La voce dei lettori 20/10/2012

E’ scontro aperto nel mondo dell’olio. Una frattura che coinvolge anche Teatro Naturale

E’ scontro aperto nel mondo dell’olio. Una frattura che coinvolge anche Teatro Naturale

Dura lettera del presidente di Confagricoltura: spiace rilevare come una testata dedita a diffondere la “cultura dell’olio” scenda a livelli di disinformazione intorno alla questione panel test. Secondo Mario Guidi è assai atipico che l’Italia, fautore di nascita e sviluppo del panel, debba essere guidata dallo spagnolo Wenceslao Moreda. La risposta di Luigi Caricato e Alberto Grimelli


LA LETTERA DI MARIO GUIDI

Gentile dott. Caricato,

sono stupito per quanto scritto da Grimelli sulla sua testata in merito alla posizione di Confagricoltura sul panel test, che, a dire del giornalista, insieme a Federolio e Assitol starebbe brigando per svilirne l’importanza.

Come riporta il giornalista, assai poco informato e oserei dire “di parte”, di quella parte che vuole con slogan desueti, screditare il lavoro quotidiano di chi cerca di fare chiarezza in un settore che attraversa tempi bui, Confagricoltura avrebbe dichiarato che “il metodo, per quanto migliorato, non possiede caratteri di oggettività, ripetibilità e riproducibilità”.

Parole chiaramente stralciate da un contesto più generale, senza verificare il reale orientamento con i diretti interessati.

Ricordi al giornalista, per sua informazione, che Confagricoltura in merito alla tanto osannata legge Salva Olio italiano, presentata dalla senatrice Mongiello, aveva apportato degli emendamenti, che riguardavano anche il panel test.

Si riconosceva al decreto legislativo il merito di affrontare un tema alquanto delicato e di forte interesse per i produttori olivicoli italiani, si sottolineava l’importanza della messa a punto di un sistema di regole e di controlli condivisi in grado di tutelare le imprese olivicole-olearie italiane più virtuose e i consumatori, ma si invitava a mettere fine a proclami mediatici, tipo quello in discussione, che annullano i sacrifici della filiera.

In merito al panel test abbiamo evidenziato, negli emendamenti alla legge Mongiello prima, e direttamente al Ministro Passera e Catania, dopo l’emanazione del decreto legge n. 83 (articolo 43 comma 1 ter), che il metodo, di cui mai ne abbiamo proposto l’abolizione, proprio perché gli si riconosce valore probatorio, doveva rispettare il dettato della norma comunitaria.

In questa direzione, quindi, l’affidamento della verifica delle caratteristiche doveva essere una competenza dei soli comitati di assaggio riconosciuti come “ufficiali”, e questo per evitare il proliferare di soggetti potenzialmente coinvolti e accrescere confusione.

Dello stesso avviso è il ministro Catania che, nella lettera di risposta alla nostra missiva cita testualmente:” l’art.5 del decreto Ministeriale 28 febbraio 2012 attribuisce ai soli comitati ufficiali le competenze in materia di accertamento sulle caratteristiche organolettiche degli oli vergini ed extra vergini”

Mi spiace rilevare che una testata così dedita a diffondere la “cultura dell’olio” scenda a livelli di disinformazione come quelle dinanzi rilevate, animando quindi discussioni falsate e, certo è assai atipico che l’Italia, fautore della nascita e dello sviluppo del panel, debba , attraverso la sua rivista, essere guidata all’apprendimento del percorso sensoriale, dallo spagnolo Wenceslao Moreda.

Forse Grimelli non sa che noi stessi, da anni insieme alle nostre aziende associate che sono tra le poche a produrre e commercializzare prodotto di alta qualità italiana, siamo impegnati a diffondere la conoscenza dell’olio di oliva proprio attraverso i percorsi sensoriali, occasioni pubbliche a cui è invitata anche la stampa e per essa anche Teatro Naturale, il Sol, il Cibus, Olio officina ed altri contesti di livello anche internazionale.

Cordiali saluti.

Mario Guidi

Presidente Confagricoltura

 

LA RISPOSTA DI LUIGI CARICATO

Gentilissimo presidente Guidi,

ho preso visione della sua lettera con grande rammarico, una punta non sopita di dolore, tanto disagio e, debbo pur ammetterlo, con non poca vergogna per quanto è accaduto, anche in ragione della mia storia personale. Così dopo anni di serio impegno e totale dedizione sul fronte della comunicazione, ora provo per la prima volta imbarazzo.

“Teatro Naturale” sta attraversando purtroppo un periodo difficile, proprio in coincidenza del suo decimo anno di pubblicazione, caratterizzato da forti contrasti interni. La linea editoriale ne sta risentendo, con articoli contradditori e comunque non sempre ispirati da un sano spirito di distacco e indipendenza, elemento che invece ha contraddistinto da sempre il giornale, sin dalla fondazione.

“Teatro Naturale” rappresenta d’altra parte un solido punto di riferimento per il comparto oleario, ma ora che vi è in atto uno stillicidio senza precedenti, con battaglie ideologiche che reputo di basso profilo, anche un giornale così puntuale e preciso sta subendo uno scossone senza precedenti da tale ondata di esagerate e improdutive contrapposizioni tra le parti. A poco è servita la mia pubblica dichiarazione di dimettermi simbolicamente da polemista, evidentemente non c’è alcun interesse a ritrovare equilibrio.

Prima il registro Sian, poi la storia, indigesta per alcuni, degli alchilesteri, e adesso anche le posizioni oltranziste sui panel di degustazione, tutto, insomma, senza distinzione, si inserisce in una inutile battaglia a tutto campo e senza esclusione di colpi, con atti perfino estremistici che lo stesso olivicoltore e frantoiano non comprende, arrecando solo problemi nuovi che si aggiungono ai vecchi irrisolti.

Pensi che in nome della difesa della verità io ho pagato in prima persona con veti che mi hanno impedito di partecipare a convegni in Abruzzo e Calabria, ai quali pure ero stato invitato; e tali veti hanno riguardato anche un’altra persona, il professor Lanfranco Conte, al quale è stato impedito di presenziare a Foggia in un seminario organizzato da una associazione di produttori per compiere il proprio dovere di scienziato.

