La voce dei lettori 02/02/2013

Ogni giorno è più difficile fare agriturismo in Italia. Vogliono farci chiudere?

Ogni giorno è più difficile fare agriturismo in Italia. Vogliono farci chiudere?

Lo sfogo della nostra lettrice Candida Cecchi de' Rossi è sintomatico dello stato di sofferenza del settore del turismo in campagna che, fino a pochi anni fa, veniva considerato ricco nell'ambito agricolo. I tempi d'oro sono finiti e la politica non se n'è accorta


Buongiorno,

leggo sempre con interesse i vostri articoli ; nell'ultimo numero ho letto l'articolo riguardante "Attenzione all'agro alimentare ma anche resistenze politiche..." In particolare alla fine dell'articolo ho trovato queste frasi del Ministro Catania: "Bisogna, poi, pensare a nuove misure finalizzate al sostegno del reddito dei nostri agricoltori, che garantiscano alla filiera una sempre migliore funzionalità. Infine – ha spiegato Catania – dobbiamo lavorare ancora per la tutela del Made in Italy. La battaglia sulla tutela e sulla tracciabilità del prodotto non si risolve con una o due operazioni legislative, dura da molti anni e ha diversi teatri di combattimento. Bisogna impegnarsi sempre di più, sia in sede di Wto che in sede comunitaria”.

Vorrei proporvi una riflessione riportando il mio caso specifico ma che credo può riguardare molte piccole aziende toscane. Intanto per farvi capire chi sono vi do alcuni dati essenziali: come settore agricoltura ho 900 piante di olivo, 1,5 ettari di vigneto, svariati ettari di bosco, produco olio vino, vinsanto (tutti DOC della Valdinievole); come agriturismo , ho cominciato nel 1987, ed ho 24 posti letto tra camere ed appartamenti.Ho un operaio fisso per mezza giornata (l’unico salario che posso permettermi) per il resto faccio tutto da sola. La mia attività non è un attività in più per arrotondare altre tipologie di lavoro, ma è l’attività che deve permettermi di mantenere quello che ho e di vivere in modo decoroso. Per farla breve, negli ultimi anni (ormai si può parlare di quattro /cinque anni) la crisi, le spese aumentate in modo esponenziale e la concorrenza di persone che affittano appartamenti /ville in campagna a prezzi bassissimi ha fatto sì che il mio lavoro non sia più redditizio. Negli ultimi tempi ho utilizzato fondi messi da parte in periodi più felici, ma ormai i nodi cominciano a venire al pettine. Le spese che dobbiamo sopportare sono altissime: acqua, Tarsu e ora Ires ci trovano spesso equiparati a categorie che non ci appartengono: noi siamo o non siamo agricoltura???? ; la concorrenza di quelli che affittano appartamenti e Ville (turismo in campagna, country house) a prezzi stracciati e che sono accanto e spesso sopra di noi in Internet nei portali di vendita online tramite i quali vendiamo il nostro prodotto, ormai è diventata insopportabile. Se dobbiamo mantenere il territorio (io ho 30 ettari) , questo ha un costo che gli altri (che magari hanno solo un giardino di 500 mq. non hanno). Ormai gli “sconti fiscali” che ha l’agriturismo, non sono più sufficienti per giustificare le spese che ha la mia azienda per mantenere il territorio e per mandare avanti l’azienda agricola. Inoltre essendo autorizzata ufficialmente sono ben conosciuta e quindi controllata da ogni tipo di “Controllore” come comune , vigili, asl, vigili del fuoco ecc ecc. Siamo sicuri che anche gli altri siano soggetti agli stessi controlli , come noi? Se tutti ci mettiamo a fare il “turismo in campagna” perché conviene di più, che ne sarà delle nostre colline, dei nostri oliveti? Vorrei poter dire al Ministro ormai dimissionario ed a chi verrà dopo di lui, che l'agriturismo deve essere considerato parte dell'agricoltura (come è per legge) nel senso che il Ministero dell'Agricoltura deve farsi portatore di questi problemi, anche investendo i fondi europei per campagne promozionali a livello nazionale e internazionale che pubblicizzino la nostra specificità, che facciano capire all’utente finale che un soggiorno in agriturismo invece che in una country house, vuol dire aiutare chi spende il proprio tempo ed i propri soldi per mantenere un territorio difficile (quello collinare toscano) che è patrimonio non solo di chi lo possiede ma di tutti. La campagna che è stata fatta per i prodotti a km0, sta funzionando, perché non fare qualcosa del genere anche per chi fa agriturismo? Per molte piccole aziende come la mia, l'agriturismo è e sarà sempre il solo e unico vero sostegno al reddito! Vi prego di rispondere a questa mail e di pubblicarla nella vostra interessante Newsletter. Sono sicura che molti dei vostri lettori vi scriveranno per dimostrare la loro adesione alla mia richiesta.

Grazie

Candida Cecchi de' Rossi

P.S. manderò in copia questa lettera ad Agriturist nazionale al quale sono iscritta ormai da più di vent'anni. Proprio ieri ho ricevuto un commento della Presidente Brancaccio al piano sul turismo presentato dal Ministro del Turismo Gnudi... ebbene in tutto il piano non si parla neanche una volta di agriturismo!!! E allora di noi chi si deve occupare????

