La voce dei lettori

Xylella Fastidiosa, perché seccano gli olivi nel Salento?

Gli agricoltori brancolano nel buio, come ci scrive Giorgio Greco. L’unico tentativo per contenere l’avanzata della malattia e mitigarne gli effetti, tentativo che trova d’accordo un po’ tutta la torre, rimane quello del ripristino delle buone pratiche agricole di una volta

16 dicembre 2016 | T N

Perché seccano gli ulivi nel Salento?

A 3 anni dal misterioso morbo è questa la domanda che molti continuano a porsi, alla quale, finora, non è stata data una risposta univoca, certa, condivisa e definitiva.

Sono tanti gli agricoltori e i proprietari che non sanno ancora cosa accade tra gli ulivi, non sanno perché seccano, se, ad esempio, le proprie piante sono positive o negative al batterio Xylella oppure è qualcos’altro a farle seccare; essi brancolano nel buio. E’ una situazione paradossale, alquanto singolare, che non credo abbia precedenti nel mondo agricolo-ambientale, una situazione intricata che genera confusione su confusione, una torre di Babele più caotica del solito.

L’unico tentativo per contenere l’avanzata della malattia e mitigarne gli effetti, tentativo che trova d’accordo un po’ tutta la torre, rimane quello del ripristino delle buone pratiche agricole di una volta, anche se, di fatto, risulta debole, isolato e quindi poco incisivo.

Personalmente è da gennaio 2014 che sto provando quella che, oggi, rappresenta una semplice sperimentazione empirica. Fino a qualche giorno fa non conoscevo neanche le varietà presenti nel mio campo: sono due, Cellina di Nardò e Ogliarola Leccese, e mi sono state indicate da un anziano contadino del paese, uno tra i pochi che le sa distinguere.

Il disseccamento si è manifestato sui miei alberi negli ultimi mesi del 2013 e non so quanto tempo può vivere una pianta una volta attaccata. Quello che so è che sono trascorsi 3 anni, durante i quali sono state scattate altre foto, l’ultima il 22 ottobre 2016, ad aggiornare la situazione. C’è ancora vita nel mio oliveto, nonostante i ripetuti attacchi con alberi visibilmente più sofferenti rispetto ad altri, per cui la sperimentazione empirica va avanti fino al prossimo aggiornamento previsto ad aprile 2017.

Giorgio Greco

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