La voce dei lettori 20/01/2016

La depurazione delle acque di vegetazione delle olive è un optional?

Se è possibile scaricare in fogna acque con un COD da 100.000 a 190.000 ppm, oltre a tanti altri inquinanti contenuti nelle acque di vegetazione, la legge Merli e le successive hanno più senso di esistere?E' la provocatoria domanda di Spoladore Umberto


Gentile redazione,

ho appena appreso che la regione Liguria consente lo scarico in fogna delle acque di vegetazione derivante dalla molitura delle olive.

Poiché mi occupo di depurazione delle acque sin dal 1978 (data in cui sarebbe dovuta entrare in vigore la legge Merli), mi viene spontaneo chiedere “ Le acque di vegetazione sono inquinanti oppure no?”.

In tutti questi anni siamo stati vittime di fantasie politiche od ignoranza scientifica oppure semplicemente di una invenzione per creare nuovi settori economici?

Sono stati sottratti fondi sia comunitari che privati per depurare queste acque con la scusa di estrarre polifenoli vedi CNR – Università di Firenze, Università di Perugia ed in particolare Università di Genova.

Proprio la Regione Liguria ha promosso, con compartecipazione di organi istituzionali e rappresentanti di associazioni, la ricerca ed Il finanziamento attraverso convegni e conferenze a livello Mediterraneo coinvolgendo docenti greci, israeliani, spagnoli, ecc.

Chissà perché, all’improvviso, lo scarico di queste acque non rappresenta più un problema, anzi, i
gestori dei depuratori pare plaudono a questa iniziativa in quanto, finalmente avranno a disposizione più acqua da trattare con carico organico tale da mantenere in vita sia loro che i batteri.

Credo che tutto questo faccia parte di una innata ipocrisia caratteristica dell’arrangismo politico.

Ci sono aziende che per risolvere detto problema, per il terzo ciclo politico vede sfumare non solo risorse per studi e sperimentazioni ma anche ingenti somme spese per prototipi vari.
Esiste una enorme letteratura che dimostrano questo.

Quante sono le vittime di queste subdole idiozie politiche?

Mi rivolgo a Voi per chiedere lumi in merito ad una domanda molto semplice “ Le acque di vegetazione inquinano oppure no?”

Chi ha subito danni per procedure penali e con conseguenze anche pecuniarie a questo punto ha diritto ad un rimborso ed una riqualificazione sociale oppure deve pur sempre rimanere vittima di una convenienza politica.

Chi ha dato strumenti alle ATO, alla Forestale ed all’ARPAL di procedere ed ora ritratta deve essere indagato ed esposto al pubblico ludibrio per incapacità professionale e restituire tutti i beni incamerati durante il suo periodo amministrativo.

Ora mi domando “Se è possibile scaricare in fogna acque con un COD da 100.000 a 190.000 ppm, oltre a tanti altri inquinanti contenuti nelle acque di vegetazione, la legge Merli e le successive hanno più senso di esistere? . Il limite di scarico in fogna non era di 500 di COD ?”.

L’impressione è che sia giunto il tempo di chiarire una volta per tutte se la depurazione è un optional come la patente.
Cosa non si farebbe per un pugno di voti!?

Spoladore Umberto

 

Gentile Dr. Spoladore,

la possibilità di scaricare le acque reflue di frantoio nel corpo fognario in realtà non è nuova, essendo prevista dall'articolo 101 comma 7 lettera c del decreto legislativo 152/2006, testo uniuco ambientale:

"c) provenienti da imprese dedite alle attività di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dall'attività di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilità"

I frantoi aziendali, quindi, potevano già dal 2006 scaricare le acque di vegetazione in fognatura.

Ora tale possibilità, come spiegato nel nostro articolo: Acque di vegetazione di frantoio come quelle reflue domestiche, ma ad alcune condizioni, è concesso anche ai frantoi artigianiche frangano le olive del territorio.

La scelta ha, evidentemente, anche una natura politica, volendo aiutare le piccole imprese del territorio per uno smaltimento sostenibile dei sottoprodotti.

La nuova norma, che è nazionale e non soltanto ligure, conferisce inoltre ampia autonomia alle autorità di bacino, o comunque quelle a capo dello smaltimento dei rifiuti e drelle acque reflue, nello stabilire i requisiti minimi delle acque di vegetazione prima che queste possano essere immesse nel corpo fognario.

Distinti saluti

R.T.

 

di T N