 

 

Gentile Signora Cecchi de' Rossi,

una sola lettera ma molti temi e vari spunti che volentieri pubblichiamo.

Teatro Naturale, senza voler forzare i toni o utilizzare lo scandalismo, mette in evidenza da tempo le incongruenze di una politica agricola, nazionale e comunitaria, che è sempre più strabica. Da un lato guarda all'agricoltura come risorsa da valorizzare, dall'altra la relega in un cantuccio, affinchè disturbi il meno possibile.

Se l'atteggiamento è tale con l'agricoltura, non può essere da meno per l'agriturismo che ne è, o dovrebbe essere, diretta emanazione. Lei parla di tipicità riferendosi a produzioni locali di pregio, legandole alla sua attività ricettiva, ma accade spesso che l'agriturismo non sia altro che un relais di lusso che ben poco ha a che fare con lo spirito originario. E' vero che ogni settore deve evolvere ma i principi e i valori che ne sono alla base, ovvero la complementarietà all'agricoltura, non dovrebbero mai venir meno, altrimenti lo si snatura. Se questo accade diventa oggettivamente difficile fare politiche per un settore che non viene considerato né carne né pesce, né agricolo né alberghiero.

Teatro Naturale, qualche settimana fa, dedicò ampio spazio alle nuove frontiere del turismo, a quelle che abbiamo definito turismo delle esperienze. E' ovvio che l'agriturismo, congiunto e combinato con l'agricoltura, diventa il fiore all'occhiello di questo nuovo filone.

Purtroppo gli albergatori che, per numeri e lobby, hanno in mano le politiche del settore, hanno troppa facilità nello screditare l'agriturismo facendo esempi di quello che è invece definibile turismo in campagna. E' il classico cane che si morde la coda. La parola agriturismo non è tutelata e la si usa, spesso, a sproposito. Utilizzandola così, gli albergatori hanno gioco facile a screditare l'intero settore, isolandolo. L'agriturismo come Calimero, piccolo e nero. Identità poco precisa, poco fatturato e pochi posti di lavoro, associazioni deboli e frantumate.

Nascono così i piani per il turismo che si “dimenticano” l'agriturismo. Non è un caso. Oggi tutte le politiche sono volte più alla sopravvivenza che a fornire piani di sviluppo lungimiranti. I pochi fondi disponibili vanno ai forti (Mps docet) perchè non possono fallire.

La triste realtà è che invece si considerano fallibili i piccoli. La teoria, molto cinica, che ne è alla base è la seguente: per creare una Fiat servono decenni, perderla significa perdere decenni di competitività nazionale; un artigiano, viceversa, può chiudere e un altro riaprire, magari tra qualche mese o anno, senza che la struttura paese ne risenta in maniera importante. Il turnover per i piccoli è normale mentre è impossibile per i grossi, dal che i grossi vanno tutelati, anche a scapito dei piccoli.

Peccato che, in questo ragionamento, si perdano di vista le specificità dell'agricoltura. Per “ricostruire” un'azienda abbondata occorrono investimenti che scoraggerebbero chiunque. Dunque un abbandono delle campagne è più difficilmente reversibile di quello in altri comparti.

E' per questo che l'agricoltura andrebbe tutelata, non solo con fondi ma anche con controlli specifici volti a proteggerla dalla concorrenza sleale, come è il turismo in campagna in nero.

In questo contesto Teatro Naturale continuerà a fare la propria parte, di giornale agricolo e rurale. Non siamo rappresentanza di alcuno ma certamente daremo voce a chi, come Agriturist, lotta per il cambiamento.

Cordiali saluti e in bocca al lupo per la prossima stagione primaverile ed estiva

 

Alberto Grimelli

di T N

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Commenti 1

stella fabiano
stella fabiano
03 febbraio 2013 ore 11:57

Sono d'accordo con gli interventi finora pubblicati. Ritengo anche che l'ultima legge che regolamente l'attività agrituristica contribuisca a gettare ulteriore confusione sul settore. Permettere di utilizzare il nome agriturismo anche a chi fa "somministrazione pasti" purchè siano alimenti tipici, mette in un immenso calderone attività molto diverse. Sarebbe secondo me stato meglio continuare ad utilizzare la parola agriturismo per le attività agricole supportate da attività di alloggio, concetto ben presente ormai nell'immaginario collettivo sia italiano che straniero.
Viceversa, per le attività che si dedicano maggiormente alla ristorazione, sarebbe stato molto più intelligente coniare una espressione ad hoc in sostituzione dell'espressione sgradevole di "somministrazione pasti", che esaltasse anche nel nome la tipicità e particolarità come ad esempio "a tavola in fattoria".
Mi sembra che quanto non possa essere definito, chiamato per nome, trovi con difficoltà un riconoscimento ufficiale, un suo posto nel mondo.
Inoltre, se vogliamo essere al passo con i tempi e proporre qualcosa di nuovo, mi pare che qualsiasi banale cognizione di marketing affermi che quanto più si riesce a specificare nel dettaglio che cosa si è e quale sia la specificità, tanto più si è poi in grado di individuare con precisione il pubblico a cui ci si rivolge.
Nel calderone dove c'è dentro tutto, alla fine non si riconosce più niente dando spazio a tutti gli abusivi che si inseriscono e vivono perfettamente a loro agio nella grande confusione.