La voce dei lettori 21/07/2016

Uno sfregio all'olivicoltura siciliana?

Uno sfregio all'olivicoltura siciliana?

Un oliveto a Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, raso al suolo per far posto a delle serre. Quando libertà imprenditoriale e tutela del paesaggio confliggono si può cercare un compromesso, ma servono attenzione e controlli


Salve,

conoscendo il vostro impegno per l'olio vi invio foto di uno scempio...(autorizzato) che sta avvenendo a Chiaramonte Gulfi, Citta dell'Olio e patria della Tonda Iblea.

Nelle foto si vedono alcune piante rase al suolo. Faranno il posto a delle belle serre in plastica.

Complimenti chi permette tutto ciò.

Certo nelle carte delle autorizzazioni c'è scritto che devono reimpiantare lo stesso numero di piante, peccato che dopo un anno le nuove piantine moriranno e come al solito e nessuno controllerà.

E' possibile tutto questo? Possibile assistere impotenti a un simile scempio autorizzato?

Cordiali saluti

V. R.


Gentile V.R.,

come in altri caso simili Teatro Naturale ha deciso di tutelare il suo anonimato, dopo aver preso le dovute informazioni sulla veridicità delle informazioni riportate.

Dispiace sempre quando un oliveto sparisce, specie se la ragione che ne è la causa è di tipo economico-imprenditoriale, come appare in questo caso.

L'imprenditore in questione ha scelto le colture in serra e la sua libertà di impresa, tutelata dalla Costituzione, confligge inevitabilmente con la salvaguardia del paesaggio, ugualmente tutelata dalla Costituzione.

In questo caso le autorità hanno scelto di operare attraverso il sistema delle misure compensative, ovvero imponendo la messa a dimora di un ugual numero di piante rispetto a quelle tagliate.

Chi controllerà che ciò avvenga? Dovrebbero, in teoria, essere le stesse autorità ma accade, in tutta Italia non solo in Sicilia, assai raramente.

Ne consegue che la tutela del paesaggio rimane solo sulla carta, o per meglio dire sulle carte dell'autorizzazione.

Speriamo che l'eco mediatica data alla vicenda possa aiutare, così equilibrando il legittimo interesse privato dell'imprenditore con l'altrettanto legittimo diritto della collettività di veder tutelato il paesaggio italiano.

Cordiali saluti

Alberto Grimelli

di T N