La voce dei lettori

Le mille olivicolture italiane, possibile iscriverle nei sistemi del patrimonio agricolo di rilevanza mondiale?

Rocco Gaudioso ci chiede aiuto per "mettere in lista altri due territori" dopo gli olivi di Spoleto e Assisi. La motrice per avviare il progetto deve venire dal territorio, dall'intera società che deve essere consapevolmente partecipe, e non solo spettatrice, del percorso

27 luglio 2018 | T N

Gentilissimi,

scrivo in rifermento all'articolo "Gli olivi di Assisi e di Spoleto sono stati accolti nella lista Fao dei Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS)", per chiedervi aiuto affinché si possano mettere in lista altri due territori ricoperti da così tali caratteristiche.

Ovviamente ritengo ottima l'iniziativa a valorizzare i territori, nonché l'ingegnosità/operosità umane combinate per creare mezzi di sostentamento ed ecosistemi mutualmente sostenibili.

Ed è da questo, conoscendo bene anche il territorio di Soave (prossimo candidato), che vengono subito in mente altri due territori, seppur circondati da una misticità diversa, ma in cui gli stessi principi di quello umbro, hanno permesso per millenni di creare un ecosistema, con sitemi agricoli unici, in cui la comunità rurale ha potuto così creare, tutt'oggi, sostegno per la forte economia del territorio in cui versano, non essendo mai state zone industrializziate.

Potete contribuire in qualche modo a creare questo mio nuovo progetto?

Cordialmente,

Rocco Gaudioso

 

Gentile Sig. Gaudioso,

la motrice e la spinta per avviare il processo di riconoscimento di un territorio rurale tra quelli riconosciuti e tutelati dalla Fao nell'ambito del progetto GIAHS deve venire dal territorio, dagli operatori, dalle istituzioni e da tutta la società, consapevole del valore culturale, storico e paesaggistico, ancor prima che economico, dell'ambiente agricolo creato nei secoli.

In Italia vi sono moltissimi territori che possono vantare caratteri di unicità straordinari, dai maestosi alberi pugliesi fino alle impossibili terrazze liguri. L'olivicoltura del nord, centro e sud possiede tanti e tali differenze che potremmo avere decine di siti GIAHS.

Il promotore di simili progetti, però, non può essere nè Teatro Naturale nè il sottoscritto ma deve essere un moto che, come detto, deve partire localmente.

Quando ciò accadrà, nei suoi territori come altrove, non si preoccupi, saremo attivamente partecipi e daremo tutto il risalto possibile a questi progetti.

Crei una rete e cominci ad attivarsi per avviare un percorso condiviso. Una volta battuto il calcio d'avvio, Teatro Naturale ci sarà.

Cordiali saluti

Alberto Grimelli

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