La voce dei lettori 14/01/2012

Le quote latte scaldano gli animi

Le quote latte scaldano gli animi

La legge 33/2009 è una sanatoria? Fanno bene gli indignatos del latte a rifiutarsi di pagare? Un lungo e articolato scambio di mail tra un irriducibile e la nostra redazione


1)Provvedimento dell'autorità competente con cui si viene a considerare legittima una situazione di per sé irregolare.

2)Provvedimento con cui il giudice, nel diritto civile, o l'autorità competente, in campo amministrativo, rinunciano ad agire legalmente contro i responsabili di azioni illegali o normalizzano situazioni precarie o irregolari

IN MERITO ALL'ARTICOLO SULLE QUOTE LATTE DI R.T. ,QUESTE SONO SOLO UN PAIO DI DEFINIZIONI DELLA PAROLA "SANATORIA".

PER VOSTRA INFORMAZIONE CON LA RATEIZZAZIONE DELLE MULTE LATTE COME DA LEGGE 33/09 E ATTUALE RIAPERTURA DEI TERMINI ,NON SI SANA UN BENEAMATO,MA ,NELLA EVENTUALITA' CHE UN ALLEVATORE VOLESSE ADERIRE ALLA RATEIZZAZIONE ,SI APPLICANO A TUTTE LE MULTE UN TASSO DI INTERESSE FINO AL 9%,SENZA NEMMENO UNO SCONTO DI UN EURO SUL CAPITALE. PER QUESTO MOTIVO SONO A RICHIEDERE UNA PRONTA RETTIFICA DELL'ARTICOLO .

Paolo Golfrè Andreasi

 

Buongiorno Sig. Golf,

in merito alla sua puntualizzazione, la legge 33/2009 sana una situazione "precaria o irregolare" relativa al mancato pagamento delle quote latte. L'adesione al piano di rateizzazione prevede infatti che lo Stato rinunci ad agire legalmente contro i responsabili di ciò che il Tribunale di Milano ha considerato una sistematica evasione con sedici condanne, lo scorso 29 settembre, fino a 5 anni di reclusione.

La definizione sanatoria è quindi pienamente applicabile alla legge 33/2009.  Le condizioni economiche offerte per aderire al piano di rateizzazione possono essere gravose ma non inficiano la natura sanatoria del provvedimento normativo.

Cordiali saluti

Graziano Alderighi

Redazione Teatro Naturale

 

E' ancora presto per il primo aprile . Lei vuole giocarsi di me per non so quali motivi. Mi dica dove ha letto che "...l'adesione al piano di rateizzazione prevede infatti che lo stato rinunci ad agire legalmente contro i responsabili ...." . Cosa c'entra la sentenza del tribunale di milano con la questione dei prelievi esigibili e rateizzabili come da legge 33/09 solo lei lo sa. Ma lei è un giornalista o un passacarte ? Si informi minimamente prima di scrivere vaccate . Attendo una sua rettifica . In mancanza ,anche tramite social network ,abbiamo a disposizione parecchi strumenti per fare a lei e a Teatro Naturale parecchia pubblicità gratuita

Paolo Golfrè Andreasi

 

Egr. Sig. Golfrè Andreasi,

credo che lei confonda sanatoria e condono. Della sanatoria abbiamo già detto. Riguardo al condono si definisce tale un provvedimento normativo tramite il quale i cittadini che vi aderiscono possono ottenere l'annullamento, totale o parziale, di una pena o di una sanzione.

La legge 33/2009 sana e non condona le multe sulle quote latte.

A seguito dello sforamento delle quote assegnate lo Stato deve pagare forti sanzioni a Bruxelles. La Commissione europea ha tuttavia sancito che non può essere lo Stato a risarcire l'Ue ma che devono essere gli autori dello sforamento, ossia gli allevatori, a pagare. L'Ue ha così stabilito l'impossibilità a condonare le multe da parte dello Stato. A seguito di un lungo braccio di ferro con la Commissione Ue, anche in ragione delle cifre imponenti richiedibili alle imprese zootecniche, viene sancita, proprio con la legge 33/2009, la possibilità di rateizzare il debito. Il Ministro Zaia ha utilizzato lo strumento della sanatoria, ovvero della possibilità di sanare una situazione debitoria nei confronti dello Stato attraverso una dilazione di pagamento (rateizzazione). I debiti, altrimenti, sarebbero dovuti essere saldati tout court perchè ne era prevista l'iscrizione a ruolo e l'esigibilità diretta e immediata da parte di Equitalia (ora il tutto è passato nella mani di Agea). Una situazione che sarebbe stata insostenibile per molte aziende tanto che la legge 33/2009, all'art. 8 quater, comma 1 ne fa espresso riferimento: "Al fine di consolidare la vitalita' economica a lungo termine delle imprese, accelerare le procedure di recupero obbligatorio degli importi del prelievo latte dovuti dai produttori e deflazionare il relativo contenzioso..."

La legge 33/2009 ha normalizzato una situazione sicuramente precaria, per le imprese, e certamente irregolare.

L'adesione al piano di rateizzazione prevede inoltre che lo Stato rinunci ad agire legalmente, semplicemente perchè vengono a mancare i presupposti e le fattispecie di reato su cui lo Stato può agire in sede penale, civile o amministrativa. Sul piano civile e amministrativo, se viene pagato tanto il debito quanto le sanzioni, lo Stato non può esigere null'altro. Sul piano penale l'adesione al piano di rateizzazione fa cadere il dolo ma configura "semplicemente" una colpa. Chi paga in ritardo le tasse non viene incriminato per truffa ai danni dello Stato ma è prevista una serie di procedure e sanzioni amministrative, l'evasione e/o elusione delle quali configura un dolo e un reato. I magistrati della IV sezione penale del Tribunale di Milano si sono mossi sul presupposto che i sedici abbiano agito nella consapevolezza di commettere una fattispecie criminosa, e su queste basi sono state emesse sentenze di colpevolezza per truffa ai danni dello Stato e altri reati che prevedono, per l'appunto, la sussistenza di un dolo.

Il sistema delle quote latte è malato? Vi sono forti anomalie? La risposta è sì ma la normativa va rispettata, ottemperata e, se ritenuta ingiusta, combattuta nelle opportune sedi politiche. Altrimenti si cadrebbe nell'anarchia. Si tratta di un principio elementare ben compreso da centinaia di allevatori che hanno aderito alla rateizzazione del debito, pur lottando per un sistema burocratico delle quote più equo.