In questo Paese, evidentemente, pronunciare il proprio disappunto sta diventando ormai complicato. C’è sempre qualcuno che lo impedisce o cerca di imporre la teoria del pensiero unico. Io, con la mia storia personale, la mia indipendenza, il mio buon senso, prendo le distanze dalle diatribe ideologiche in corso d’opera, tanto più in un clima che si sta sempre più inquindando con comunicazioni paradossali e perfino grottesche, come quella assunta dal presidente di Coldiretti Sergio Marini che di recente ha dichiarato che esiste “troppa sporcizia”, perché “quasi il 50 per cento dell'olio venduto in Italia come extra vergine, non ha le caratteristiche per esserlo”.

Ora, io che vivo il comparto dell’olio in prima persona, non trovo giustificato il motivo di una denuncia così dirompente. Tanto più che vi è un servizio e un sistema molto serio dell'Efsa sulle allerte alimentari, che funziona a livello europeo ed è costantemente monitorato, e che giunge puntualmente tutte le settimane. Mi sembra dunque alquanto utile far notare come in questo rapporto settimanale, per buona pace del settore oleario, NON si è mai registrata alcuna allerta riguardante gli oli da olive. I consumatori possono dunque dormire sonni tranquilli, anche perché abbiamo organismi di controllo che non stanno certo a dormire, ma vigilano coscientemente.

Inutile evidenziare come il sistema dell’Efsa miri soprattutto alle cose serie, e non alle inconcludenti fantasie di soggetti che si servono di una comunicazioni eclatante, ad alzo zero, pur di seminare panico e dubbi.

Quando ho preso visione dell’articolo di Alberto Grimelli (“Panel test per l'olio d'oliva sotto attacco. Per salvarlo occorre farlo evolvere in un laboratorio sensoriale”) ho prontamente reagito inserendo all’interno dell’articolo una mia nota in neretto, che riporto di seguito.

Premessa doverosa. L'articolo in questione riguarda un tema piuttosto delicato sul quale vi è un dibattito tuttora in corso e riflette pertanto le posizioni personali assunte da chi lo ha firmato, non rappresentando dunque, in quanto tale, la linea editoriale di Teatro Naturale.
Secondo lo spirito assunto sin dalla fondazione dalla testata giornalistica, si da’ ampio spazio a tutte le opinioni, senza dar luogo ad alcuna preclusione. Le parti chiamate in causa possono di conseguenza esprimere pubblicamente le loro rispettive posizioni, contribuendo così ad arricchire il dibattito, come è giusto che sia. Il direttore responsabile: Luigi Caricato

Tale mia nota in cui mi sono espressamente dissociato è stata letta da pochi lettori in quanto – ebbene sì – io, Luigi Caricato, fondatore e anima di Teatro Naturale, editore e direttore responsabile, sono stato censurato. Accade anche questo, dunque.

Io che conosco molto bene la realtà in cui ci si muove, posso ben dire che si tratta di un evidente abbaglio l’affermazione secondo cui – cito Grimelli – “Sono ormai mesi che il sistema del panel test è sotto attacco, anche se sotto traccia. Teatro Naturale ha già svelato come le intenzioni di una parte del mondo oleario siano di arrivare a una sua graduale abolizione”.

Teatro Naturale non esprime in realtà tali posizioni, ma è solo il soggetto che ha firmato l’articolo a esprimerle, non la rivista. Si tratta solo di una opinione, anche se di una figura interna a Teatro Naturale, ma che non investe di fatto la rivista, ma solo chi quell’opinione ha espresso.

Io che amo e prediligo un pensiero plurale, sostengo al riguardo che i panel test degli oli di oliva non stiano affatto subendo alcun attacco, ma solo legittime critiche, come è giusto che sia, e direi anche critiche piuttosto fondate, visti soprattutto gli esiti di alcuni panel (e panelisti) poco allenati e per nulla professionali.

Che dire? Ce la faremo, caro presidente Guidi. Questo Paese ha urgente bisogno di discontinuità.

Spero solo che non domini la visione distruttiva che finora ha imperato con la complicità di alcuni soggetti che hanno certamente contribuito a creare tale squilibrio e stato di disagio.

Spero che “Teatro Naturale” non disperda il suo patrimonio di indipendenza che finora l’ha sempre caratterizzato. Sicuramente la mia indipendenza, la mia limpidezza di sguardo, la mia correttezza, il senso di giustizia e di equidistanza con cui sono conosciuto e stimato da tutti, non verrà mai meno.

Cordialmente,

Luigi Caricato

 

LA RISPOSTA DI ALBERTO GRIMELLI

Gentile Presidente Guidi,

ho letto solo alle ore 23.29 del 19 ottobre 2012 la sua lettera  e non esito a risponderle.

Lo avrei certamente fatto anche prima ma purtroppo, con un comportamento censurabile e del tutto scorretto, il Dott. Luigi Caricato non mi ha mai trasmesso la sua nota che avrei certamente accolto con favore, come un utile contributo al dibattito.

In qualità di co-fondatore, co-editore e coordinatore editoriale di Teatro Naturale e Teatro Naturale International era mio diritto venirne a conoscenza per tempo ma purtroppo così non è stato.

Così come è assolutamente scorretto e ugualmente censurabile che il Dott. Luigi Caricato si permetta chiose o premesse, specie in tema di politica e linea editoriale, su un articolo a firma non di un giornalista collaboratore, cosa di per sé già sgradevole, ma, appunto, del co-editore, co-fondatore e coordinatore editoriale della testata, pienamente legittimato a esprimere una posizione in nome e per conto di Teatro Naturale.

Non voglio però dilungarmi oltre in diatribe interne e voglio invece venire al centro del dibattito.

Ho seguito e seguo con interesse il lavoro svolto da Confagricoltura, nel settore dell'olio d'oliva e non solo. Ho letto per intero tutto il documento sulla posizione di Confagricoltura in merito alla proposta di legge Salva Olio italiano, che volentieri metto a disposizione dei nostri lettori, ivi compresa la parte riguardante il panel test.

