La voce dei lettori 30/03/2013

Realizzare un orto sinergico e biodinamico: ecco qualche consiglio

Realizzare un orto sinergico e biodinamico: ecco qualche consiglio

L'agricoltura sinergica e quella biodinamica sono scuole di pensiero diverse anche se conciliabili. Avere riguardo per le rotazioni è fondamentale, come pure piantare anche erbe officinali


Spett. Redazione,

insegno nella scuola primaria di Monte San Quirico che ha aderito al progetto orti scolastici del comune di Lucca.

Nei prossimi giorni semineremo le piantine nel semenzaio, ma la nostra intenzione sarebbe di trapiantarle, una volta cresciute, nel giardino della scuola creando un orto biodinamico sinergico.

avremmo bisogno di alcuni consigli:

1. quali piante seminare per avere un raccolto entro i primi di giugno

2. come sistemare le piante per favorire la crescita ed il contrasto ai parassiti

3. quali fiori o erbe alternare alle colture sempre per favorire la migliore crescita

Grazie per l'aiuto che ci potrete dare

Maria Menelao

 

Gentile Signora Menelao,

premesso che l'orto sinergico e l'agricoltura biodinamica sono due cose diverse fra loro, non incompatibili e con diverse idee di base comuni, ma che affondano le loro radici teoriche in concetti espressi da Masanobu Fukuoka (e poi ripresi da Emilia Hazelip) nel caso dell'agricoltura sinergica, e da Rudolf Steiner  nel caso dell'agricoltura biodinamica, e che entrambe le scuole di pensiero presuppongono per una buona riuscita del lavoro una certa conoscenza teorica delle idee espresse da questi agricoltori-pensatori provo a rispondere alle Sue domande:

1) usare piante a ciclo breve come: ravanello, basilico, prezzemolo, rucola; oppure partire dalle piantine per insalata, bietola, cipolla.

2) nel caso dell'orto sinergico si devono sistemare nella parte bassa agli,cipolle, nella parte a metà insalate, bietola, spinaci ecc, nella parte alta pomodori, melanzane zucchine piselli,fagiolini . Nel caso di un orto biodinamico si possono consociare le colture alternando liliacee, solanacee, composite, leguminose e avere riguardo per le rotazioni (non mettere mai la stessa pianta dopo se stessa sulla stessa terra!) 

3) in un orto dovrebbero sempre esserci piante officinali, erbe medicamentose perennanti e annuali sistemate in siepi o aiuole che con la loro presenza e le loro fioriture attirano insetti, ragni ecc.. che contribuiscono ad ampliare la complessità del piccolo "microcosmo orto" per renderlo più completo e quindi più resistente. Come non dovrebbe mai mancare la presenza di un lombricaio per il compostaggio dei rifiuti organici e la creazione di humus.

Le indicazioni fornite si basano su considerazioni che provengono da lontano e rispondendo con brevità si rischia di semplificare troppo e creare fraintendimenti o generare errori. Queste scuole di pensiero, con le quali è possibile affrontare molti temi dall'elevato valore didattico, non devono essere affrontati in modo superficiale ma è necessario sapere per saper fare in modo corretto e non sprecare tempo.

un saluto

Francesco Presti

 

di T N

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Commenti 4

Alberto Guidorzi
Alberto Guidorzi
31 marzo 2013 ore 20:21


Gentile Sig. Presti
Effettivamente non ho ben tenuto conto del fatto che "e poi ripresi da Emilia Hazelip" era messo tra parentesi. Me ne scuso. Tuttavia il mio dissenso verteva più sul fatto di assecondare il fatto che l'insegnate cercasse di fondare il suo progetto didattico su agricolture irreali.

