La voce dei lettori
L'assaggiatore di un panel non può avere preferenze o sentimenti
E' indispensabile, oggi, un richiamo alle origini per capire qual è il ruolo del'assaggiatore di panel e comprendere pienamente le proposte di revisione del metodo. Troppo spesso assistiamo a numeri sparati da "supersniffatori" sui valori degli attributi positivi o negativi dell'olio in occasioni pubbliche e private, ci scrive Domenico D'Alessio
20 ottobre 2017 | T N
Caro Direttore,ci deve essere stato qualche motivo molto particolare che ti ha indotto a un editoriale così sarcastico nei confronti di quelli che tu chiami con ironica efficacia i Supereroi dello sniffo.
Oppure, molto più semplicemente , dopo un quarto di secolo di panel test, e a ridosso dell'importante convegno di Sanremo sul venticinquennale del metodo,organizzato dalla Sissg, la Società italiana per lo studio delle sostanze grasse, hai voluto mettere il dito nella piaga ricordandoci a tutti noi assaggiatori che il panel test risulta essere uno strumento molto delicato che funziona se tutti, ma proprio tutti, fanno un bagno di umiltà e un ritorno alle origini di cui tu invochi l'esigenza proprio perché la forza del panel test, sta anche nel suo limite e cioè che gli strumenti (i sensi) di cui ci si serve sono umani e "personali".
Ed proprio di questo che bisogna aver coscienza e consapevolezza.
Il tuo energico richiamo alle origini per ciò che abbiamo appreso ai corsi di assaggio appare soprattutto indispensabile nel voler ribadire che il capo panel e gli assaggiatori non sono mestieri o professioni e che dispensare giudizi al mondo dell'olio per dimostrare di essere più bravi e coerenti degli altri non rientra nelle funzioni previste da questo ruolo.
Al contrario si tratta di figure previste dal metodo di valutazione che richiede un grande sforzo di , consentimi il termine, "neutralizzazione" dei propri sentimenti.
Per questo, come capo panel, ti sono grato per averlo precisato.
Troppo spesso assistiamo a numeri sparati da "supersniffatori" sui valori degli attributi positivi o negativi dell'olio in occasioni pubbliche e private dove al massimo si dovrebbe dire se ti piace o non ti piace considerando che il valore della mediana di un attributo può venir fuori solo da un panel test con validazione statistica del risultato.
Quando addirittura oggi si parla, per la revisione del metodo, anche di evitare che sia lo stesso assaggiatore a "misurare" il valore dell'intensità ottenuto.
Siamo troppo d'accordo che confondere o sovrapporre il piano della valutazione dell'olio con il lavoro di divulgazione e di degustazione che fanno tanti volenterosi, sicuramente animati da buone intenzioni, non aiuta il lavoro di chiarezza che serve al mondo dell'olio.
Credo che quanto sia stato precisato con il tuo editoriale, alla luce anche delle nostre esperienze personali , vada raccolto e apprezzato sapendo che si tratta di una esigenza concreta e reale per il nostro ruolo di assaggiatori.
Buon lavoro
Domenico D'Alessio
Capo panel Camera di Commercio di Pisa
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