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Xylella fastidiosa, muoiono anche gli olivi non infetti?

Xylella fastidiosa, muoiono anche gli olivi non infetti?

I dati ufficiali indicano che su alberi colpiti dal disseccamento rapido non tutti sono positivi al batterio. Una domanda cruciale, la più importante che, a tutt’oggi, non ha avuto ancora una risposta: gli olivi che non sono affetti da Xylella Fastidiosa perchè seccano? La richiesta di spiegazioni di Giorgio Greco

07 febbraio 2018 | T N

Sono proprietario di 34 alberi di olivo, in piena zona rossa, che presentano evidenti segni di disseccamento con la maggior parte di essi in uno stato di grande sofferenza. Nel mio oliveto, finora, non è passato nessuno ad analizzare un solo albero e non mi risulta, da un confronto con i proprietari dei terreni circostanti, che sia passato qualcuno nel raggio di chilometri. E tanto meno ho fatto analizzare privatamente le mie piante in quanto il costo risulterebbe assai oneroso.

In gran parte di questo territorio, quindi, si assiste agli alberi che seccano nei campi ma non si ha in mano alcun referto che dica perché seccano. Gli unici dati sono quelli ufficiali dai quali risulta che, dalle analisi effettuate su alberi colpiti dal disseccamento rapido non tutti sono positivi al batterio.

A questo punto una domanda sorge spontanea e scontata, una domanda cruciale, la più importante che, a tutt’oggi, non ha avuto ancora una risposta: gli olivi che non sono affetti da Xylella Fastidiosa perchè seccano?

A ciò aggiungo che la sperimentazione empirica “La Scelta”, a più di 5 anni dai primi segnali della malattia, non si è ancora conclusa del tutto e potrebbe fornire, nel finale, alcune importanti indicazioni.

 Giorgio Greco 

 

Gentile Sig. Greco,

fermo restando che l'attività di ricerca e quella di monitoraggio è in corso, concentrandosi nell'area cuscinetto, possiamo certamente fare alcune considerazioni fitopatologiche generali al riguardo della sua domanda.

Xylella fastidiosa è un batterio xylematico, ovvero si stabilisce nei vasi xylematici della pianta, quelli che trasportano acqua e nutrienti, occludendoli pian piano.

La diffusione del batterio nella pianta è progressiva, va dal punto di inoculo, ovvero dove la sputacchina ha prelevato la linfa infettando la pianta, fino alle radici nel volgere di qualche settimana-mese-anno. La dinamica di progressione dell'infezione non è chiara e dipende certamente anche dallo stato fitosanitario generale della pianta che, tanto più in salute è, tanto più contrasta la diffusione del batterio.

Le buone pratiche agronomiche, inoltre, sono capaci anch'esse di ridurre l'avanzata della patologia.

E' tecnicamente possibile che una pianta apparentemente sana, dove siano stati fatti campionamenti di tessuto, sia in realtà infetta. E' infatti sufficiente che il campionamento non abbia ricompreso porzioni di tessuto infette affinchè il risultato sia negativo. Le modalità di campionamento e la verifica deve essere operata, proprio per questa ragione, da tecnici esperti che sappiano, sulla base di specifiche competenze, cosa e dove andare a campionare.

E' questa la ragione per cui il campionamento fai da te, tranne nei casi conclamati e molto evidenti, è sconsigliato.

Lei però pone un problema serio, ovvero la legittima apprensione dei produttori nel conoscere il destino dei propri olivi. Una richiesta assolutamente legittima che si scontra, per quanto ne sappiamo, con problemi pratici e cogenti. Le Regione Puglia effettua centiania di campionamenti "obbligatori", ovvero dettati da Bruxelles, oberando i laboratori e rendendo difficile l'organizzazione di un sistema di controllo basato su richieste di privati, tanto più se ricadenti nella zona rossa, ovvero quella considerata infetta e, spiace dirlo, data per persa.

Faremo avere le sue sollecitazioni agli Uffici regionali per ottenere qualche risposta in più.

Cordiali saluti

R.T.

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