I miei non sono pregiudizi sulle agricolture di Fukuoka e Steiner, ho approfondito eccome questi modi di fare agricoltura e sono venuto alla determinazione che si è nel campo dei sognatori e che le loro esperienze non possono essere insegnate a dei bambini perchè significa dare loro un messaggio falso e diseducante. Ma quale: “che sta provando a portare un bellissimo ed efficace strumento didattico a scuola” come Lei scrive, l'insegnate sta partendo con il piede totalmente sbagliato e sta solo imponendo una sua visione e senza tra l’altro avere prima almeno sgrossato le sue conoscenze in materia; ma ciò non è educare è plagiare . L'orto didattico deve essere una forma di agricoltura in miniatura da cui deve scaturire per i ragazzi cosa significa fare agricoltura, prendere coscienza dei processi e dei cicli naturali, vale a dire: il concetto di preparazione del terreno, del letto di semina e della ottimale germinazione, cosa che Fukuoka elimina del tutto dal novero delle pratiche (egli infatti dice di non arare o vangare, di seminare in superficie e non ricoprire il seme con il terreno). Le pare educativo insegnare a dei bambini che “l'agricoltura e solo meccanismo di autoregolazione che può manifestarsi soltanto se non gli si fa violenza", ma dove sta la violenza se io cerco di facilitare la crescita delle piante che mi sono utili a scapito delle altre, ma solo di quel particolare luogo, che non mi sono utili? Ma in natura non avviene una continua lotta per la sopravvivenza? E' anche questo che i bambini devono apprendere e il celare loro questo è illuderli colpevolmente.
Di fronte ad un parassita dobbiamo insegnare ai bambini che ha il diritto di vivere anche lui, anche se mi mangia le mie carote? Oppure occorre insegnare come difendersi con mezzi adeguati e rispettosi? Educativo è insegnare loro di adeguare il mezzo tenendo conto di tutte le interazioni, ecco che di fronte ad una aiuola di patate attaccate dalla dorifora si dirà che non vale la pena usare un insetticida particolarmente potente, al limite è molto meglio agire manualmente schiacciando le uova o raccogliendo le larve o meglio ancora raccogliendo gli adulti del parassita prima che depongano le uova. In questo modo si mostra loro che chi usa i prodotti chimici non lo fa per distruggere l'ambiente e tanto meno il consumatore. Lo fa perchè è impossibile pensare di usare il sistema dell'orto su un ettaro, non solo, ma su un ettaro io riesco invece, e contrariamente che nell'orto( e “devo assolutamente farlo”) dosare il prodotto insetticida in modo tale da salvaguardare la salute del consumatore, rispettare l'ambiente e permettere all'agricoltore che deve ricavare dei denari per vivere di ottenere un guadagno per ciò che fa.

L’agricoltura biodinamica è poi una vera e propria religione che si basa su concetti esoterici, perché un’insegnante deve utilizzare questo certo modo atroposofico di fare agricoltura per dare un messaggio di rispetto dell’ambiente quando anche attraverso l’agricoltura convenzionale, che ancora è il 99% di tutta l’agricoltura, si può più convenientemente far comprendere dove si deve migliorare e dove si fanno errori. Dire che si riesce a concimare diluendo per 100 e più volte del terreno prelevato dal corno letame o la diluzione omeopatica di infusi di erbe ha della vera e propria stregoneria, mi sa dire perché dei bambini si devono iniziare a pratiche stregonesche?

Alla Maestra io avrei risposto, Signora lasci stare l’orticoltura sinergica biodinamica e faccia l’orticoltura che faceva sua “nonna” che è molto più educativa. Invece Lei ha pensato bene di inviarle il seguente messaggio: “Queste scuole di pensiero, con le quali è possibile affrontare molti temi dall'elevato valore didattico, non devono essere affrontati in modo superficiale ma è necessario sapere per saper fare in modo corretto e non sprecare tempo”, che è il più fuorviante che si potesse dare, perché l’applicazione superficiale o approfondita delle due agricolture resta comunque pratica da apprendista stregone e si illude un insegnante digiuno che se ne possono ricavare forme di didattica migliori. Ma quali temi dall’elevato valore didattico si possono ricavare dalla stregoneria e dall’alchimia! L’agricoltura è un’attività economica che ha regole vecchie come il cucco che sono: rispetto del terreno durante le pratiche agricole, le buone pratiche agronomiche antiche sono ancora attuali (diserbo meccanico unitamente a diserbo chimico (così le dosi di pesticida sono enormemente inferiori) Analisi frequenti del terreno anche spazialmente per dosare la concimazione in funzione dei bisogni e non di un arricchimento del terreno tout court, gestione oculata e scientifica della sostanza organica (restituzione delle paglie, pratica del sovescio, alternanza di piante miglioratrici con piante asportatrici). Potenziare al massimo l’uso dei miglioramenti genetici apportati dalla ricerca con sementi selezionate. Questa è agricoltura moderna non certo la monocoltura!! Lei mi dirà molti agricoltori non praticano quanto su esposto, ed è vero, ma non è con principi esoterici che si migliora, l’unico risultato che si otterrebbe è lasciare qualcuno con il piatto vuoto. Occorre smuovere le condizioni che obbligano o permettono gli agricoltori a fare cattiva agricoltura, questo si deve fare.