Un intervento molto duro, critico e severo, da considerarsi, anche a giudizio di osservatori parlamentari più esperti del sottoscritto, certamente ostile non solo alla norma in generale ma anche al panel test in particolare. Confagricoltura, facendosi scudo della norma europea, ha prima sostenuto il “rischio di una certa soggettività del metodo”, per poi ribadire che “per quanto migliorato, non possiede caratteri di oggettività, ripetibilità e riproducibilità.” Il tutto in poche frasi.

Sono queste le affermazioni su cui il Dott. Moreda dell'Istituto de la Grasa di Siviglia ha voluto intervenire, rilevando come una norma comunitaria e una ISO, consentano invece di ottenere risultati oggettivi, ripetibili e riproducibili anche col panel test e illustrandone le motivazioni.

Mi pare poi quantomeno singolare che lei si permetta giudizi, assolutamente estemporanei, sulla professionalità del Dott. Moreda, tanto più se basati su una difesa dell'italianità del metodo. Mi pare infatti che la stessa Confagricoltura, proprio nel documento citato, fosse favorevole a una maggiore internazionalizzazione del giudizio del panel. Allo scopo evidenzio il seguente passaggio: “va segnalato inoltre che un qualunque giudizio qualitativo espresso su un blend di oli di origine europea, dovrebbe poter comprendere anche il parere di panel ufficiali di altri Paesi della UE. Si eviterebbe così il rischio di contestazioni e soprattutto il rischio che, in un’analoga situazione, un olio “italiano”, possa essere giudicato negativamente da un panel spagnolo o greco.”

Va da sé, dunque, che mi vedo costretto a smentirla in capo a presunte disinformazioni operate dal sottoscritto o da Teatro Naturale.

Una rilettura dell'articolo in questione le permetterà infatti di capire che non ho mai sostenuto che Confagricoltura volesse l'abolizione del panel test ma continuo a pensare che ha ostacolato il percorso della norma. Una posizione assolutamente legittima, come legittimi sono stati i suoi interventi nei confronti dei Ministri Catania e Passera dopo l'emanazione del decreto legge.

Io sono un osservatore del panorama olivicolo-oleario. Non sono dunque “di parte”, come proditoramente sostiene. Un'accusa gratuita e ridicola che, mi spiace dirglielo, non le fa onore.

Certo, non ho la fortuna di sostenerla, come apertamente e dichiaratamente fa Luigi Caricato, né di essere da Confagricoltura sostenuto, come la vostra Confederazione fa con Luigi Caricato attraverso Olio Officina.

A ognuno il suo ruolo.

Cordiali saluti

 

Alberto Grimelli

 

Alè, il clima si è acceso. Luigi Caricato non interviene più sulla questione che divide in maniera lacerante Teatro Naturale. Per il bene di un giornale che ha sua sua storia consolidata. E' curioso tuttavia leggere che Alberto Grimelli parli di scorrettezze quando una mia nota in cui mi dissociavo apertamente dal testo che ha dato origine alla seguente querelle non solo è stato cancellato, ma gli stessi miei commenti sono stati ripetutamente bloccati contro il mio volere. Definire tutto ciò un atto di grave abuso è dir poco.

Chiedo scusa intanto ai lettori per un caduta di stile che Teatro Naturale certamente non merita.

Luigi Caricato

 

La vena polemista del Dott. Luigi Caricato è tale da rendere necessaria una breve e doverosa replica.

E' un chiaro, quanto grave, abuso che il Dott. Luigi Caricato continui a legittimarsi quale unico soggetto in Teatro Naturale a poter dettare una linea e politica editoriale. Così non è, una posizione espressa, anche riservatamente in una mail del 15 ottobre 2012, evidentemente ignorata dal Dott. Caricato.

A questo punto tacere non fa bene a nessuno e soprattutto non giova a Teatro Naturale.

Saranno i lettori, come sempre, a giudicare.


Alberto Grimelli


di T N

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

Commenti 36

Gianluigi Cesari
Gianluigi Cesari
23 ottobre 2012 ore 22:01

Con i "profili metabolomici" non ci sono problemi e timori di sbagliare...

EMILIO FRANCIOSO
EMILIO FRANCIOSO
23 ottobre 2012 ore 15:44

Concordo sul confronto proposto da Breccolenti. Torniamo a discutere di "contenuti". Le questioni litigiose legate ai "contenitori" IN QUESTA SEDE sono sterili. Ciascuno avrà la propria opinione sulle piccole e grandi associazioni rappresentative degli operatori della filiera. Schieramenti compresi. Qui vorrei poter fare il tifo solo per l'olio buono e sano, e per una sua reale proliferazione sul nostro mercato. Vorrei capire se davvero si voglia andare tutti verso questo obiettivo trovando un equilibrato allineamento degli interessi in campo (tolti quelli strettamente personalistici), anche perché se andiamo avanti così ci resterà l'acqua sporca e il neonato annegato.

giovanni breccolenti
giovanni breccolenti
23 ottobre 2012 ore 14:33

Non penso che continuare cosi' porti a qualcosa di utile,con i proclami di purezza,di libertà assoluta,con gli incitamenti a deporre le armi,con le ripicche piu' o meno giuste si risolve poco e ci si allontana. L'unione si realizza con i punti e le strategie comuni:cosa è meglio fare per la produzione Italiana(QUELLA REALE )?
Confrontiamoci su quello che è meglio fare per la famosa rinascita dell'olio Italiano.

