La voce dei lettori

2/ BASTA CON IL TEMA OLIO & SALUTE?

Ci scrive la produttrice olivicola Elvira Ciabarra, in risposta alla lettera di Luigi Tega

06 maggio 2006 | T N

Egregio dott. Caricato,
mi chiamo Elvira Ciabarra e sono una produttrice di olio extravergine d’oliva di Silvi (TE). Ho avuto il piacere di conoscerla dal vivo al convegno tenutosi a Città S. Angelo, sabato scorso, nell’ambito della manifestazione Orolio. Il mio paese infatti confina con la città ospitante. Le scrivo, innanzitutto, per ringraziarla del contributo che dà al mondo dell’olio di qualità, sia attraverso Teatro Naturale che con altre pubblicazioni e interventi. Inoltre, desidero rispondere, attraverso di lei, al signore che, con le sue affermazioni, ha denigrato tante persone di “buona volontà” (produttori, oleologi, ricercatori…), che con il loro lavoro, spesso silenzioso, spesso mal retribuito, spesso non compreso dalle masse, contribuiscono a dare il valore che merita ad un prodotto semplice e sano che la natura ci offre dalle origini. Non voglio dilungarmi nel dire cose che potrebbero sembrare solo “campate in aria”.

Le considerazioni del lettore non solo sembrano, ma sono assurde. Il giorno che l’olio di qualità cesserà di parlare di sé, finirà nell’oblio e sarà sopraffatto da intrugli che di sano e genuino non avranno nulla. L’olio può crescere solo se se ne parla, ma non per fare sterili tavole rotonde. E’ solo discutendo dei problemi che ci si ingegna per risolverli. Nel mondo dell’olio da oliva (espressione proposta, in un intervento al convegno, dal dott. Celletti e che pienamente condivido) ci sono tante incongruenze, soprattutto burocratiche e legislative, con le quali io stessa, nel mio quotidiano lavoro, trovo a dovermi scontrare (etichette troppo rigide e sterili di significato, un “made in Italy” che avvantaggia oli stranieri a basso costo che “diventano” italiani solo perché confezionati nel nostro Paese…). C’è poi l’ignoranza della gente che non sa riconoscere le peculiarità di un buon olio, scambiandoli spesso per difetti (parla ad esempio di acidità alludendo alla sensazione di piccante, o, equipara l’olio di oliva all’olio vergine e extravergine). E, di fronte a tutto questo ed altro ancora, bisognerebbe tacere? Non credo sia opportuno, soprattutto per noi piccoli produttori. Anzi, i giornali, i mass media, i convegni, i corsi sono gli strumenti che possediamo per debellare queste incongruenze.

Nel nostro piccolo noi produttori possiamo attingere nuova vitalità da essi e trasmetterla a coloro che ci avvicinano. Solo informando sulla qualità potremo fronteggiare l’insidia degli oli a basso prezzo. Senza la giusta informazione il comparto oleario non potrà risollevarsi. Le proprietà nutraceutiche, caratterizzano solo un olio di qualità. E’ questo uno dei punti emersi alla manifestazione Orolio. L’evento, caratterizzato dal convegno “Olio di oliva e salute”, dalla tavola rotonda sul futuro dell’olivicoltura abruzzese (nella quale le tre DOP hanno espresso il giusto intento di riunirsi in un’unica identità regionale, pur mantenendo ognuna le proprie specifiche peculiarità), dal concorso sulla qualità con quattro diverse sottoclassi (Dop, Extravergine, Monovarietale, Biologico) e da quello per il Packaging, è stato il primo di tale portata ad essere stato organizzato nella nostra Regione, per quanto io ricordi. Io c’ero e, assicuro, la presenza dei giovani, miei coetanei, non è stata scarsa. Presenza che ho avuto il piacere di notare anche nei numerosi eventi a cui ho partecipato un po’ in tutta Italia.”

Chiedo scusa per essermi dilungata troppo, ma penso che il mio pensiero sia condiviso da tantissimi.
Colgo l’occasione per augurare a lei e a tutti coloro che fanno della buona informazione, un buon lavoro.


Elvira Ciabarra

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