angelo minguzzi
angelo minguzzi
30 marzo 2013 ore 22:32

caro Guidorzi,
mi sembra sbagliata la sua interpretazione del passo riportato nella risposta di Francesco Presti. Non dice che Steiner abbia "attinto" da Fukuoka. Bensì che "l'orto sinergico e l'agricoltura biodinamica sono due cose diverse fra loro" e che Fukuoka ha elaborato l'agricoltura sinergica e Steiner l'agricoltura biodinamica. Io l'ho capita così.
Poi sul fatto che il dire "entrambe le scuole di pensiero presuppongono per una buona riuscita del lavoro una certa conoscenza teorica ... " etc etc induca alle sue pittoresche considerazioni sulla serietà dei due metodi, beh mi sembra proprio inevitabile.
Angelo Minguzzi

francesco presti
francesco presti
30 marzo 2013 ore 22:17

Genitlissimo Sig Guidorzi,
ringraziandola del commento sono sicuro che ci sia un equivoco alla base della sua risposta.
é evidente che intendevo dire che la Hazelip ha rielaborato le intuizioni di Fukuoka e non certo che Steiner abbia potuto interagire con Fukuoka. il concetto mi sembra chiaro nel testo ma sicuramente sono io che mi sono espresso male.
Alla fine( ma anche all'inizio) dico di non affrontare la questione con fretta e superficialità poichè i concetti espressi e le applicazioni pratiche nelle 2 scuole di pensiero presuppongono una certa conoscenza della materia. Rispondendo di fretta si rischia di dare risposte facilmente fraintendibili ed è per questo che non ho citato il cornoletame e nessuno dei preparati biodinamici. Avevo paura insomma di banalizzare e di portare fuori strada la lettrice (cosa in cui Lei è riuscito benissimo!) che sta provando a portare un bellissimo ed efficace strumento didattico a scuola.
Anche questo mi sembra chiaro nel testo, ma sicuramente ho espresso male io il concetto. Si legge fra le righe un' evidente avversione per questi metodi alternativi formulando una risposta un po' arrogante basata su Suoi pregiudizi che la portano a parlare di folletti e fate.
consiglia allora di trattare con pesticidi e concimi chimici tutta il giardino di scuola per fare l'orto?

Alberto Guidorzi
Alberto Guidorzi
30 marzo 2013 ore 12:21

Ma per favore, almeno preparatevi quando rispondete a qualcuno?

Si legge nella risposta:

"Masanobu Fukuoka (e poi ripresi da Emilia Hazelip) nel caso dell'agricoltura sinergica, e da Rudolf Steiner nel caso dell'agricoltura biodinamica"

Fukuoka è nato nel 1913 e Steiner è morto nel 1925, mi sapete dire come Steiner abbia potuto elaborare le idee di Fukuoka?

Poi per favore se si vuol impiantare un orto biodinamico come si può far senza del "corno Letame"? Signora Menelao lei deve prendere un corno di vacca, riempirli di letame sotterrarlo e poi in primavera disseppellirlo togliere il letame maturato, al massimo un ettogrammo non di più, diluire all'ennesima potenza questo terriccio e irrorare il suo campo. Solo così lei riuscirà ad attirare le "forze cosmiche" sulle sue verdure che così la faranno campare fino a 150 anni.

Lei non ci crede?????? Beh neppure io. Sono solo baggianate di gente che credono ancora nei folletti e nelle fate.