-L'abbasamento degli alchilesteri per l'olio Italiano è una cosa positiva o no?
-E' meglio potenziare,investendo e allenando di continuo i panel, introdurre piu' rigidità nella selezione degli assaggiatori,o è meglio lasciar perdere i panel?
-Verificare e rendere ufficiale il DNA test dell'olio per la provenienza varietale,sfavorirà i nostri produttori seri o gli farà un gran favore?(Su teatro naturale,poche parole e una microintervista buttate là dal sig. Grimelli e null'altro)
-Investire(chi e come) in una gran campagna di insegnamento di questo meraviglioso prodotto(la cultura del piccante,del giusto amaro e dei profumi freschi e nitidi,in poche parole polifenoli e aromi)soprattutto nelle scuole, unita a un lavoro di miglioramento tecnico produttivo in tutte le fasi della filiera,servendosi dei panel e di tecnici esperti, puo' portare benefici alla produzione Italiana(sempre quella reale,che lotta con costi e burocrazia) o no ?
-La burocrazia e gli aumentati costi dovuti al sian portano benefici o stressano solamente i nostri bravi produttori?
-Ma piu' che altro, un consumatore consapevole che sa riconoscere un olio piu' o meno buono,farà aumentare o diminuire tutta la burocrazia che c'è dietro l'olio?

Andrea Landini
Andrea Landini
22 ottobre 2012 ore 17:26

Gentile direttore
Ho letto con attenzione l’articolo di Grimelli , la risposta di Mario Guidi e tutto il dibattito polemico che ne è scaturito.
Generalmente sono portato a dare fiducia ed a credere a quello che le persone dicono o scrivono, con lei non faccio eccezione e sono quindi sicuro che lei dica la verità quando, nella risposta alla signora Sanna afferma “Io non sono persona che si china e dice “signorsì”, né sono persona che si pone in vendita. Sono persona tutta d’un pezzo, non una banderuola. Ho dei sani principi, ho un’etica e rispondo alla mia natura, non a facili accondiscendenze”.
Detto questo però la prego di rileggersi la risposta che lei ha dato all’intervento del presidente di confagricoltura Mario Guidi, ebbene in tale risposta tutta questa indipendenza non si nota per niente, anzi a me sembra più la giustificazione di un Don Abbondio preoccupato di ingraziarsi il potente di turno al quale ha dovuto fare, suo malgrado, un torto.
So bene che in qualità di dirigente di Coldiretti ho la mente offuscata , e guidato dal santone Marini ubbidisco al pensiero unico di tale organizzazione, ( che ci posso fare se, anche come produttore, sono completamente d’accordo con le strategie dei berretti gialli), ma nei piccoli barlumi di lucidità che mi rimangono vedo abbastanza chiaramente che anche lei tutta questa indipendenza non la possiede, o almeno non la dimostra, se poi questo dipenda da sussidi o collaborazioni che lei o sue iniziative come “olio officina” ha con Confagricoltura non mi interessa nè voglio saperlo.
Infine altre due brevissime cose anzitutto non vedo cosa ci sia da ridire se si plaude all’arresto di un funzionario della repressione frodi che telefonava preventivamente alle aziende confezionatrici per avvertire che erano programmate visite ispettive a sorpresa, piuttosto mi sembra che ci sia qualcosa da ridire su coloro che non hanno niente da ridire. Il fatto poi che tale persona sia a piede libero non mi scandalizza, in un paese dove girano liberi ben altri delinquenti, questo non mi pare proprio un grosso problema, a me basta che non venga reintegrato nel suo ruolo di controllore.
Infine, mi permetta: dedicare un giorno intero compreso viaggio e pranzo, come lei dice, per ascoltare le ragioni della più rappresentativa organizzazione di categoria agricola non mi sembra poi un sacrificio così grande, anzi se invece di un solo giorno ne dedicasse di più forse capirebbe anche meglio le ragioni per cui così tanti agricoltori ed olivicoltori condividono la linea di Coldiretti.
Ringraziandola in ogni caso per la possibilità che Teatro Naturale da a tutti coloro che amano l’olio e l’olivicoltura di far sentire le loro voci la saluto cordialmente.
Andrea Landini

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
22 ottobre 2012 ore 15:15

Gentile Sig. Occhinegro,
ho scelto da tempo di non rispondere alle sue evidenti e lampanti provocazioni nè ritengo che debba giustificarmi con lei.
Distinti saluti

EMILIO FRANCIOSO
EMILIO FRANCIOSO
22 ottobre 2012 ore 15:07

...Basta, per buona creanza, basta!
Nessun uomo di passione merita le ortiche! Caz..., In questi nomi non leggo alcuno a cui si possa davvero mancare di rispetto!

massimo occhinegro
massimo occhinegro
22 ottobre 2012 ore 15:05

Mi scuso per l'intervento, ma quando ce vo' , ce vo' , dicono. Ma Lei Grimelli mi deve spiegare il suo cambiamento. Ma era la stessa persona quella che scriveva, a proposito del duo Unaprol- Coldiretti qui:http://www.teatronaturale.it/album/rossoandblu/11766-il-gioco-delle-tre-carte-sull-extra-vergine-italiano.htm e anche qui, http://www.teatronaturale.it/tracce/italia/11690-il-gioco-delle-scatole-cinesi-made-in-unaprol-e-coldiretti.htm, ma si potrebbe continuare.
Mi sembra che lei si stia comportando come i molti politici ,che cambiano giacchetta a secondo del vento. Me lo spieghi Grimelli. E chi si fida di Lei se cambia opinione nel giro di così poco tempo? Giustifichi i suoi articoli per favore.

Marco Almerigogna
Marco Almerigogna
22 ottobre 2012 ore 14:22

Non ricordo di chi sia la citazione "quand je combat contre la merde, soit que je gagne soit que je perde, de toute façon je m'emmerde!". Per pietà, basta ...

Vincenzo Lo Scalzo
Vincenzo Lo Scalzo
22 ottobre 2012 ore 11:22

Contraddizioni e articoli contradditori! Non penso sia questo il problema, non me ne sono mai preoccupato. Ma occorre trasparenza!
Mi preoccupa la lenta invasione di campo e di poteri, classica e subdola strada aperta in un paese che le contraddizioni e gli articoli contradittori li ospita nel suo codice civile, oberato di regolamentazioni a a favore degli oppressori.
Non capisco quale forza distruttiva desideri essere contro con tanta celata insistenza.
Teatro Naturale per definizione ospita dalla sua nascita ogni espressione civile di opinioni, libere, aperte a dibattito. La strategia degli schieramenti "contro" ha un solo scopo, genericamente distruttivo con promessa di nuove "illusioni". Un ritorno all'orda e alla paura.
Riprendo da Paola: "quando si parla di Olio non si dovrebbe pensare istintivamente sempre e solo alla Pace?"
Rappresenta l'augurio per il Festival alle Stelline. E' anche la sede territoriale del Parlamento Europeo. Forse è la sede per il rilancio dell'ambiente serenamente a confronto con se stesso dell'olio della pace, della cultura, dell'arte e del piacere di farne parte a migliaia di anni dal suo protagonismo ossimoroso, a mezzo secolo dalla sua affermazione europea come tesoro e patrimonio del Mediterraneo.

