La voce dei lettori

Perchè gli oli d'oliva Dop sono a marginalità zero

Le politiche associative hanno spinto a certificare enormi quantità di produttori ed ettari di oliveti al fine del percepimento del premio ex art 68 ma il mercato dello sfuso non riesce a recepire tutto quest'extra vergine d'oliva. La denuncia di Elia Pellegrino dell'Associazione Frantoiani di Puglia

03 giugno 2015 | T N

Gentilissimo Direttore Grimelli,

vorrei commentare quanto pubblicato da Lei in merito alla Dop Terra di Bari su sollecitazione del lettore Minelli; l'Associazione Frantoiani di Puglia da tempo lamenta la perdita di valore di un cardine della produzione olearia del territorio.

Il nord barese, zona vocata per la produzione di olii dop Terra di Bari, in una fascia di scarsi 80 km produce oltre il 25% dell'intero prodotto nazionale; sul territorio insistono produttori e frantoiani che sono esempi di eccellenze a livello nazionale ed estero, imprenditori che si sforzano di proporre sui Mercati  "un prodotto ed il relativo territorio"  a prezzi discretamente alti per le quotazioni medie pugliesi; lottano con un mercato che specie in una annata disastrata come questa, accetta poco e male integrazioni ulteriori di prezzo e costi supplettivi che una Dop impone.

A parte il caso specifico della bottiglia fotografata dal Dott. Minelli, assolutamente non giustificabile un prezzo così basso da logiche di mercato, canvass o prossimità alla scadenza, forse bisognerebbe andare un po a ritroso per capire perchè gli olii Dop sono a marginalità zero.

Le politiche associative hanno spinto a certificare enormi quantità di produttori ed ettari di oliveti al fine del percepimento del premio ex art 68; si produce tanta di quella merce che il mercato dello sfuso non recepisce, comunque il frantoio si presta nell'esercizio della attività di molitura a certificazioni annuali necessarie al produttore, contribuendo come da disciplinare a versare €. 0,20 per quintale olive macinate direttamente nelle casse dell'Ente Certificatore. Un boomerang direi oltre che migliaia di euro inutili per ogni singolo trasformatore!

Un sistema di controllo post confezionamento, magari prima che la merce stazioni sugli scaffali, sarebbe oltremodo auspicabile; la tecnologia alimentare ha messo a punto diversi strumenti per la rilevazione dei parametri qulitativi, varietali e chimico fisici.

Innalziamo il livello, valutiamo bene se strategicamente i grandi contratti con discounts tedeschi e gd italiana siano veramente utili a portare valore aggiunto alla filiera e forse, un prodotto unico al mondo per rapporto quantità/qualità/prezzo, potrà uscire vincente dalla sfida del terzo millennio!
cordialità

Elia Pellegrino

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