La voce dei lettori
Il suolo malato e il disseccamento degli olivi
Cambiamenti climatici epocali mutano il quadro dell'ecosistema salentino ma le pratiche agronomiche restano immutate. Le sbrigative pratiche di coltivazione consistenti nell'uso incontrollato di agrofarmaci hanno pesantemente contribuito al degrado della foresta degli ulivi salentini secondo Giorgio Greco
07 luglio 2016 | T N
Spett. Redazione,
rispetto a tanti anni fa il Salento ha registrato dei cambiamenti climatici significativi. I tre pilastri meteo che determinavano le stagioni in questo lembo di terra sono ormai un ricordo lontano: la Depressione d’Islanda e l’Anticiclone Russo-Siberiano d’inverno, l’Anticiclone delle Azzorre d’estate. L’azione di questi tre protagonisti nello scacchiere meteorologico italiano faceva si che in autunno e in primavera le piogge fossero regolari, in inverno, oltre alle piogge, ci fossero anche giornate di freddo secco e pungente con estese gelate notturne, in estate il caldo fosse sopportabile con gradita presenza di episodi temporaleschi ad ossigenare l’atmosfera e rinfrescare l’ambiente. Oggi non è più così! Nel Salento piove poco ed in maniera irregolare, i temporali estivi sono sempre meno frequenti e, da giugno a settembre, la siccità è estremamente prolungata con la presenza, ormai sempre più assidua, dell’Anticiclone Africano e conseguenti temperature bollenti, intorno ai 40 gradi, con afa insopportabile. La temperatura media annua, specie nel Salento ionico, è salita, negli anni, in maniera esponenziale e Gallipoli risulta essere la città più mite della Puglia.
A queste condizioni atmosferiche si è aggiunto, in agricoltura, l’abbandono progressivo delle buone pratiche agricole di un tempo per far posto a sbrigative pratiche di coltivazione consistenti nell'uso incontrollato di agrofarmaci che hanno pesantemente contribuito al degrado della foresta degli ulivi salentini, destinata alla scomparsa per far posto alla desertificazione.
Aldilà del batterio Xylella, quindi, che pare abbia un ruolo marginale in questa vicenda, nel valutare il disseccamento rapido degli alberi, non si può non riflettere sullo stato di salute del suolo che li ospita, sofferente, impoverito di humus e quindi non più in grado di nutrire le piante, esponendole agli attacchi di batteri, funghi, muffe e parassiti vari.
E’ necessario, prima di ogni altra iniziativa, quale ad esempio il diritto al reimpianto, rivedere le fondamenta di questo territorio per riportare, gradualmente, l’habitat naturale al proprio equilibrio.
Giorgio Greco
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