La voce dei lettori 14/06/2017

Taggiasca del Ponente Ligure: si può fare

Confermando il no alla sostituzione del nome della varietà da Taggiasca in Giuggiolina e volendo garantire i consumatori con il test del DNA sulle olive, il presidente Simone Rossi afferma: "siamo aperti a qualsiasi tipo di confronto"


Carissimo Direttore,

apprezziamo il suo articolo (ndr La guerra della Taggiasca senza esclusione di colpi) di cui condividiamo larghi tratti.

Il comitato Salvataggiasca che ho l’onore di presiedere è nato per salvaguardare l’oliva Taggiasca e non può che essere favorevole alla sua protezione tramite una denominazione di origine opportunamente dedicata.

Sarebbe nostra volontà affiancare al nome Taggiasca, obbligatoriamente iscritta nel registro nazionale delle varietà, una designazione d'origine.

Ben venga quindi la sua ipotesi di una “Taggiasca del Ponente Ligure”.

Non condividiamo, come noto, la sostituzione della cultivar Taggiasca in Giuggiolina perché lederebbe gli interessi precostituiti e avvantaggerebbe una politica commerciale orientata ai grandi numeri e non ad un marketing territoriale di più ampio respiro. Riteniamo che quanto sviluppato per il vino di Franciacorta sia più calzante per la nostra area geografica rispetto a quanto ideato per il Prosecco. Vorremmo inoltre garantire i nostri consumatori tramite la certezza scientifica che oggi ci consentirebbe il test del DNA.

Stante questi argomenti, che riteniamo intoccabili, siamo aperti a qualsiasi tipo di confronto.

In attesa di una sua eventuale e graditissima convocazione porgiamo i nostri più cordiali saluti.


Il Presidente
Simone Rossi

di T N