Trasmetterò ai vertici della testata le sue per nulla velate minacce e offese affinchè possano valutare le azioni del caso.

Cordiali saluti

Graziano Alderighi

 

Continuo a rimanere allibito.Forse perchè ad una attenta lettura delle sue tesi traspare l'assunto che le multe non pagate e non rateizzate possano essere equiparate a evasione o elusione configuranti dolo e reato. Ma se lo stesso comunicato stampa di Agea afferma che, qualora i produttori che non adericono alla rateizzazione possono incorrere nel rischio della riscossione coattiva e della revoca delle quote. E ovviamente non citano l'eventualità di una citazione in giudizio per presunti reati penali. Dott. Alderighi ,non è che lei confonde quegli allevatori che hanno venduto latte in nero e che ,automaticamente hanno eluso gli obblighi previsti dal regime quote latte ,evadendo il pagamento delle multe conseguenti ? Cosa diavolo può evadere un allevatore che ha tutto alla luce del sole compresi milioni di euro di multa conseguenti proprio alla fatturazione del latte munto e non alla evasione commercializzando latte in nero ? cosa vuole fare paragoni impropri con la situazione della sentenza del tribunale di milano ,circoscritta a problematiche inerenti alla gestione di cooperative di commercializzazione ? Se il problema quote latte si trascina da 20 anni è anche per responsabilità di certi giornali che invece di addentrarsi nel merito della questione preferiscono sposare la causa del politico o del sindacalista di turno. Volete fare informazione vera e scomoda al potere sulla questione così come dovrebbe essere nel dna del vero giornalista ,cane da guardia del potere ? fate articoli su documenti pubblici passati quantomeno inosservati alla grande platea . Per stimolo ,anche se son certo che il Dott. Alderighi rimarrà fermo nelle sue convinzioni di denunciare coraggiosamente al mondo intero gli orribili reati perpetrati da qualche migliaio di allevatori financo renitenti dallo sfruttare la ghiotta e succosa occasione della rateizzazione delle multe al 9 % di interessi ,provvidenzialmente offerta da quel convento di suore orsoline definito per gli addetti ai lavori Agea,fornisco qualche documento che auspico possa far venire qualche vago dubbio negli assunti del Dott. Alderighi

Paolo Golfrè Andreasi

 

Egr. Sig. Golfrè Andreasi,

noto con disappunto che quando non si vuole capire, si cerca anche di distorcere le parole e il pensiero altrui.

Cito dalla mia risposta: "Chi paga in ritardo le tasse non viene incriminato per truffa ai danni dello Stato ma è prevista una serie di procedure e sanzioni amministrative, l'evasione e/o elusione delle quali configura un dolo e un reato." Tale esempio vuole significare che l'emissione di una cartella esattoriale, purchè sia, non comporta una automatica denuncia penale, ma solo l'evasione o elusione della stessa (e della relativa imposizione), attraverso raggiri o artifizi (dolo), configura reati penali, tra cui la truffa ai danni dello Stato (art. 640 Codice penale). L'Agea non può minacciare denunce penali perchè, come chiaramente espresso nella mia precedente risposta, "se viene pagato tanto il debito quanto le sanzioni, lo Stato non può esigere null'altro". Le consiglio la lettura di qualche manuale di diritto per comprendere pienamente la differenza tra colpa e dolo.

La legge 33/2009 è una sanatoria perchè normalizza una situazione irregolare (debiti e sanzioni iscritti al registro nazionale) attraverso un rito straordinario (rateizzazione del debito) che bypassa le procedure ordinarie (iscrizione a ruolo ecc ecc). A confermare la natura sanatoria del provvedimento normativo il fatto che agli aderenti al piano di rateizzazione sono state assegnate buona parte delle quote latte ottenute dall'ex Ministro Zaia a Bruxelles (aumento 5% sul plafond nazionale) a sanare una situazione di insufficienza precedente.

Ritengo che lei continui a confondere CONDONO, provvedimento che prevede l'estinzione, parziale o totale, di una sanzione o di una pena, con SANATORIA, provvedimento che prevede la normalizzazione di una situazione precaria o irregolare. La legge 33/2009 non è certamente un condono, come invece auspicato da qualche centianaio di allevatori, ma è una sanatoria.

La legge 33/2009 è certamente onerosa e gravosa, come lo è stata la 119/2003 alla quale hanno aderito 11500 allevatori (dati Agea), lasciando 1880 posizioni irregolari (dati Agea) a cui il legislatore ha provato a far fronte con l'emanazione della legge 33/2009. A tale ultima sanatoria hanno aderito circa 600 produttori, mentre per altri 600 la posizione risulta pendente (contratto non sottoscritto nei tempi previsti, sospensive giudiziarie ecc ecc). Qualche decina di produttori ha debiti inferiori ai 25mila euro. Sono quindi circa 500 gli allevatori che non hanno mai fatto domanda.

Ho citato tali dati solo per chiarire il quadro di riferimento. Non sono più migliaia, come erroneamente da lei sostenuto, gli allevatori la cui posizione è irregolare ma solo alcune centinaia.

Infine, nella mia precedente risposta avevo già fatto riferimento alle sperequazioni e iniquità del sistema delle quote latte, l'esistenza delle quali, però, non può inficiare il basilare principio di osservanza della norma. Vi sono migliaia di allevatori che, pur consapevoli di dover lavorare in un sistema malato, hanno acquistato quote latte ai prezzi di mercato, indebitandosi. Vi sono poi gli 11500 allevatori che hanno aderito alla 119/2003, assoggettandosi alla normativa e normalizzando la propria posizione. Sono tutti stupidi? Sono tutti fessi? Non lo sono. La presunta iniquità di un provvedimento normativo non può essere motivo o giustificazione per l'elusione dello stesso, altrimenti, mi ripeto, si cadrebbe nell'anarchia.

L'intera corrispondenza verrà pubblicata sul prossimo numero di Teatro Naturale a beneficio di tutti i lettori.

