La voce dei lettori

La sentenza Tar Lazio sull'olio di oliva Lidl: che giudici sono?

Perchè demonizzare il panel test, si chiede Donato Amatulli, gli assaggiatori sono tutti cretini? Assurdo che vengano più considerati i controlli di parte che non quelli di terzi. Che si può fare per invertire questa assurda inversione? Lo sfogo di Donato Amatulli

28 febbraio 2018 | T N

Gent.mo Dott. Grimelli,
le scrivo in merito all'articolo relativo all'olio extra vergine di oliva Primadonna (ndr marchio Lidl finito sotto inchiesta), perchè demonizza il valore oggettivo e non soggettivo, visto che i panelisti facenti parte del gruppo sono 8-12 e quindi per invalidare il test saranno cretini tutti?
L'Ue lo regolamenta mentre il Tar del lazio non lo considera prova legale.
E' un assurdo, considerando che invece si accettano le prove ed i controlli di parte.
Che giudici sono? Che si può fare per invertire questa assurda inversione?
Saluti

Donato Amatulli

Gentile Sig. Amatulli,
il Tar Lazio ha fatto qualcosa di peggio che considerare soggettivo il panel test, valutazione che invece ha fatto la procura di Firenze. I giudici amministrativi non hanno minimamente considerato la qualità dell'olio in esame, limitandosi a un puro riscontro procedurale e burocratico.
Se un'azienda fa, o fa fare, i controlli non può essere neanche multata.
Le procedure penali, che prevedono ora la necessità di provare il dolo e non solo la colpa, rendono molto più difficile condannare chiunque per frode in commercio. Sapendolo, i pubblici ministeri, preferiscono neanche cominciare il processo.
Diverso il caso amministrativo, per cui sembra che i giudici abbiano applicato lo stesso metro di giudizio: la Ldl ha dimostrato buona volontà nel fare i controlli, quindi non c'è il dolo, dunque va assolta.
E' evidente che tutte le aziende che agiscono truffaldinamente ora hanno una perfetta via di fuga, potendo dire che l'olio contraffatto era tale “a loro insaputa”. In fondo loro i controlli li fanno...
Come si fa a invertire questo trend? Ristabilendo un principio di buon senso e di equilibrio nel diritto: chi rompe paga e i cocci sono suoi.
Chi immette in commercio olio contraffatto deve essere sanzionato, salvo rivalersi sull'azienda fornitrice, se in buona fede.
Il tema che si pone, oggi più che mai, è: l'economia deve prevalere sul diritto o vale invece il contrario?
Una riflessione andrà fatta, e non solo in campo oleario.
Buon lavoro

Alberto Grimelli

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