La voce dei lettori

Le tre vie per l'olio di oliva italiano in questo annus horribilis

Per uscire dalla crisi occorre trasformare "i commenti in previsioni e le previsioni in obiettivi" ci scrive Gigi Mozzi. Sarà necessario essere "realistici ma anche ambiziosi, concreti ma anche aggressivi, prudenti ma anche coraggiosi", sperando di non imboccare la strada "abbiamo scherzato"

20 novembre 2014 | T N

Caro Antonucci,

credo che fino a che non avremo notizie certe sulla quantità e sulla qualità dell’olio extravergine italiano della campagna  2014, sia molto complicato fare commenti e previsioni (ndr L'olio d'oliva italiano sarà assente dagli scaffali. I consumatori mondiali ne sentiranno la mancanza?)

Non ho nessuna competenza che mi permetta di aggiungere parole ai commenti che sono già numerosi e saranno ancora di più: ma, siccome uno dei miei mestieri è quello di fare previsioni, ho imparato qualcosa che forse ci può tornare utile.

Come sai, fare previsioni è un processo naturale, spontaneo, molte volte inconscio, che noi tutti utilizziamo, sempre:  è quello che ci permette di valutare ogni fatto che si verifica rispetto a quello che si sarebbe potuto realizzare.  

La differenza tra la probabilità e la realtà, tra un obiettivo e un risultato, tra un desiderio e un evento.  

E quando il risultato si verifica (positivo o negativo che sia), possiamo guardarci indietro con la scusa di voler capire, con l’ambizione di poter giustificare ogni cosa con il senno di poi, oppure possiamo guardare avanti e, facendo tesoro dell’esperienza, fare una nuova previsione, che conviene prenda la forma di obiettivo.

Per questo, aspetto di capire quello che è successo veramente:  non per confrontarlo con quello che si sperava potesse succedere e nemmeno per capire quello che si sarebbe potuto o dovuto fare, ma per fare una nuova previsione (l’obiettivo da raggiungere) e pianificare le azioni da fare, ricordando naturalmente, di non ripetere eventuali errori.

So che stai ancora leggendo, incuriosito per capire dove voglio arrivare: ne approfitto.

Chi fa il mio mestiere, non ha l’ambizione smisurata di prevedere gli eventi, ma ha lo scopo di gestire le conseguenze che derivano dagli eventi, soprattutto quando sono diversi dalle attese.

Per farlo, trasformiamo i commenti in previsioni e le previsioni in obiettivi: che, in questo mercato, viste le prime indicazioni che arrivano dalla produzione, dovranno essere realistici ma anche ambiziosi, concreti ma anche aggressivi, prudenti ma anche coraggiosi. 

Se  i pensieri di Munari sul significato delle presenze e delle assenze sono anche previsioni, ci troviamo di fronte a due obiettivi alternativi: da una parte, far sentire la mancanza dell'olio extravergine italiano (del tipo "poco ma buono"), oppure far passare la nottata, evitando che l'assenza sia troppo evidente (del tipo "torno subito").

La terza strada (del tipo "abbiamo scherzato"), mi sembra la più difficile e certo la più pericolosa.

Gigi Mozzi

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giampaolo sodano

22 novembre 2014 ore 16:10

non saprei quale delle tre scegliere. il problema è se "farcene una ragione" o rovesciare il tavolo. penso che nell'interesse di tutti, produttori e consumatori, si abbia il dovere di rovesciare il tavolo e buttare ciò che avanza nella pattumiera. non c'è nulla che valga la pena di essere conservato. le persone di buona volontà devono ri-trovarsi e decidere cosa fare e subito. non c'è molto tempo. salvare l'olio italiano è l'impegno di oggi. sappiamo che il gioco vale la candela e possiamo ancora farcela.