Cordiali saluti

Graziano Alderighi

 

Lei afferma che "..... tale esempio vuole significare che l'emissione di una cartella esattoriale ,purchè sia,non comporta una automatica denuncia penale,ma solo l'evasione o elusione della stessa (e della relativa imposizione),attraverso raggiri o artifizi(dolo),configura reati penali,tra cui la truffa ai danni dello stato(art. 640 codice penale).........".Ma come si possono evadere o eludere cartelle esattoriali se devono ancora essere emesse ,in quanto non sono ancora state rinotificate le intimazioni di pagamento conseguenti alla riapertura dei termini della rateizzazione e di conseguenza non sono ancora trascorsi i 60 gg di tempo utile per aderire ? ma come si possono evadere o eludere cartelle esattoriali ? bruciandole forse ? se si chiama riscossione forzosa lo è anche in virtù del fatto che l'esattore ha ulteriori strumenti atti alla riscossione ,tipo pignoramenti o sequestri .Lei  continua a insistere col suo teorema allevatori multati/truffatori ,faccia pure . Si sentono le sue unghie stridere sugli specchi a difesa della parola SANATORIA , anche se forse ora si è accorto di aver preso lucciole per lanterne .Lei non sa nemmeno che in base alla legge 33/09 art.8quinquies par.10 Agea non può avvalersi di Equitalia per la riscossione delle multe,ma può farlo solo con decreto ingiuntivo "....... Nei casi di mancata tempestiva presentazione della richiesta di rateizzazione e in quelli di decadenza dal beneficio della dilazione, nonche' in caso di interruzione del pagamento anche di una sola rata, l'AGEA provvede alla riscossione coattiva ai sensi del testo unico delle disposizioni di legge relative alla riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato di cui al regio decreto 14 aprile 1910, n. 639...."    Di più; non si addentri tecnicamente in una materia così complessa ,cui persino gli addetti ai lavori fanno fatica a conoscerla totalmente.Nella seconda parte della sua mail lei cita dati completamente errati che la portano a conclusioni errate.Gli allevatori aderenti alla prima rateizzazione prevista dalla legge 119/03 sono stati 15384 e non 11500. Gli allevatori che non hanno aderito a questa rateizzazione sono stati circa 8000 e non 1880,così come si evince da fonti comunitarie citate in questo link ,destinazione ultima dei soldi degli allevatori  http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0342:FIN:IT:PDF . Se i primi hanno aderito lo hanno fatto rinunciando alle sospensive che inibivano il pagamento ,i secondi invece hanno preferito tenersi le sospensive rifiutando la rateizzazione e sono perfettamente nell'ambito legale e non irregolare come da lei definiti. La legge 33/09 non è intervenuta per indurre alla rateizzazione gli allevatori che avevano rifiutato la prima rateizzazione ,in quanto come citato nella legge 33/09 art. 8 quinquies par.1 "... l'AGEA, ............. intima a ciascun debitore il versamento delle somme che risultino esigibili. Sono da considerare esigibili anche le imputazioni di prelievo non sospese in sede giurisdizionale...."  Esigibilità significa assenza di provvedimenti giurisdizionali che inibiscano il versamento,contrariamente agli allevatori  con sospensive del periodo 1995/96 /2001/02 . Anche per la rateizzazione come da legge 33/09 lei ha citato dati inesatti in quanto solo 266 produttori hanno sottoscritto il contratto di rateizzazione ,chi invece non lo ha ancora sottoscritto sono 1312 i base a dati Agea. Lei ha raccontato l'ennesima falsità quando afferma che  agli allevatori che hanno aderito alla rateizzazione sono state attribuite le quote aggiuntive assegnate all'italia in virtù della trattativa dell'allora ministro Zaia. La legge 33/09 art.8bis par. 2 afferma "....Gli aumenti del quantitativo nazionale garantito di latte di cui al regolamento (CE) n. 248/2008 del Consiglio, del 17 marzo 2008, ed al regolamento (CE) n. 72/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009, sono attribuiti alla riserva nazionale per essere assegnati prioritariamente alle aziende che nel periodo 2007/2008 hanno realizzato consegne di latte non coperte da quota, che risultino ancora in produzione nella campagna di assegnazione, nei limiti del quantitativo prodotto in esubero nel periodo 2007/2008..." . Infatti come avrà letto nell'articolo originario di Agea ,chi non ha aderito alla rateizzazione può incorrere nella revoca della quota aggiuntiva.Da ultimo sul concetto di irregolarità; come ha visto dalla ampia documentazione che le ho fornito gli allevatori che lei giudica irregolari sono circa 10000 ,e tra questi 8000 con sospensive e non qualche centinaia. Personalmente mi vanto di essere di uno di questi ,perchè ritengo ,non con chiacchiere copiate da qualche sindacalista di turno , ma con fatti e con documenti di istituzioni dello stato di essere molto più regolare di qualche giornalista che copia numeri e concetti a casaccio. La nostra è una battaglia per la verità e la giustizia contro l'ennesima mafia dei colletti bianchi che , come in questo caso ha creato danni economici ,di immagine e alla salute pubblica che solo giornalisti con la schiena dritta potrebbero diffonderne i particolari

Paolo Golfrè Andreasi

 

Egr. Sig. Golfrè Andreasi,

vedo che insiste pervicacemente nel non voler capire, oltre a continuare a utilizzare toni offensivi. Ho citato degli esempi che, in quanto tali, dovrebbero servire a chiarire i significati di colpa e dolo, cercando di spiegarle come, in assenza di dolo, non sussistano i presupposti per una denuncia penale. L'adesione alla legge 33/2009 chiude ogni contenzioso, tanto che a chi ha aderito viene riconosciuta l'assegnazione di quote dalla riserva nazionale (senza il rischio di revoca relativo ai soggetti che non hanno accettato il piano di rateizzazione), che si è potuta rimpinguare dopo la trattativa dell'ex Ministro Zaia a Bruxelles.

Lei mi chiede come si possono evadere con dolo cartelle esattoriali. Non essendo un delinquente non so risponderle ma so che esiste la possibilità, altrimenti non esisterebbero i discendenti reati.

A proposito di numeri riporto integralmente la parte di nota Agea del 27-1-2011: "L’Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e il Commissario straordinario per le quote latte, Paolo Gulinelli, hanno comunicato i dati aggiornati, al 21 gennaio 2011, in relazione all’applicazione della legge 33/2009, ultima occasione offerta per la rateizzazione delle cosiddette multe per la produzione in esubero di latte: i produttori interessati sono in totale 1880 - per la stragrande maggioranza concentrati in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna per un valore complessivo delle multe inizialmente intimate pari a 656,38 milioni di euro, somma poi aggiornata a 548,75 milioni a seguito delle sospensive e dei versamenti avvenuti.

