

Il Monopolis '05 va oltre la tracciabilità, considerato il fatto che non
possiamo, per legge, indicare in etichetta esattamente quale tecnica usiamo.

Questa provocazione è affiancata da un progetto più vero:
link esterno

Questo consiste nell'adozione simbolica di barbatelle di vitigni autoctoni. Per ora vi è l'accordo per l'adozione dell'Abrusco, realmente piantato a Certaldo presso l'Azienda Agricola Tre Stelle. Ognuno potrà donare quote simboliche per una virtuale adozione di una di queste barbatella (circa 1600) alla quale seguirà una newsletter mensile sulla
crescita della piccola barbatella, nonché la consegna annuale di 3 o 6
bottiglie del vino prodotto.

Le porgiamo distinti saluti e Le rinnoviamo la nostra disponibilità ad
ulteriori chiarimenti,

Andrea Rubbi, Teseo Geri, Nicola Prota

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