La voce dei lettori 13/07/2018

Troppe fake news nel mondo olivicolo, è ora di dire basta!

Troppe fake news nel mondo olivicolo, è ora di dire basta!

L'ironica lettera del Presidente dell'Associazione dei Mastri Oleari, Giampaolo Sodano, sull'olio Italiaco: "smentita quasi ovvia quella di Coldiretti, chi potrebbe mai credere che una organizzazione tradizionalmente osservante delle leggi collabori alla messa in commercio di un olio solo parzialmente italiano con un marchio che potrebbe indurre il consumatore a credere che invece italiano lo sia interamente?"


Caro direttore,

sapendo con quanto scrupolo ed onestà intellettuale dirigi Teatro Naturale, ritengo doveroso segnalarti che nel settore olivicolo vengono da qualche tempo, e sempre più spesso, diffuse notizie chiaramente false che, se non ignorate ed ulteriormente diffuse, rischiano di gettare discredito su uomini ed organizzazioni di chiara ed incontrastata fama di lealtà non solo verso aderenti, soci e consumatori, ma soprattutto verso le altre organizzazioni dei produttori.

È stata infatti segnalata da parte di alcuni frantoiani che fanno parte dell'Associazione dei Mastri Oleari da me presieduta la voce di una intesa, e addirittura di un documento, tra la Coldiretti e la Federolio, la nota organizzazione imprenditoriale degli imbottigliatori di oli vari, per l'acquisto da parte di quest'ultima di una notevolissima quantità (10.000 t.) di olio d’oliva prodotto in Italia dagli agricoltori che coltivano olive e destinato ad essere messo in commercio, una volta miscelato con oli prodotti altrove, con il marchio “italico”.

È assolutamente evidente che la notizia è destituita di ogni fondamento, come ha messo in rilievo il presidente della Coldiretti, si tratta certamente di malevole illazioni: è vero che c’è stato l'accordo ma nessuno dei contraenti ha pensato, e tanto meno ha scritto in un documento, della nascita del marchio “italico” per commercializzare un olio miscelato come tanti altri che affollano gli scaffali dei supermercati come gadget da 2,99 euro.

Ma è mai possibile che l’associazione che fin dal secolo scorso ha difeso gli interessi dei coltivatori diretti, che è stata in passato sempre solidale nella difesa dell'olio italiano, possa mai aderire alla richiesta degli imbottigliatori di chiudere un occhio sul mischia-mischia con gli oli stranieri con un marchio chiaramente identitario?

Quella del presidente della Coldiretti è stata una smentita quasi ovvia, data la enormità della cosa: chi potrebbe mai credere che una organizzazione tradizionalmente osservante delle leggi (lo scandalo Federconsorzi è troppo lontano nel tempo per essere citato in contrario) collabori alla messa in commercio di un olio solo parzialmente italiano con un marchio che potrebbe indurre il consumatore a credere che invece italiano lo sia interamente?

È vero che Italo, l'azienda per il trasporto ferroviario concorrente con le ferrovie dello Stato, lascia intendere dal nome che tutto in essa sia totalmente italiano mentre i suoi treni sono di produzione francese, ma tra i treni e l'olio c'è una qualche differenza anche quanto alle norme italiane e comunitarie applicabili: vuoi che alla Coldiretti non conoscano la differenza tra treno e olio?

Io, e con me i mastri oleari che fanno parte dell'associazione, sono convinti che si tratti di una notizia falsa. Qualcuno sostiene che essa debba farsi risalire ad un intervento pubblico del Segretario generale della Coldiretti, aggiungendo così menzogna a menzogna: infatti chi potrebbe mai pensare che un alto dirigente di lunga esperienza possa fare confusione fra olio italiano, come tale indicato in base alle leggi italiane ed europee, ed olio miscelato? Caro Grimelli non ci resta che vigilare attentamente e non cadere nei facili tranelli, delle false notizie sperando che domani vivremo in un paese come nella scena finale del vecchio film “Miracolo a Milano”, dove domenica vuol dire veramente domenica.

Con rinnovata stima

Giampaolo Sodano
Presidente Associazione dei Mastri Oleari

di T N