Maria Sanna
Maria Sanna
22 ottobre 2012 ore 09:57

Noto che ormai le contraddizioni in cui riesce a cadere il signor Caricato sono talmente tante che è facile persino perdere il conto.
Naturalmente so che ora mi contesterà, magari con gli stessi toni insultati con cui ha affrontato i signori Grimelli e Celletti, ma tant'è, ormai ci sono abituata.
E' chiaro che il Sig. Caricato soffra che su Teatro Naturale siano ospitati articoli contradditori, tanto da dire che la linea editoriale ne sta risentendo, e poi afferma che lui ama il pensiero plurale. Se davvero amasse il pensiero plurale dovrebbe essere ben felice di ospitare articoli contradditori o no?
La sua vocazione ad amare la pluralità non arriva fino al punto di ascoltare le posizioni di Coldiretti-Unaprol che per il Sig. Caricato è diventato solo un nemico da abbattere con un astio e una cattiveria che mi fanno ritenere che ormai abbia perso ogni senso della misura e dell'obiettività.
Tanto che il Sig. Caricato riesce ormai a contraddirsi nel volgere di poche parole. Infatti anch'egli si schiera contro il panel test, reo di essere soggettivo, ma poi vuole che il governo finanzi le associazioni di assaggiatori. Se il panel test è soggettivo e deve chiudere, tanto vale usare questi soldi in altro modo. O sbaglio?
Ormai abbiamo capito chi è la vera voce libera e indipendente di Teatro Naturale, Sig. Caricato, non si preoccupi ma come ha detto il Sig. Celletti, la lasciamo fare tranquillo.

Paola Cerana
Paola Cerana
21 ottobre 2012 ore 21:12

Mi permetto di intervenire in punta di piedi, non sulle questioni tecniche ma sui risvolti umani da cui è nata questa sventurata discussione.
Fa male a tutti i lettori, immagino, leggere una pagina così aspra di Teatro Naturale che da sempre si distingue per il suo stile e la sua eleganza. Ma capita a tutti di scivolare, ogni tanto, così come capita poi di rialzarsi ancora più fieri e baldanzosi. Per questo sposo le sagge parole di Vincenzo Lo Scalzo, fiduciosa che questa follia stagionale passerà presto per lasciar spazio a una lucidità perenne.
Probabilmente non ho sufficiente ‘fiuto’ per riconoscere un eccellente Olio Extravergine, tuttavia ho decisamente ‘fiuto’ per riconoscere le persone oneste, sincere e trasparenti. In questo il mio naso non mi ha mai tradito. E Luigi Caricato è una di queste rare persone, come ben sanno tutti coloro che hanno la fortuna di conoscerlo.
Per questo mi auguro di continuare a leggere i suoi articoli qui, in casa sua, come Direttore e altrove come Uomo, con la solita coinvolgente passione che li anima, per imparare, per capire, per informarmi e per confrontarmi. E mi auguro che questa pagina un po’ amara di una storia destinata certamente ad evolvere al meglio diventi presto solo un pallido ricordo in una ritrovata pace per tutti.
Del resto, quando si parla di Olio non si dovrebbe pensare istintivamente sempre e solo alla Pace?

giovanni breccolenti
giovanni breccolenti
21 ottobre 2012 ore 20:51

Sig. Caricato,non solo DNA(che comunque ne risolverebbe di problemi,soprattutto agli onesti e magari ne creerebbe qualcuno ad altri), ma come lei ha potuto ben leggere nel mio post precedente ma anche in tanti altri,anche altro,su tutti la diffusione della vera conoscenza dell'olio,la cultura dell'amaro, del piccante e dei profumi,diffusione che dovrebbe essere affidata ai vari panel professionali,quelli che lei ha citato e che gia' adesso sono a ottimi livelli.E' inutile però che ce lo nascondiamo, c'è chi non vuole che questa cultura venga diffusa,perchè il 90%(e mi tengo basso) di olio che gira, Italiano ma soprattutto estero non risponde a queste caratteristiche:magari oli non difettati (e qui qualche volta ci sarebbe da discutere), ma con fruttati spenti o comunque sempre stramaturi , zero amaro e poco piccanti(che il consumatore apprezza soprattutto per la sua ignoranza e per i bassi prezzi).Come è possibile trovare intese e strategie comuni tra chi fa oli ricchi di sostanze secondarie(ma primare per la salute e per il gusto) e chi fa oli che sono poco piu' che grassi(ottimi,ma quasi solo quelli) ? Per chi se lo può permettere o chi ha una certa cultura gli uni e per le masse gli altri? Fare in modo di alzare il livello di tutte le produzioni alzando in contemporanea il livello del consumatore (la parola giusta è "investire" in tal senso, soprattutto in quelle organizzazioni sensoriali e anche altre che lei ha citato ) penso che sia la cosa migliore per tutto il comparto produttivo Italiano.Se il legante di tutto il comparto è l’innalzamento di tutto ciò che ho detto, ben vengano l’unione e le strategie comuni di tutti gli attori della filiera, ma io ho i miei dubbi che cio’ possa avvenire e per verificarlo basta chiedere a uno dei tanti piccoli ma grandi attori della filiera che producono alta qualità o comunque un prodotto di un buon livello.

