La voce dei lettori

LA FINE DELLE AMPOLLE / 3. FATTA LA LEGGE TROVATO L'INGANNO

Le considerazioni di Mario De Angelis, la nostra replica

11 marzo 2006 | T N

Carissimo Direttore,
con piacere apprendo la conversione in legge del decreto 10 gennaio 2006, n. 2, nel quale si prevedeva il divieto di presentare le anonime ampolle di olio di oliva nei pubblici esercizi (ristoranti, ecc.). Con tale legge possiamo dire “Addio Ampolle”, ma come hai chiarito nell’articolo 2390.html, “fatta la legge trovato l’inganno..”.

Con il presente messaggio ti debbo comunicare le mie considerazioni:

1) mi sembra strano che l’articolo 4-quarter abbia fatto proprio riferimento specifico all’olio di oliva. E’ evidente che c’è stato un errore madornale. Si dice di non proporre olio di oliva e non si considera l’olio extra vergine di oliva. Ciò mi fa pensare che ancora qualcuno non sa distinguere l’olio di oliva con l’olio extra vergine di oliva;

2) per quanto riguarda la scappatoia secondo cui il “ristoratore possa comprare poche bottiglie da un olivicoltore e rabboccarle poi con l’olio acquistato, in latte o altre recipienti, dallo stesso produttore” (aggiungo presso qualsiasi supermercato ed € 2.90 al litro ??. - N.d.R.) faccio presente che siccome l’art. 4-quarter dice “ è fatto divieto a pubblici esercizi di proporre al consumo,…….., olio di oliva in contenitori non etichettati conformemente alla normativa vigente”, è chiaro che la bottiglietta etichettata conforme alle vigenti legge deve essere tappata e sigillata e quindi è impossibile il suo rabbocco. Per tale motivo sarebbe bene pubblicizzare questo punto preciso.

Tuttavia, alla luce di quanto avvenuto in questi ultimi tempi, a prescindere da chi sia stata scippata la iniziativa di eliminare le ampolle, a me fa molto piacere sia diventata realtà, quanto da me anticipato con la mia del 3 marzo 2005 (articolo 1308.html) e, mi sembra di aver letto, che la Regione Toscana (ma guarda è sempre la prima!!) abbia gia obbligato i Ristoratori, ad offrire al proprio Cliente le bottigliette mignon da cc. 100 circa di olio extra vergine di oliva. Guarda caso tale obbligo è la mia idea comunicata in data 3 marzo 2005. Sono orgoglioso delle mie idee quando vedi che le stesse diventano realtà applicate. Saluti a tutti.

Mario De Angelis



Siamo contenti tutti, ma la strada è ancora lunga e incerta.
Da quando abbiamo pubblicato il 26 febbraio 2005 il nostro schema di proposta di legge (link esterno) si è lavorato tanto per cercare di coinvolgere e convincere la ristorazione, ma c'è poco da pserare nel breve periodo. Occorre pazientare, però siamo sulla buona strada. Peccato le anomalie dell'attuale legge. E' un vero peccato, perché se ci fosse stata maggiore collaborazione tra le parti sarebbe stato un vantaggio per tutti, sia per chi crede nell'olio, sia per la ristorazione, sia per la stessa De Petris, che ne sarebbe uscita in maniera più limpida, con una legge senza aporie.
Riguardo al punto 2, l'interpretazioe data è molto rigorista ma non per questo esatta. La legge parla di "contenitori non etichettti secondo la normativa vigente" e non "contenitori non confezionati secondo la normativa vigente", una parola che però muta il significato della norma.
Il Reg 1019/2002, a cui si fa normalmente riferimento, distingue molto chiaramente tra imballaggio e etichettatura. Per imballaggio si intende la confezione (max 5 litri, tappata e sigillata), l'etichetta è altra cosa, è una parte della confezione che deve rispettare alcune regole ben definite. Riteniamo quindi che il legislatore, avendo fatto esplicito riferimento all'etichettatura e non al confezionamento, non imponga di presentare al consumatore bottiglie tappate e sigillate.
La nostra stessa proposta non lo prevedeva in quanto le confezioni monodose, 100 cc, pongono alcuni problemi, essenzialmente di natura economica. Innanzitutto il costo dell'imballaggio, decisamente superiore rispetto a quello del contenuto. Difficilmente il produttore potrebbe vendere al ristoratore la bottiglia da 100 cc a meno di 3-4 euro. Considerando il legittimo ricarico del ristoratore, dovuto a costi di stoccaggio, amministrazione..., è veramente difficile che una bottiglietta da 100 cc.possa costare al cliente meno di 6 euro, una cifra alta che farebbe lievitare ulteriormente i conti del ristorante.
Occorre trovare delle soluzioni.
Quanto alla Toscana, non si impone alcun obbligo, come d'altra parte si deduce da un articolo che abbiamo pubblicato il 6 novembre 2004: link esterno
Insomma, vedremo cosa verrà fuori, con questa nuova legge. Si spera non il solito pasticcio all'italiana.

Luigi Caricato & Alberto Grimelli

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