La voce dei lettori
Ma davvero gli olivi colpiti da Xylella fastidiosa non si possono salvare?
E' possibile che con pochi interventi, quali taglio dei rami secchi e trattamento con rame e calce, sia possibile far rinascere gli alberi che apparivano morti. L'esperienza in piena zona rossa, a Parabita, in provincia di Lecce
30 luglio 2014 | T N
Gentile redazione,
la nostra associazione Spazi Popolari si è occupata fin dal primo momento de l'affaire Xylella, sollevando forti dubbi in merito a tutta la vicenda, fino a farci presentare un esposto in procura che a sua volta ha ritenuto opportuno aprire un inchiesta.
Pertanto, non ci siamo fermati solo a denunciare ma, abbiamo avviato una sperimentazione e altre ne avvieremo.
Era lo scorso dicembre quando siamo stati contattati dal proprietario di un oliveto di 5 ettari, situato nella zona rossa a Parabita (LE).
Oliveto secolare colpito dal "complesso essiccamento rapido". Abbiamo fornito consulenza gratuita, semplici prassi agroecologiche, le stesse tecniche che i nostri antenati hanno praticato per centinaia di anni: taglio dei rami secchi, e distruzione sul campo degli stessi, irrorazione della chioma e dei tronchi con poltiglia bordolese, alla dose di 1Kg di solfato di rame + 1 Kg di grassello di calce per 100 litri di acqua, sfalcio dell'erba. Successivamente, per ferti-irrigazione, abbiamo dato un prodotto naturale a base di aglio, prodotto (regolarmente registrato) proveniente dalla Spagna.
Il primo maggio fui invitato dal proprietario, entusiasta della nostra consulenza. Alberi rinati! Proprio oggi, ho risentito Salvatore, il contadino che conduce l'oliveto e gli ho chiesto della situazione. Salvatore e il proprietario sono entusiasti.
Trattasi di un noto imprenditore lombardo e per motivo di privacy, chiederò se è possibile visionare l'oliveto da personale esterno.
Appena avrò una risposta positiva, sarei felice di accompagnarvi personalmente a visionare l'oliveto dei miracoli.
Distinti saluti
Ivano Gioffreda
Presidente Associazione Spazi Popolari