Vincenzo Lo Scalzo
Vincenzo Lo Scalzo
21 ottobre 2012 ore 18:00

Colgo l'opportunità di salutare Marco e la nostra sinergica azione di comunicazione gastronomica dal sito web da lui creato che è ancora oggi il serbatoio di riferimento della attività della nostra Delegazione della AIC. Approfitto per sottolineare quanto Marco abbia saputo e affiancato una comunicazione trasparente in un tema tanto opinabile quanto sono i palati delle genti, valori ed effetti della qualità recepibile e recepita dal consumatore della filiera. Agorà è l'ultima sponda a cui sono approdato dopo la delusione provata con il CD di ASA, a cui inutilmente ho cercato di suggerire l'edizione di un codice etico particolarmente rivolto alla credibilità dell'informazione gastronomica-alimentare.
E' carente in tutto il pianeta, tuttavia. Con Marco, conosciamo le regole che sovrintendono i codici etici dei professionisti della comunicazione scientifica e quanto essa si diversifichi per affidabilità fonti e attendibilità. Essa ha costituito il cuore della nostra formazione.
Luigi, il difetto non è italiano, per di più antico. E' degli italiani a cui viene dato microfono ed altoparlante. E' furba e diffusa abitudine di gran parte dei comunicatori italiani che trattano le informazioni come le canzonette: si riprende un certo numero di note per non incorrere nel plagio, ma si copia traducendo in libertà dialettale, come ha fatto finora la procura di Bergamo rendendo ai lettori un'immagine negativa non vera dell'efficienza investigativa nazionale... Luigi, poco fa anche tu hai dovuto tradurre!

Torno alle mie gomme...
Non ci sentiamo da tanti anni in quanto distanti per missione e ambiente di lavoro, è occasione di promessa di riprendere qualche spunto

Joe Black Mill
Joe Black Mill
21 ottobre 2012 ore 17:27

Mi domando ma per il vino si è mai parlato di panel test? Eppure di vino sono morte tante persone. Metanolo docet. I vini vengono venduti in giro per il mondo dopo che un panel di assaggiatori magari di organizzazioni di produttoriconcorrenti li hanno giudicati? Accade in Francia? In Spagna forse? o dove? Gli imbrogli sull'origine vengono fatti dai toscani, dai liguri, dagli umbri e da tutti coloro che olio non ne hanno ma ne hanno forte richiesta. Ma nessuno mai si è preso la briga di controllare. Oggi abbiamo capi panel ed assaggiatori ovunque, anche tra il copro forestale dello stato, ai quali addetti, per quanti ce ne sono, non sanno che incarico dare, forse. Ne abbiamo tra i carabinieri, tra poco ne avremo di reclutati tra la polizia municipale. Valore probatorio? Ma scherziamo? E' come se ad uno studente delle elementari si dicesse di passare dietro alla cattedra ad insegnare. Ma che Paese è questo? E qui che si discute di qualcosa che non ha ne capo e nè coda, quando il settore ha bisogno di cose ben più importanti. Lo scopo di tutto questo? Un colpo di Stato, con l'avallo dello Stato (vedere Cernobbio) Il "falso" proletariato vuole espropriare le grandi aziende olearie italiane che mantengono alto il valore del made in Italy nel mondo.Attenzione però perche si tratterebbe di una dittatura sul proletariato. Nel vino è così? Quali sono le aziende che fanno grande il nome dell'Italia nel mondo? Sempre i grandi, con grandi famiglie anche nobili. I piccoli sono soltanto al traino come quando il pesce grande si porta sul corpo i pesci piccoli. Vogliamo favorire i concorrenti internazionali? Vogliamo arretrare di 50 anni? Facciamolo pure ma non lamentatevene però. Le associazioni degli agricoltori, Coldiretti in testa non capiscono nulla di impresa, basti pensare che ritengono che il futuro dell'Italia debba essere il km 0 che di zero a parte il nome non ha nulla ed è antistorico.

Marco Almerigogna
Marco Almerigogna
21 ottobre 2012 ore 17:06

Luigi,

ti confermo la mia solidarietà avendo sempre apprezzato sia il tuo operato che il tuo pensiero. Quello che mi colpisce dei duri interventi che vengono qui riportati è che sono più incentrati su ruolo rivestito ed attributi di status che sulla sostanza del contendere. Antico difetto italiano.

Vincenzo Lo Scalzo
Vincenzo Lo Scalzo
21 ottobre 2012 ore 15:18

Non sono rare le occasioni di disinformazione - nel nostro paese - per carenza di "formazione" culturale, scientifica, anche merceologica di addetti ai lavori della "comunicazione".
Più la tematica è d'interesse diffuso popolarmente, dallo sport al cibo, dalla fede alla salute, il sentito dire e lo scandalo tendono ad interessare molto, molti di più della cronaca e delle definizioni di principio.
Anche in tema di giustizia, la tendenza al protagonismo eclatante ripaga più i rei che gli offesi, in quasi tutte le occasioni di show mediatico.
Sarebbe un finale kafkiano l' addossamento di colpe e colpi di scure al fondatore di TN per avere mantenuto sempre in crescita le luci sul teatro dell'olio, partendo da un presunto parere divergente sulle cause di un declino del protagonismo nell'olio d'oliva italiano che non inizia dall'ultima dozzina d'anni calendariati che hanno premiato la dinamica offensiva iberica al timone dell'avventura europea dell'olio d'oliva.
Si giunge al 51° anniversario dimenticando forse quanto successe alla prima conferenza ufficiale dell'avventura dell'olio nella Comunità 51 anni fa?
All'anniversario che ha raccolto tutta la società civile, artigianale, industriale, sociale, di produttori, consumatori, distributori pochi minuti dedicati a chi era stato fisicamente protagonista di comunicazione in quella data remota ha richiamato all'attenzione della dissennata moltiplicazione di gruppi di lavoro che si sono sì specializzati in discipline di complesse difficoltà di convivenza con la ruspante ma moderna competitività spagnola e con la tradizionale sapiente tradizione mercantile greca...
L'olio italiano si è diffuso nel piacere dei suoi sapori, profumi, molecole nutraceutiche con gli italiani nel mondo, più che con quelli rimasti nello stivale. Il credito della dieta mediterranea è stata una conquista di parti d'Italia fatta dal mondo più che una iniziativa condivisa dell'agricoltura nazionale.
Eppure non manca nulla: eccellenti università, eccellenti scienziati, eccellenti tecnici, eccellenti ricercatori, prestigiosi gastronimi, bellezza e piacere del made in Italy. Il seme della follia di pensare di essere furbi oltre che bravi, venditori di arie fritte accanto alle arie profumate dei nostri paesaggi, la gabbola... e la raccomandazione, piuttosto che l'apprezzamento del merito... hanno provocato una caduta di stile difficile da rimontare.

