La voce dei lettori
INCHIESTA TARIFFE MOLITURA OLIVE / 1. ECCO LE MIE VALUTAZIONI
Una lettera di Patrizio Amici, del frantoio "Il Casone" in Toscana: "Cominciamo col dire che le voci di consistenti frodi sui contributi alla produzione possono giustificare in parte una differenza di prezzo, ma sicuramente non basta...
28 maggio 2005 | T N
Saluto la redazione di Teatro Naturale,
mi chiamo Patrizio Amici e sono un giovane frantoiano della provincia di Livorno nella quale mi pregio di tenere in funzione uno degli ultimi frantoi tradizionali rimasti nella mia area, affiancato ad un frantoio moderno di tipo Rapanelli, con sistema Sinolea.
Vi scrivo in relazione all'articolo di cui sopra, per esporre il mio punto di vista su questo argomento, cercando di essere sintetico.
Questo anno il prezzo suggerito dalla nostra associazione frantoiani è stato di Euro 18,00 al quintale di olive, perciò ai massimi da voi rilevati.
Come si può affiancare questo dato ai 7/8 Euro al quintale della Puglia ?
Cominciamo col dire che le voci di consistenti frodi sui contributi alla produzione possono giustificare in parte una differenza di prezzo, ma sicuramente non basta.
Per comprendere meglio la costruzione dei costi che porta alla definizione del prezzo, è necessario fissare dei parametri di riferimento, pertanto stabiliamo in ipotesi, che il costo industriale di un frantoio oleario di tipo semi industriale o industriale, che lavori almeno 20.000 q.li di media all'anno, siano di circa 3/4 Euro al Q.le, a cui vanno aggiunti i costi di struttura, finanziari etc, per arrivare a 6/7 Euro al q.le.
Possiamo supporre quindi che a partire da un prezzo di frangitura medio di 8/10 euro al quintale un attivita' di molitura conto terzi possa essere remunerativa.
Cosa può contribuire quindi ad abbassare o alzare questo prezzo?
Il primo argomento che mi viene in mente è sicuramente la quantità media di olive lavorate, in quanto le economie di scala e l'incidenza dei conti fissi e di personale variano molto sotto i 10.000 q.li/anno; a mio parere questo valore da solo e' in grado di far lievitare il prezzo anche di 4/5 euro.
Altro motivo legato al territorio e quindi alla "tradizione e caratteristica peculiare del prodotto", riguarda la quantità di olive che il frantoio può lavorare per partita; mi spiego meglio: per lavorare 100 quintali di olive di un unica partita, un piccolo frantoio da 10 q.li/ora, impiega 10 ore, ma se i 100 q.li sono frammentati in 10 o addirittura 20 partite, quello stesso frantoio impiegherà 15 ore con una impennata dei costi di esercizio.
Va sottolineato che questa condizione riguarda i frantoi medio piccoli, da 15.000 q.li/anno o meno che io definisco Artigianali, per distinguerli dai frantoi in grado di lavorare 20.000 q.li ed oltre, che io chiamo Industriali o semindustriali.
E qui diventa necessaria una riflessione: se il disegno tracciato fino ad ora è coerente, sarebbe lecito pensare che una soluzione per il contenimento dei costi sia una concentrazione dei frantoi in strutture più grandi in grado di realizzare maggiori economie, meglio ancora se frantoi sociali di consorzi di produttori o addirittura cooperative, in modo da ridistribuire sui produttori stessi parte dei proventi di lavorazione.
In effetti questa è stata la tendenza in gran parte d'Italia, ma a mio modesto parere, la questione è piu complessa e riguarda le differenze di servizio che un frantoio di tipo "Artigianale" puo' offrire rispetto ad un frantoio "industriale"; mi riferisco in particolar modo a quella che è la mia realtà lavorativa, che credo essere anche la condizione di molte altre aree di produzione.
Per comprendere meglio diciamo che per essere efficente un frantoio di grandi dimensioni deve lavorare partite di olive proporzionate alla sua capacità di lavorazione, per cui deve insistere in un area caratterizzata da estese olivete meglio se organizzate per la raccolta meccanizzata, ma laddove il territorio sia frastagliato, collinare, e caratterizzato da olivete di piccole dimensioni, la frammentazione della produzione richiede frantoi in grado di affrontare partite piccole o piccolissime dell'ordine dei 3 q.li, per dedicare loro l'attenzione e il "mestiere" necessari per lavorarle.
Concludo; credo che attraverso ottimizzazioni di produzione delle olive e attraverso un miglioramento della collaborazione con i frantoi si possano ottenere economie consistenti, e pertanto ottenere in territori come la Puglia prezzi di frangitura intorno ai 9 euro, ma in altri prezzi di 15/ 16 euro al quintale sono coerenti e necessari per garantire la produzione.
Con l'occasione Vi porgo i miei più cordiali saluti.
Patrizio Amici
Frantoio "Il Casone"
La ringraziamo per averci scritto. La sua testimonianza è utilissima per il dibattito che vogliamo avviare tra i lettori sulla questione frantoi. Attendiamo altre mail così da fare il punto della situazione in giugno, alla luce dei vari punti di vista raccolti.
A presto, dunque.
la Redazione di "Teatro Naturale"
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