La voce dei lettori

Caro Ilario Vinciguerra, ma davvero non ha capito dove ha sbagliato?

Botta e risposta tra Ilario Vinciguerra e Alberto Grimelli. Tutta una montatura politica? No, con le affermazioni in tv è stato inquinato il lavoro di anni di corretta informazione olivicolo-olearia, in primis di olivicoltori e frantoiani

10 febbraio 2015 | T N

Spett. redazione,

imparate a vedere la veridicità delle notizie ,

Il vostro assessore si è fatto una buona campagna politica sulle vostre spalle !!!!!

Io sono uomo del sud e lo amo. Amo l'olio fino a tal punto che ho bandito il burro dalla mie preparazioni.

La cucina mediterranea è la mia bandiera.

Vedetevi la puntata e capirete.

Io ho solo detto che per mantecare il risolio preferisco un olio più leggero e non pesante nel senso di corposo, fruttato come quelli del sud.

Non ho mai parlato della Puglia (terra che amo e ci vado pure in vacanza)

LEGGETEVI TUTTO L'ARTICOLO E VEDETE COSA DICHIARO !!!!!!!!!

Evviva tutta l'Italia da nord e sud ma francamente con questa classe politica la vedo dura 

Ilario Vinciguerra

La disfida sull’olio, tra l’assessore all’agricoltura Fabrizio Nardoni e lo chef Ilario Vinciguerra, finirà davanti ad una tavola imbandita. Prova di cucina, degustazione di oli e, ci si augura, brindisi finale. Tutto a spese dell’assessore, non dei contribuenti pugliesi. È l’accordo a distanza raggiunto, per il tramite del Corriere, tra i due contendenti. La contesa è (stata) aspra e riguarda la qualità dell’extravergine pugliese. Lo chef — campano, stellato, ristorante a Gallarate — il 3 febbraio è intervenuto alla trasmissione Rai «Detto Fatto», condotta da Caterina Balivo. Rivisitazione di un piatto tradizionale: «risolio» alla carbonara, invece della pasta. Preparazione, spiegazione, infine alcune frasi di pochi secondi: sarebbe meglio usare «l’olio ligure che è leggero, come quelli del Nord», mentre «quelli del Sud sono più pesanti e tra virgolette più acidi».

La frase è riferita all’assessore, che si trova a Berlino per la fiera internazionale di frutta e verdura, e innesca la contesa. Per nulla banale, visto che dalla Regione parte anche una richiesta ufficiale di rettifica rivolta alla Rai: quel concetto è sbagliato e va corretto davanti all’opinione pubblica. «Questo spot a favore delle produzioni liguri — dice Nardoni — non solo non corrisponde al vero, ma viene fatto in danno di Regioni che sono forti produttrici, come la Puglia. La quale produce da sola oltre il 50% di tutto l’olio italiano». Non basta. Nardoni illustra un particolare poco conosciuto: l’extravergine prodotto al Sud viene frequentemente imbottigliato al Nord. Da sole — spiegano gli uffici della Regione — Puglia, Calabria, Campania e Sicilia rappresentano il 70% della produzione di olio. Liguria, Toscana, Umbria e Lombardia si fermano al 6,5% ma imbottigliano molto di più. Alcuni esempi: la Puglia produce il 50% di olio e mette in bottiglia il 10% del totale nazionale. La Toscana produce il 5% e mette in confezione il 36%. Come dire che quando si prova a menar vanto di olio finito in bottiglie liguri o toscane forse si sta parlando di olive frante nel Mezzogiorno.

«L’olio del Sud e della Puglia — dice Nardoni — costituisce una produzione vera, tangibile e andrebbe considerato come patrimonio nazionale, da preservare anche nella comunicazione. Crediamo che l’affermazione del bravo Vinciguerra sia stata fatta certamente non per dolo ma per scarsa conoscenza delle grandi eccellenze che caratterizzano le nostre produzioni. Vuoto di sapere che intendiamo colmare invitandolo a cucinare, nella stessa trasmissione, utilizzando l’olio pugliese più appropriato. E se incontrasse difficoltà a scegliere, allora sarà nostra cura invitarlo in Puglia». «Ma io — replica Vincigurerra da Gallarate — non ho parlato della Puglia, terra che amo. Ho suggerito con parole semplici, ad un pubblico di casalinghe, di usare un olio leggero per mantecare il riso. E non un olio con odore e sapore più accentuati». Rettificherà il concetto, come chiede l’assessore? «Vedrà la Rai che fare. Sono certo di non aver pronunciato alcuna parola contro l’olio pugliese e meridionale. Prodotto che adopero molto spesso per il pesce o il carpaccio di carne. E poi, guardi, per il Sud facciamo più noi meridionali al Nord che tanti personaggi politici». Nardoni la invita in Puglia, verrà? «Sì, a condizione che l’assessore paghi di tasca sua. Ci porto la famiglia e il mio staff al ristorante: in tutto siamo in 15». «Faccio l’assessore e difendo la Puglia — replica Nardoni — ma non c’è problema. Vinciguerra, se viene, sarà ospite mio».

 

Caro Ilario Vinciguerra,

mi fa piacere sapere che ha bandito il burro a favore dell'olio extra vergine d'oliva.

Già, ma quale olio extra vergine d'oliva? Non ce n'è solo uno ma molti. Non è solo una questione di origine geografica o di varietà. Sono molti i fattori in gioco.

Ecco perchè cascano le braccia quando uno chef stellato, come lei, dà voce a vecchi stereotipi sull'olio extra vergine. In poche battute ha “inquinato” il lavoro di chi, in primis i produttori, sta cercando di fornire informazioni semplici e chiare.

Davvero non ha capito perchè ha sbagliato? Davvero non ha capito perchè mezzo mondo olivicolo si è infuriato? La politica non c'entra un bel nulla. Ancor meno l'assessore Nardoni.

Il problema sono le basi di cultura olearia o, quantomeno, l'utilizzo di un lessico corretto.

Non sa quanta fatica fanno i produttori a spiegare ogni volta, in fiere ed eventi vari, che il piccante e il fruttato non hanno nulla a che vedere con l'acidità dell'olio. L'acidità di un extra vergine, lei lo sa di sicuro, non si può misurare né percepire in bocca. Quello che sentiamo, invece, sono i polifenoli che ci danno sensazioni piccanti, pungenti e anche amare. Affermare in tv che un olio è acido significa buttare a mare il lavoro di informazione fatto da migliaia di olivicoltori e frantoiani.

Lei ha poi affermato che gli oli del sud (ha ragione, non ha mai parlato di Puglia) sono più corposi, più intensi. Questo è un altro vecchio stereotipo sul mondo olivicolo che nulla ha a che vedere con la realtà. La invito ad assaggiare una Biancolilla siciliana, una Carolea calabrese, un'Ogliarola salentina. Vedrà che di corposo hanno ben poco. Le assicuro poi che certe Casaliva del lago di Garda, oppure Correggiolo di Brisighella, per non parlare della Bianchera friulana hanno ben poco a che fare con sensazioni leggere.

Francamente me ne infischio delle sue polemiche personali con l'assessore Nardoni ma se, con le sue affermazioni, mi distrugge il lavoro di anni di corretta informazione olivicolo-olearia, perbacco se mi arrabbio.

Cordiali saluti e buon lavoro

Alberto Grimelli

 

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