Del totale dei produttori in questione, 541 non hanno mai fatto domanda di rateizzazione, per un totale di prelievo intimato pari a 73,13 milioni di euro, somma aggiornata a 49,85 milioni di euro per via delle sospensive ottenute in sede giudiziaria. Le domande di rateizzazione accettate e sottoscritte con relativo contratto sono 232, mentre quelle per cui è in corso l'esame da parte del Commissario straordinario e di Agea sono 442. Sono invece 494 i produttori di latte che hanno fatto richiesta di adesione alla legge 33/2009, ma poi hanno fatto scadere i termini per la sottoscrizione del contratto: le multe a loro intimate assommano a poco più di 231 milioni di euro. La parte restante dei produttori è rappresentata da coloro per i quali l’’istruttoria si è conclusa ma il debito risulta pari a zero (a seguito di versamento o sospensiva), e da poche decine per cui il debito risulta inferiore a 25.000 euro."

Essendo l'Agea a gestire, anche attraverso un commissario ad acta, l'applicazione della disciplina sulle quote latte, i numeri forniti vengono da fonte ufficiale assai attendibile.

Il sottoscritto non è coinvolto, come lei, in questa vicenda e quindi, probabilmente, può vedere il tutto sotto una prospettiva più ampia che non si restringa solo alle irregolarità ma che valuti anche il punto di vista di chi ha rispettato le normative e che si è visto danneggiato dalla presente situazione. Il Dott. Daniele Rama ha stimato, in una perizia giudiziaria, che i produttori piemontesi rispettosi della disciplina sulle quote abbiano subito un danno, nel periodo 1997-2005,  di 1,69 milioni di euro all'anno. I diritti di queste persone non vanno forse tenuti in considerazione? Al contrario di coloro che mediaticamente sono stati definiti i Cobas del latte, si tratta di un popolo silenzioso ma non per questo può o deve essere calpestato.

In considerazione del fatto che lei ritiene di essere in verità e giustizia non avrà difficoltà a dimostrare la regolarità della sua posizione di fronte alle competenti autorità, come pure non avrà difficoltà a dimostrare, nelle opportune sedi, che "l'ennesima mafia dei colletti bianchi" ha creato un danno al Paese. Nel caso venisse riscontrata la fondatezza di tali assunzioni, Teatro Naturale ne darà notizia.

Cordiali saluti

Graziano Alderighi

 