Luigi, hai saputo creare un'oasi in cui il dibattito finalmente si è aperto alla verità, anche a quella scomoda, rivolta al bene di una società che crede che tutto sorga, cresca, si lasci raccogliere e conservare come il succo dell'oliva in paesaggi magici e ricchi di mito e fantasie di sapori e colori quasi da esaltazioni oniriche...non cedere le tue azioni. Tienile strette e difendile. Passerà questa follia stagionale: il raccolto si avvicina alla sua festa, sarebbe un peccato lasciare le ulive nei boschi come succede da anni in Chianti e in altre nobili contrade della penisola.

Teatro Nazionale deve mantenere la sua giovanile e sensibile apertura alla vita e alla poesia che ne illumina preziosi momenti di riflessione e meditazione. Anche la capacità di sorridere e irridere alla prepotenza di "perfezionismi" di coppia e di single è quanto mai fuori stagione. Personalmente mi rassegno alla misteriosità identità della "qualità", alla impossibilità di sviluppare strategie trasparenti di mercato, alla facoltà di goderne le ispirazioni per evasioni di fantasia culturale. Buona domenica e felice riposo per un festival ricco di idee e riflessioni costruttive.

giovanni breccolenti
giovanni breccolenti
21 ottobre 2012 ore 14:58

Mi scusi sig. Caricato,ma questo non è certo il modo di realizzare quello che lei definisce il suo obiettivo principale: l'unione del mondo dell'olio e la creazione di un corpo unico.Scontro a muso duro con un bravo giornalista come Grumelli(ha espresso opinioni documentate di cui è responsabile),con il sign. Celletti, che ha sostenuto sempre il mondo dell'olio di qualità portando avanti l'ottimo progetto degli oli monocultivar e diffondendone la cultura in tutto il mondo.
Un'altra cosa è che non ci si puo' mettere a disquisire troppo sulla questione frodi o sofisticazioni,. Sono tutte e due grosse negatività per il mondo dell'olio Italiano, punto. Se verrà accertato che dentro parte dell'olio Italiano c'è olio di un altro paese, anche se è una cosa che non fa male direttamente alla salute e siamo quindi nel campo della frode commerciale, comunque farà male e molto, perchè permetterà a qualcuno di fare concorrenza sleale (prezzi piu' bassi) costringendo molti a chiudere le attività o comunque a soffrire molto come sta succedendo.Quindi da condannare con forza queste frodi senza mettersi a fare tanti distinguo, perchè i primi mazzolatori dell'olio italiano sonoi soggetti che le commettono(sempre che vengano accertate).Lei pone spesso e non sempre a torto, l'accento sui danni della comunicazione, relegando in secondo piano (un semplice fatto da tribunale) i danni che vengono provocati da chi la frode la fa veramente, come se la causa maggiore dei danni che vengono provocati sia da attribuire a chi racconta.E allora,che vogliamo fare,imbavagliamo la stampa?
Io al contrario di lei non sono mai stato certo che il mondo dell'olio Italiano viaggiasse nella massima correttezza, primo per i prezzi spesso troppi bassi e secondo per il fatto che a volte assaggiando oli italiani,vi ritrovassi il famoso sentore tipico di una varietà che da noi non è presente. Il lavoro da fare, pero' non è dire " va tutto bene" tanto per non creare allarmismi o “va tutto male” o limitarsi a criticare la stampa quando tira fuori certe notizie (per la troppa enfasi e per le imprecisioni che spesso accompagnano una notizia), ma bisogna agire e reagire con proposte che neutralizzino tali soggetti o per far si che certi sospetti non sfiorino neanche la mente: una è stata quella dell'abbassamento degli alchilesteri, purtroppo scritta con i piedi,ma come idea valida,un'altra da fare è quella del DNA test sull'olio per capire quali varietà ci sono dentro l'olio,un'altra ancora potrebbe venir fuori dagli studi sulla territorialtà degli oli, un'altra ancora i limiti minimi dei polifenoli e la piu' importante, quella di potenziare i panel,di renderli veramente professionali,investendo su di essi e di utilizzarli per diffondere la vera conoscenza dell'olio in ognidove.

nicola simone
nicola simone
21 ottobre 2012 ore 14:09

Gentilissimi, non entro nel merito della polemica ma lascio il mio commento solo per evidenziare la "gaffe" del Dott. Guidi nel citare Wenceslao Moreda come "lo spagnolo". Io ci collaboro da anni con Wenceslao Moreda, ed oltre che essere mio amico posso testimoniare la sua competenza e la sua professionalità, oltre a un distaccato disinteresse per i campanilismi di sorta. In tanti anni MAI UNA VOLTA ha criticato un olio per la sua provenienza, e vederlo citato semplicemente come "lo spagnolo" sinceramente mi da fastidio. Spero che il Dott. Guidi si renda conto dello strafalcione che ha preso e se ne scusi. Un piccolo post scriptum: il panel test funziona perfettamente e i ring tests dimostrano questo funzionamento. Sicuramente bisognerebbe modificare la norma in quanto i tecnici, dopo aver svolto il corso, con sole 20 sedute non sono per nulla pronti ad affrontare un panel serio. Noialtri, prima di metter mano ad un olio e giudicarlo, abbiamo dovuto superare quasi 2 anni di training, con almeno 100 sedute/anno, (2-4 campioni) più i panel aperti, e solo dopo ci siamo sentiti dire "forse sei pronto per assaggiare". 20 sedute sono ridicole.
Saluti affettuosi a tutti.

