La voce dei lettori

GUIDE AI VINI POCO ATTENDIBILI

Attualmente le guide non servono assolutamente a nulla. Parola di Luciano Roncarelli. Per conoscere i vini occorre scoprirli da sé

19 febbraio 2005 | T N

Attualmente le guide non servono assolutamente a nulla, se non ad arricchire chi le scrive.
Se si vuole bere bene e soprattutto senza spendere fortune in bottiglie, c'è poco da fare, bisogna cominciare a bere, bisogna considerare il bere come una quotidianità e quindi ci si deve recare in enoteca, o dal piccolo produttore vicino a casa, o spendere qualche giornata delle amate ferie a girar per cantine, ma fondamentalmente è obbligatorio girare ed assaggiare, assaggiare, assaggiare; arrivare al punto in cui da soli, si conosce il migliore ed il peggiore ... Insomma raggiungere quel livello in cui, in piccolo, una piccola guida locale ce la potremmo scrivere anche da soli ...
Questo perché le guide sono tutto fuorché oneste.
Lasciando perdere Maroni autoelettosi a conoscitore di vini e i suoi farneticanti testi dove - forse - capisce qualcosa solo lui (ha perfettamente ragione Ziliani), il Gambero Rosso attualmente è la guida meno attendibile d'Italia: l'unica cosa di cui sei sicuro seguendo le sue indicazioni è che ti svuoti il portafoglio, ma il risultato gustativo il più delle volte è orripilante, con vini che al massimo sanno di legno liquefatto, con vini che riportano sempre le solite etichette (stanche); ... omissis ....
Dico questo perché è l'unico modo in cui riesco a spiegarmi certe presenze, è l'unico modo con cui si spiega perchè alcuni vini decisamente medio-bassi, a costi elevatissimi, abbiano spazio con punteggi stratosferici sulla guida; l'altro modo è che chi assaggia quei vini sia semplicemente un incompetente che dovrebbe scrivere sui rotocalchi rosa anziché compilare guide sui vini ... Ma non credo che siano incompetenti, credo anzi che alcuni vini non vengano nemmeno più assaggiati, ma vengano messi di diritto, così, perché c'è il nome e, chiaramente, tanti soldi dietro.

Luciano Roncarelli

P.S. Non cito qui la guida AIS perché non la conosco, ma l'AIS in sé mi dà dei dubbi: le poche volte che ho partecipato alle loro degustazioni, mi pareva più una presentazione pubblicitaria di un determinato produttore che non una valutazione oggettiva dei vini.


Condivido il suo scetticismo solo in parte. Le guide restano comunque uno strumento utile. Certe esasperazioni senza riscontri nella realtà possono aprire a dubbi sull'operato di alcuni, certo, ma credo si debba essere cin ogni caso prudenti e fiduciosi nelle valutazioni, soprattutto se si guarda dall'esterno il fenomeno guida. Sarebbe perciò utile un confronto aperto tra chi la guida la fa e chi invece la subisce (o la consulta con piacere, dipende dai punti di vista). Attendiamo naturalmente una replica da parte degli interessati. Il suo disappunto mi sembra piuttosto duro. Le accuse che muove mi auguro restino solo un pensiero senza riscontri, altrimenti sarebbe davvero triste. Non le pare?
L. C..

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