Non per volontà di dire l'ultima,ma mi accorgo che in silenzio ha messo sotto l'uscio gli 8000 allevatori con sospensive della legge 119/03 e drasticamente diminuito da 600 a 232 ,come da me affermato ,gli allevatori che hanno sottoscritto il contratto di rateizzazione di cui alla legge 33/09. Chiamiamoli ravvedimenti operosi . Sa dell'esistenza della possibilità di evadere le cartelle esattoriali però ne ignora il metodo. Provi ad indagare intensamente sulla questione perchè mi sa,visti i tempi che corrono , che parecchi cittadini italiani la ringrazierebbero prostrandosi ai suoi piedi.Se lei avesse ascoltato il mio consiglio iniziale di fare una rettifica o un articolo corretto ,ci saremmo tutti risparmiati questo incartamento a difesa della parola SANATORIA.  Comunque rinfranca lo spirito sapere che sui prossimi numeri di Teatro Naturale ,lei farà pubblicare le 4 relazioni della Commissione Lecca ,la relazione della Commissione Mariani con l'annesso memoriale dirompente del Col. Messina,la relazione dei Carabinieri del Comando Politiche Agricole del 15/4/2010 e gli stralci pubblici delle indagini di questi su mandato della Procura di Roma. In attesa di ciò e con la speranza che anche questa mail come promesso sia pubblicata su Teatro Naturale , mi permetto di pubblicare qualche stralcio dell'intervista al Generale della Guardia di Finanza Natalino Lecca ".....Cosa ne pensa di come i nostri amministratori hanno gestito le assegnazioni italiane? Secondo me gli interessi dell’Italia non sono stati tutelati bene dai nostri funzionari, perché quando è stato fissato il contingente italiano ci siamo ritrovati con una quota largamente inferiore al nostro consumo interno: in Italia si consumavano circa 150 milioni di quintali di latte e la quota che ci è stata assegnata era di circa 90 (tra l’altro sono convinto che allora non avevamo abbastanza capi di bestiame per produrre quanto bastava a soddisfare il nostro fabbisogno) per fare in modo che una parte del latte olandese e tedesco potesse essere smerciato qui. Questo sistema avrebbe potuto funzionare se ci si fosse attenuti alle regole. Ma l’Italia non ha applicato la normativa europea; ha fatto una serie di pastrocchi ben indicati nelle varie Relazioni della Commissione di Indagine, frodi che oggi, nella seconda Repubblica, vengono perseguite con severità, tant’è che alle Relazioni è anche seguita una specifica denuncia......Chi erano i Ministri interessati dalla denuncia? Nelle Relazioni si parla solo di Pandolfi e Mannino… Può rendersene conto controllando chi era Ministro in quelle legislature. Ufficialmente questi fatti credo siano ancora coperti dal segreto istruttorio. Quattro Relazioni sono state rese pubbliche dal Presidente del Consiglio, e lì si trovano molte informazioni. Esistono poi altri carteggi che non sono stati resi pubblici ma che sono stati inviati alla Corte dei Conti, per gli aspetti del recupero dei danni erariali, e ai Tribunali, perché le responsabilità riferite erano pesantissime. Sono stati acquisiti anche documenti autografi in cui si affermava “Non facciamo questo”.L’attuazione non conforme alla normativa ha dato spazio all’assegnazione di una serie di quote “di favore” basate sulle dichiarazioni dei primi acquirenti. Le faccio degli esempi: la quota non prodotta viene perduta, così è capitato che ad un agricoltore venisse detto dalla latteria che la sua quota era decaduta. Invece la latteria fatturava il latte come proveniente dalla fattoria di quello stesso agricoltore, utilizzando la quota ad insaputa del titolare. Quindi, la stessa quota veniva ceduta ad un terzo produttore per incassare il frutto della truffa. Un’altra grossa frode ha riguardato il riciclo di latte prodotto in altri Stati, o di latte in polvere. Facciamo un esempio: se la Germania produceva oltre il proprio consumo interno, poteva esportare in Italia l’eccesso. Questi spostamenti sono registrati nella rete dei documenti doganali, così sono stati fatti controlli sulle operazioni di importazione. È risultato che la produzione italiana più le importazioni non arrivano a quei 150 milioni di quintali che l’Italia consumava. Ma nelle fatture dei caseifici questo latte c’è, per cui sono state sicuramente utilizzate autocisterne di latte di contrabbando, magari di latte in polvere rigenerato o di latte prodotto fuori quota in altri Stati. Del fatto che questi casi esistano sono state acquisite le prove. Il personale della Guardia di Finanza ha trovato in alcune latterie autobotti di latte tedesco supportate da fatture di allevatori italiani che non ne sapevano nulla. In questo modo le denunce di produzione dei primi acquirenti hanno portato al superamento del nostro QGG e gli allevatori che hanno prodotto oltre la propria quota non hanno potuto beneficiare in sede di compensazione delle quote non prodotte da allevatori deficitari....Si è arrivati così alla situazione paradossale che lo Stato non gli può più imporre di fare i controlli. E qui è arrivata la sorpresa: alcuni veterinari non hanno più dato il proprio appoggio, soprattutto in quelle zone dove le quote erano in mano a personaggi appartenenti alla criminalità organizzata. Mi sono sentito dire esplicitamente che i dati non li avrebbero mandati oppure che sarebbero stati falsi. Al che ho risposto che ad un simile atteggiamento non poteva che corrispondere una denuncia, ma la replica è stata questa: “un pessimo processo è molto meglio che un funerale di Stato, con tutti gli onori del caso”. Il problema delle quote latte deriva soprattutto da questi abusi e da queste circostanze. Io sono convinto di una cosa: noi abbiamo comunicato i dati di produzione a Bruxelles in maniera sconsiderata e per quantitativi sicuramente superiori alla produzione effettiva italiana. Almeno una parte del superprelievo deriva da un gioco di fatture.....Si prendeva il latte in nero, pagandolo meno, dai veri produttori e se ne fatturava l’entrata a nome delle quote di carta, per non perdere il QRI illegittimo.Io sono convinto che la produzione italiana fosse all’epoca appena al di sopra del nostro QGG. Gran parte delle multe che sono state imposte a tanti allevatori, secondo me, sono immeritate.....In questo scenario di illeciti è possibile secondo lei che lo Stato italiano decida di far pagare agli agricoltori la multa?E’ un problema politico. L’Italia ha mandato a Bruxelles dati non corretti su cui sono state calcolate multe salatissime. Se l’Italia non fa pagare agli agricoltori la multa e la addebita all’erario concede di fatto una sovvenzione al proprio settore lattiero - caseario che per l’ordinamento europeo è scorretta e provoca un danno erariale. A questo va aggiunto che il FEOGA ha decurtato tali importi dai contributi destinati all’Italia, danneggiando in tal modo tutti i produttori del settore agricolo. Se dovessi ritrovarmi nella situazione di incappare nel superprelievo, io mi rivolgerei non solo alla Corte di Giustizia ma anche al Tribunale dell’Aia e a tutti i consessi internazionali. Il giudizio affidato alle commissioni regionali senza possibilità di appello è una porcheria. Pensi che in taluni casi le commissioni sono risultate composte da quegli stessi personaggi che avevano distribuito le quote, che così sono diventati controllori di sé stessi… Questo è avvilente, una cosa veramente da non credere. E poi tutta quell’altra oscenità sulle zone esentate, con stalle ubicate nel pieno centro storico delle città perché le istruzioni emanate dal Ministero dell’Agricoltura consentivano di indicare come ubicazione della stalla la sede legale dell’azienda, oppure ancora, cosa obbrobriosa, il luogo dove erano conservati i registri contabili! E siccome le scritture contabili le conservano i commercialisti, i loro studi sono diventati sede di stalle “disagiate”. In Friuli, ad esempio, alcuni commercialisti hanno preso domicilio sopra Tolmezzo perché così le stalle risultavano ubicate in zona montana, quindi esenti dal pagare il superprelievo.....L’aumento di quota ci è stato concesso perché i controlli hanno dimostrato che non era tutto latte italiano quello per cui ci era stata inflitta la multa. In Italia è arrivato latte dalla Boemia, dalla Moravia, latte che costa la metà rispetto ai prezzi europei dato il salario molto ridotto che percepiscono gli agricoltori.Io ho degli amici che mi hanno detto tante cose. Per esempio: autotrasportatori che avrebbero dovuto caricare del latte oltre frontiera e portarlo in Italia si sono sentiti dire che dovevano riempire l’autobotte con acqua e latte in polvere e che tanto, al valico del Brennero, il carico sarebbe sembrato latte fresco di giornata.Un altro esempio riguarda un mio amico che è andato a lavorare in un caseificio in Germania. Gli ho chiesto quanto latte venisse lavorato ogni giorno e lui mi ha guardato disgustato e ha risposto: “Latte? Noi lavoriamo soprattutto patate. Facciamo il formaggio con grosse percentuali di patate ed il latte si usa per amalgamare il tutto”.

Paolo Golfrè Andreasi

di T N

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Commenti 13

paolo golfrè andreasi
paolo golfrè andreasi
15 febbraio 2012 ore 11:44

Ha ragione sig. Doriguzzi. Anche per Falcone e Borsellino poteva essere eccepito un rischio professionale senza tante ricorrenze e beatificazioni. Come un produttore fuori quota in un sistema marcio nelle fondamenta, quei 2 grandi uomini lo dovevano sapere che stuzzicare troppo riina e c. Non era un comportamento che poteva garantire lunga vita. Sicuramente il sig. Doriguzzi non ha frequentato lezioni di educazione civica

Pino Doriguzzi
Pino Doriguzzi
14 febbraio 2012 ore 11:46

Ok , grazie per il chiarimento sig. Andreasi, ora mettendo assieme le sue informazioni con quelle di un altra preziosa fonte, sto inziando a capire il perchè la Lega ha questo esagerato interesse su questa questione.