Gino Celletti
Gino Celletti
21 ottobre 2012 ore 12:05

Sig Luigi Caricato
va bene, se non uno non la pensa come lei merita la gogna.
Lo abbiamo capito tutti ma la lasciamo fare tranquillo. Attendo il suo prossimo insulto
Gino Celletti
non metto i titoli, cosi vediamo a che si attacca stavolta(ndr)

massimo occhinegro
massimo occhinegro
21 ottobre 2012 ore 10:59

Tanto di cappello dott. Celletti, lei ha più titoli del Presidente della Repubblica! È la seconda volta che li leggo e rimango basito.

Gino Celletti
Gino Celletti
21 ottobre 2012 ore 10:15

Sig Alberto Grimelli
ho letto il documento di Confagricoltura e francamente non capisco da dove il dr Mario Guidi possa trarre spunto per contestarla, ma so perchè lo fa. Ma se è' tutto così chiaro ?!
A questo punto come lettore le suggerisco di divorziare al più presto dal suo co-editore e acquisire la proprietà di TN al 100% se vuole conservare dignità di questa testata.
Dr.Gino Celletti
www.frantoicelletti.com
www.monocultivaroliveoil.com
http://monocultivaroliveoil.blogspot.it

- monocultivaroliveoil.EXPO - Milan int'l Competition, Exhibition, Cooking-Pairing - Chairman
- monocultivaroliveoil.BIO - Milan int'l Competition, Exhibition, Cooking.Pairing – Chairman
- Oil China: Int'l Competition Panel Leader and Italy Marketing Director
- NYIOOC New York Int'l Olive Oil Competition Panel Leader
- JOOP Japan Olive Oil Prize Panel Leader- Tokyo
- Book-Guide "MONOCULTIVAR OLIVE OIL the perfect one".
- Int'l Olive Oil Council (IOOC) Panel Leader
- Italian Professional Olive Oil Taster EC 2568/91
- Ministry of Agricolture Politics Extra Virgin Olive Oils Technician and Expert
- Expert Taster Organization Delegate, Rome (OEA)
- Nat'l Edible Olives Taster
- ONAV Nat'l Wine Taster
- Veronelli Seminary Foundation Board Member
- CTU No. 11868, Court of Milan - Technical Consultant for Virgin and Extra Virgin Olive Oil

massimo occhinegro
massimo occhinegro
20 ottobre 2012 ore 22:49

I numeri di Marini sono sempre multipli di 5 . Per i danni sono minimo 500.000 Euro. Poi se i danni continuano , diventano 1.000.000 e poi avanti.Anche l'Unaprol, da loro co-fondata annoverebbe 550.000 olivicoltori.......sempre multipli. Beh la tabellina del 5 e' sempre stata la più facile.
Nel caso degli oli extra vergini 50%. Il tutto potrebbe sembrare molto folcloristico se non si parlasse di cose serie.
Nel caso del 50% mi domando come mai Marini non promuova una class action insieme con il suo amico Rosario Trefiletti. Sarebbe forse un boomerang? Oppure aspetta che qualcun'altro lo denunci? In fondo e' sufficiente fare una lista dei suoi commenti nei vari comunicati stampa. O no?

Antonio Bertini
Antonio Bertini
20 ottobre 2012 ore 20:52

Caricato L'Efsa è una genzia che si occupa di allerte alimentari ovvero di sicurezza alimentare, e non si occupa delle le frodi commerciali come sono le miscele di olio lampante e deodorato vendute come extravergine. Queste non nuociono al consumatore che infatti le paga 2,50 euro l litro, ma nuociono all'olivicoltura. E andiamo!!

MARIO DE ANGELIS
MARIO DE ANGELIS
20 ottobre 2012 ore 12:29

Il mio commento??? Vedo il Dr. Mario Solinas (il padre del panel test, n.d.r.) che si sta rigirando nella tomba ed ha chiesto il permesso per "ritornare una giornata" allo scopo di far capire lo scopo del panel a chi ancora non l'avesse capito!!! Mario De Angelis

EMILIO FRANCIOSO
EMILIO FRANCIOSO
20 ottobre 2012 ore 11:28

Abbiamo capito che c'è disaccordo e pure attrito tra voi, però i prossimi commenti dei commenti scriveteveli in privato... Auspico che questa rivista, che seguo puntualmente dalla nascita, resti sempre trasparente in quei contenuti informativi distinti tra fatti e opinioni sul mondo dell'olio che è corretto pensare "appartengano" ai lettori.
Noi consumatori, dotti e ignoranti, abbiamo comunque bisogno di tutte le vostre professionalità. Anche qualora le strade si biforcassero. Perciò... fate che la lite casalinga sia comunque costruttiva. Prosit!

massimo occhinegro
massimo occhinegro
20 ottobre 2012 ore 10:30

Caro Breccolenti , Grimelli ha censurato anche i miei commenti. Anche questo forse sarà on line per poco tempo.

giovanni breccolenti
giovanni breccolenti
20 ottobre 2012 ore 09:50

Non entro in merito alle ragioni del contrasto fra il direttore e il dott. Grimelli,comunque accomunati dalla stessa passione anche se su posizioni diverse.Dico solo che avere una rivista cosi',con piu' anime,con lo spazio mai censurato (almeno nel mio caso)che si lascia a noi lettori e appassionati del settore, è una ricchezza da non perdere.Mi auguro quindi che questi contrasti,risolvibili semplicemente con l'approfondimento degli stessi, senza lasciarsi condizionare da chicchesia,non porti a nessuna scissione e che comunque Teatro Naturale rimanga uno spazio libero e aperto a qualsiasi discussione (seria intendo) come finora è stata (e lo dice uno che qui è stato definito carinamente dal direttore marine dell'olio,sognatore, burocrate,perchè porto avanti qui una battaglia sull'introduzione del DNA test dell'olio,l'introduzione del limite minimo dei polifenoli,l'impossibilità di un corpo unico del mondo dell'olio almeno allo stato attuale delle cose,ecc.).Quindi avanti cosi',anche nella diversità di vedute,comunque ognuno di noi si prende la responsabilità di quello che scrive o commenta.