La voce dei lettori

Consorzi di bonifica: tassa da pagare solo in presenza di un beneficio diretto

Il caso del Consorzio dell'Arneo torna a far discutere, tre anni dopo la sommossa di ottomila agricoltori. Oggi “è stato resuscitato” ci scrive Carla Rodio “per spremere il già tanto provato settore”

24 luglio 2015 | T N

Gentilissimi signori,

vi chiediamo di affrontare il discorso del Consorzio di Bonifica dell'Arneo, che ha inviato a migliaia di agricoltori pugliesi queste cartelle di un "consorzio fantasma", che è stato resuscitato, dopo un periodo di quiescenza, per spremere il già tanto provato settore.

Cordiali saluti.

Carla Rodio

 

Gentile Signora Rodio,

non è la prima volta che sentiamo parlare del Consorzio di bonifica dell'Arneo. La prima volta fu nel 2012, in occasione di un'altra mobilitazione simile.

All'epoca la contestazione sottolineava che il Consorzio di bonifica dell'Arneo, ente che opera sull’intero territorio dei comuni di Manduria, Avetrana, Maruggio, Sava, Torricella e Lizzano non ha prodotto nè produce servizi per il raggiungimento degli scopi di statuto secondo per cui chi non beneficia di alcun servizio doveva essere escluso dalla contribuzione consortile.

Il beneficio, assieme all’inserimento dell’immobile nel comprensorio di bonifica ed alla titolarità in capo al contribuente, è infatti uno dei tre presupposti della sussistenza del potere impositivo. Il beneficio è il vantaggio diretto e, quindi, di natura fondiaria che l’immobile tassato ha conseguito in ragione causale delle opere, eseguite e/o manutenute, da parte del consorzio di bonifica.

Per l’applicazione del contributo di bonifica, quindi, vi è necessità di una razionale individuazione dell’area dei beneficiari e della maggiore o minore incidenza dei benefici, a seconda della collocazione dell’immobile.

I piani di classifica formulati dai Consorzi, che hanno stabilito quali territori fossero da assoggettare a tassazione, sono stati già impugnati, nel 2012, da circa ottomila agricoltori salentini, brindisini e tarantini in adesione ad una mirata iniziativa di Confagricoltura.

La storia, insomma, si ripete. Confagricoltura, come già nel 2012, si è mossa. Anche l'Associazione dei consumatori di Nardò si è contestualmente mossa.

Al momento l'unica soluzione resta il ricorso di fronte alle Commissioni tributarie. Ricordiamo infatti che il neo governatore della Regione Emiliano ha deciso di non intervenire per sospendere le cartelle: “ovviamente - spiega - prima di ogni altra cosa stiamo verificando tutta la vicenda nella sua complessità. Inutile dire però che allo stato attuale non c’è un’idea di sospendere le cartelle. Piuttosto vogliamo capire come rimettere in funzione il sistema dei servizi cui pervengono quei pagamenti. Ma l’elemento fondamentale è che quei contributi non sono contributi che la Regione può sospendere sua sponte e che la legge impone ai consorzi di richiedere ai propri soci”.

Cordiali saluti

Redazione Teatro Naturale

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