Sull'ultimo chiarimento la risposta è che certo c'erano 3 mil di quintali in più ma erano un rischio d'impresa e personalmente la mia opinione, che certo come tale può essere condivisa o meno, è che avrebbero chiuso (ma l'eternità non è un diritto) chi produceva grandi quantità con piccole quote, gli esuberi del 10-20% erano riassrbibili. Ed in ogni caso siamo passati da un esubero di 3 mil ad esuberi ben più consisitenti nonostante il rischio.
Infine non ho capito se secondo lei la Piemonte latte ha attuato una "italianizzazione" del latte come descritta dal sig. Andreasi, oppure non ha fatturato latte in esubero degli associati.

Giovanni Robusti
Giovanni Robusti
12 febbraio 2012 ore 10:10

Non ho letto attentamente tutto il blog. Per quello che ho letto mi pare che persistano ancora questioni basilari che non si riesce a far capire. Alla rinfusa.
- La sentenza di Milano. Sarebbe meglio leggere prima le motivazioni. Se la redazione ha amore per la trasparenza le pubblichi. Forse ci renderà conto che quella sentenza è la prima che ha una rilevante parte positiva. Quantomeno sentenzia che produrre fuori quote nn è un reato.
- Dovevate comperare quote. Sono 15 anni che non si riesce a far capire la matematica. Se c'erano 3 milioni di quintali di esubero nazionale anche dopo la compensazione dove si sarebbero potuto comperare quelle quote che non c'erano ? A mè pare semplice ma evidentemente non lo è se ancora oggi non si è riuscit a farlo capire. Quei 3 milioni dovevano chiudere la stalla. Questo era l'intento dichiarato. E' stato sventato.
- la L. 33 fa uno sconto agli allevatori perchè lo Stato rinuncia ai contenziosi. Veramente è vero il contrario. la legge 33 è un tentativo di transazione con rinuncia da parte dei produttori al contenzioso. Lo Stato per altro costituzionalmente non può rinunciare. E per contenzioso si intende quello NON sospeso.
- i pubblici ufficiali devono denunciare i reati. Se no in galera. Noi spalfonatori siamo stati controllati dal 1998 sino a oggi. Mai avuto una denuncia . Anzi semmai il contrario. Tutti in galera i funzionari delle regioni del Nord ?. ma proprio tutti ?. Forse che non c'era alcun reato ?
- la procedura di infrazione ! Per caso non è venuto in mente a nessuno che la procedura sia stata aperta per un altro motivo ?. Leggendo la lettera di risposta della Commissione al Catania sulla metodologia di compensazione emerge chiaro chiaro che fatta così con le priorità italiche non è corretta. Per lo + si conclude che in caso di NON superamento della quota nazionale non si deve fare compensazione. (evento che succede dal 2009). Forse che gli aiuti di Stato potrebbero essere quelli di chi e stato compensato ?. Lo dice anche la Corte di Giustizia e addirittura le sentenze del TAR. Che la pompa magna dei comunicati sindacali servano per mettere le mani avanti o per fare fumogeno sulla vera portata della questione ?.
E questo ed altro ancora senza entrare nel merito delle frodi, delle vacche, del latte in nero a fiumi della Piemonte latte (Coldiretti) e di altro ancora.

paolo golfrè andreasi
paolo golfrè andreasi
10 febbraio 2012 ore 06:53

il conteggio del numero delle vacche in anagrafe bovina viene fatto in rapporto ai giorni di presenza in stalla degli animali.Ipotizziamo che un determinato allevatore abbia avuto in stalla in un determinato anno 3 vacche di cui una presente in stalla 200 giorni,l'altra 100 giorni e l'ultima 65 giorni. In questo caso per l'anagrafe ai fini di riscontro con il latte dichiarato risulta solo una vacca in quanto il totale dei giorni di presenza è l'equivalente per l'anagrafe di una vacca ,ovvero 365 gg. Dunque per il calcolo del numero delle vacche in stalla va suddiviso i giorni di presenza in stalla diviso 365. Per questo motivo non ha senso considerare il numero delle vacche controllate Aia in quanto possono riferirsi anche ad animali presenti 1 solo giorno in stalla.Sull'altro punto da lei richiesto occorre considerare che le zone montane ovvero quelle più vicine ai confini nazionali sono quelle più indicate per fatturazioni clandestine in quanto le aziende ricadenti in montagna come in zona svantaggiata sono di fatto da sempre esentate dall'applicazione del regime quote latte.La conseguenza porta che tali allevatori o pseudo allevatori possono prendersi in carico e fatturare latte importato dall'estero anche inconsciamente in quanto l'industriale che importa il latte ha anche la gestione delle quote .Il Colonnello dei Carabinieri Giuseppe Messina nel 2002 ha descritto tale pratica in un rapporto in cui si evidenzia che "...in breve gli acquirenti di solito dispongono di quote di carta avute dall'amministrazione regionale compiacente o dall'autorità statale collusa. Con tali quote essi possono ritirare i seguenti prodotti in nero alla fonte :latte estero di dubbia qualità,latte in polvere,burro ,creme di latte ,formaggi e cagliate ,latte fuori quota nazionale.Tutte queste tipologie di latte con fattori di conversione diventano latte vaccino genuino. é bene evidenziare che come quote di carta ,gli acquirenti giustificano di ritirare tale latte presso produttori fittizi o inesistenti in modo da averne benefici sia per compensazione ,sia per fatturare il latte così da renderlo legale e scaricare l'iva,sia per affittare o cedere le quote ed ottenerne entrate illecite.Di solito tali quote risultano di produttori che sono residenti in zone coperte da compensazione prioritaria (montagna,svantaggiata)ove occorrerebbe fare controlli sinora mai fatti.Non esistono ed hanno aziende fantasma con capi bovini zero.Sono miriadi di piccoli agricoltori che a loro insaputa solo perchè hanno alcune vacche sia da latte sia nutrici con veterinari asl ovviamente collusi risultano produttori di latte vaccino e così mantengono attive le quote ad insaputa del povero modestissimo produttore..."

Pino Doriguzzi
Pino Doriguzzi
09 febbraio 2012 ore 11:51

Accidenti devo venire meno alla mia promessa, e volevo chiederle una cosa. Prima una precisazione , ovveor che il dato anagarefe è la fotografia di un giorno e non la presenza media/anno che considera invece le rimonte e quindi capi che pur non producendo tutto l'anno, ma anche per porzioni di anno comunque producono. Ma non è questo che volevo chiederle. Ma un suo approfondimento, ovvero prendo per buone le sue ragioni, e quindi esistono ditte che fatturano come proprio del latte estero. Dalle sue molteplici fonti risultano tra questi anche ditte con la sola iscrizione dell'allevamento ma senza nessuna quota? ovvero ritenendo che tanto non si pagherà nulla, hanno iniziato con un paio di vacche una tale attività? La ringrazio

paolo golfrè andreasi
paolo golfrè andreasi
09 febbraio 2012 ore 06:50

Doriguzzi ,ma leggi quello che scrivi ? i carabinieri sono venduti.Agea,ministero,coldiretti,confagricoltura,cia,copagri sono suore orsoline.Tutti sanno che le vacche in italia sono 1.700.000 solo perchè le controllate aia,ovvero quelle presenti anche 1 solo giorno in azienda sono 1.350.000. Peccato che sul sito izs risultino 1.297.000 (a proposito si faccia la somma delle VACCHE IN AZIENDE DA LATTE in tutte le regioni sul sito izs http://statistiche.izs.it/portal/page?_pageid=73,12918&_dad=portal&_schema=PORTAL&op=nav_rep&p_report=plet_rep_istat1&p_titolo=Consistenza%20Capi%20per%20classi%20di%20eta',%20sesso%20e%20tipologia%20produttiva
Io mi agito molto perchè a differenza sua ho qualche centinaio di migliaia di euro di multe calcolate su dati fasulli. So che OGGI lei è tranquillo. Acquistare quote non significa seguire la legge ,perchè la legge era rispettata anche prima.Non esiste nessun divieto di produrre oltre quota;viene prescritto solo che in tal caso si possa essere oggetti di multa.Ma se il produttore soggetto alla multa scopre che lo stato è fuorilegge in quanto ha inventato sulla carta 300.000 vacche solo al fine di giustificare la produzione nazionale che ha causato le multe e che non ha revocato quote per mancata produzione per 741.000 quintali solo per il 2003,permetta Doriguzzi ma può anche essere che questo allevatore ,differentemente dalla tranquillità in cui navigano i suoi clienti,si incazzi.Lei afferma che se le multe non verranno pagate i suoi clienti avranno guadagnato poco e rischiato nulla e ciò in base al libero arbitrio ? Libero arbitrio? ma se un giorno sì e l'altro pure i sindacati non hanno fatto che mettere gli uni contro gli altri.Se migliaia di allevatori sono stati messi nelle condizioni di acquistare quote è solo il frutto di anni di ricerca spasmodica del sindacato di mettere in campo leggi come la 119/03 che hanno ulteriormente aggravato il sistema con norme tipo il versamento mensile o la rateizzazione previa rinuncia ai ricorsi che hanno giocoforza condizionato certe scelte :se il sindacato non fosse esistito nella vicenda quote ma anche nella vicenda federconsorzi ,parecchie famiglie godrebbero di tranquillità finanziaria e lo stato di qualche decina di miliardi di euro in più nelle casse

paolo golfrè andreasi
paolo golfrè andreasi
08 febbraio 2012 ore 15:48

1)come può coldiretti denunciare che i prodotti con marchio italiano non contengono materia prima nazionale e non ammettere che sia latte estero italianizzato ? coldiretti forse pensa che questo sia latte alieno proveniente da un altro pianeta ? addirittura nel 1998 vennero controllate tutte le industrie acquirenti di latte . Poi guardacaso i controlli li fecero fare a quelle regioni responsabili della malagestione preesistente eeeeee....puf niente è successo . Era difficile pensare che queste si autoaccusassero .La commissione di garanzia limitata nei poteri alla sola verifica di una minima percentuale delle istanze di riesame e condizionata nel giudizio dalla presenza al proprio interno di un funzionario ministeriale rilevò che in parecchie regioni meridionali emersero misteriosi furti dei fascicoli delle istanze e che un paio di milioni di quintali di latte furono aggiunti a tavolino nel 1999 riferiti al 1995/96 e1996/97.Cose che capitano in italia. Ricordo a Doriguzzi che nella trasmissione Padania al verde di Annozero di 2 anni fa fecero la prova della furosina a tutte le marche di latte uht e tutte risultarono positive alla presenza di latte in polvere.
2)Lattazione chiusa significa vacca munta tutto l'anno o con una produzione stimabile tutto l'anno e questo dato e di sicuro più utilizzabile delle vacche controllate facenti riferimento anche alla presenza di un solo giorno.I carabinieri nelle indagini affermano che il dato delle vacche è pari a 1.300.000. Quello è il dato agea taroccato con le vacche da 120 mesi a 999 mesi.
3) il ministro Catania afferma che tutto va bene allora gli crediamo sulla parola. è una persona senza scheletri nell'armadio. Ceeeerto come no. Nel 1994 da ordine ad aima di assegnare 7 milioni di quintali di quote a cani e porci e comunque a gente che non aveva vacche ,in quanto pressato dalle sindacali. Nel 2010 formula un quesito alla Ue sulle priorità di compensazione ,poi la risposta la tiene chiusa nel cassetto perchè la Ue afferma che tutte le multe sono calcolate con procedure sbagliate. Diciamo che può definirsi una persona priva di condizionamenti esterni,vero Doriguzzi?
3bis) su questo punto mi verrebbe da usare termini impropri. Ovvio che lei ha una derivazione sindacale. E i suoi clienti diciamo che non li informa .Invece di chiedere la sospensione delle rateizzazioni e la restituzione del maltolto con le 7 rate già pagate in quanto i carabinieri a più riprese hanno affermato l'insussistenza delle multe e la Ue la illegittimità delle procedure che le hanno causate ( non vi dovevano essere zone esentate ma tutti dovevano pagare la propria multa),lei e i suoi soci siete incazzati perchè gli altri non pagano ? ma cosa ha da difendere con questo comportamento ? certo che se agea dovesse prendere atto di quanto è scritto e annullare le multe ,penso che lei si debba armare di una buona scorta a difesa della propria incolumità ,visto che presumibilmente i suoi clienti potrebbero leggermente adirarsi per gli inutili acquisti di quote. Tecnicamente chiamata " turbamento di tranquillità"

Pino Doriguzzi
Pino Doriguzzi
08 febbraio 2012 ore 12:30

Sono abituato a non essere offensivo sig. Andreasi, in quanto ritengo di avere sempre a che fare con persone civili, come tale io la ritengo, se proprio lo desidera posso diventare anch'io molto caustico, ma non ne vedo la ragione.
Comunque egregio signor Andreasi:
1- Da quel che io vedo Coldiretti denuncia il fatto che prodotti con marchio Italiano o con bandiere tricolori non contengono materia prima nazionale, dire che anche Coldiretti denuncia che il latte estero viene poi fatturato come italiano, è, seppur ancor più grave, tutta un altra cosa
Nel 1998 vennero controllate tutte la aziende, e non ne scaturì alcunchè, se non che certamente qualcuno non fatturava il proprio latte (diminuendo quindi la produzione).
2- Certamente il dato da Lei citato è reale, ma relativo alle vacche con lattazioni chiuse, mentre ce ne sono, controllate da AIA, nel 2010 ben 1.363.556, certamente non tutte con lattazione chiusa, ma sicuramente almeno per un mese in produzione.
Ora anche considerando le sole 957.000 con lattazione chiusa, e prendendo anche il dato "cautelativo" dei Carabinieri pari a 1.668.000 vacche , vuole dire che le vacche non AIA, circa 700.000, producono meno di 30q.li di latte. Io personalmente, per la mia esperienza non lo ritengo possibile.
3-Concordo con Lei che il problema della mafia è molto serio e difficilmente un singolo veterinario non lo può risolvere ma se anche per ipotesi, e chiedo perdono agli onesti allevatori delle 2 regioni, considerassimo “mafioso” e quindi fittizio tutto il latte Siciliano e Campano, circa 4.000.000 q.li, siamo lontani dai circa 12.000.000 di q.li ipotizzati dai Carabinieri. Inoltre se io ragionassi come i Carabinieri,di cui checchè ne pensi, mi sono letto le relazioni, aziende Venete con produzioni medie sopra i 96 q.li vacca sarebbero da considerare dei farabutti, e non la meglio imprenditoria come invece io la ritengo. E , leggendo l’intervista del Ministro Catania di questi giorni, vedo che non sono il solo a pensarla in questo modo
3 bis – I miei clienti qui ho fatto acquistare le quote vivono tranquilli, certamente incazzati, come tutti i cittadini Italiani, sul fatto che lo stato avanza soldi, ma la copertura politica impedisce di riscuoterli.

Purtroppo i problemi del settore sono ben altri, il prezzo sta diminuendo, i produttori sono disaggregati, stiamo ancora rimurginando sul latte versato dal 1996 ad oggi e tra 2 ANNI rischieremo di produrre solo latte per i formaggi DOP.

Cordialità signor Andreasi e, insisto, che se non ha motivi di ritorsione ad impedirglielo, denunci gli abusi di cui Lei ha conoscenza, avrà certamente la mia solidarietà e appoggio.

paolo golfrè andreasi
paolo golfrè andreasi
08 febbraio 2012 ore 08:56

1)pensi sig. Doriguzzi che persino la superlegalitaria del regime quote latte coldiretti, afferma che 3 litri su 4 provenienti dall'estero vengono italianizzati e nello stesso tempo afferma che il latte dichiarato a bruxelles che ha causato le multe è solo italiano.Sdoppiamento di identità o ricerca del salvataggio del proprio fondoschiena minato in passato da indagini di magistratura e corte dei conti ? Ah saperlo ! Se si scrivessero norme chiare tese a rilevare incongruenze nelle dichiarazioni delle latterie molto probabilmente le truffe emergerebbero .Invece sa come si comporta Agea in applicazione dell'art.5 legge 119/03? evidenzia le incompatibilità di produzione rispetto ai capi posseduti in stalla solo se la media aziendale supera del 50% la media provinciale Aia. Chiara disposizione finalizzata a celare eventuali truffe.
2)Le lattazioni chiuse relative alle vacche controllate da Aia nel 2009 sono state 954.922 di cui 838.341 con lunghezza superiore ai 200 giorni.Il sig. Doriguzzi afferma che solo queste produrrebbero la quota nazionale italiana. Facendo un rapido conto risulta che 110.000.000 quintali : 954.922 = 115.19 quintali di media per vacca. Consiglio il sig. Doriguzzi di lasciare rapidamente l'atmosfera e di scendere sul pianeta terra.
3)Come in parecchie aree del paese inquinate da infiltrazioni mafiose ,industrie agricoltori e commercianti mettono in preventivo il pagamento del pizzo a cosa nostra ,anche qui il saggio Doriguzzi insegna che problemi particolari non esistono se si fosse preventivato l'acquisto di qualche milione di euro in quote latte. Infatti è evidente a tutti il gaudio collettivo ai limiti dell'isteria che avvolge quelle migliaia di aziende che si sono ricoperte di mutui per generazioni al solo fine di acquistare quelle quote latte che oggi non valgono quasi più nulla.Consiglio il Sig. Doriguzzi se dispone di un minimo di onestà intellettuale di leggersi la relazione dei carabinieri del 15 aprile 2010 ,cosa ha detto il Col . Messina nel 2002 ,le relazioni Lecca ,le indiscrezioni dirompenti delle ultime indagini su mandato delle procure .A tal proposito www.wikimilk.com . Letto tutto questo si faccia delle domande e si dia delle risposte

Pino Doriguzzi
Pino Doriguzzi
07 febbraio 2012 ore 17:18

1 - Sono oramai 16 anni che tutti adombrano queste truffe sulla italianizzazione del latte estero. Certamente una pratica da condannare. Ma proprio questo è il punto, il sig. Andreasi dice di conoscerli e che ne esistono le prove, lo stesso lo dicono le commissioni di Crabinieri e Finanzieri; ma io sto ormai invecchiando nell'attesa di questi nominativi. Fuori i nomi, altrimenti è solo falsa demagogia con l'aggravante che pubblici funzionari si stanno prestando a questo infame gioco. (Un pubblico ufficiale che non denuncia un reato di cui è stato testimone. IN GALERA!!!)

2- O decidiamo che in Italia produciamo troppo o ci mettiamo d'accrodo che invece ne produciamo troppo poco. Prima si dice che è stata sottostimata la produzione in sede di assegnazione, poi che invece non produciamo tutto il latte assegnato. Io una risposta ce l'ho, basta vedere le vacche controllate da Aia, solo queste producono quasi tutta la quota nazionale!!

3- All'allevatore. Si poteva benissimo investire in azienda, bastava mettere in conto le spese per l'acquisto quote, come in molti hanno fatto, anche successivamente alla prima multa e non dopo averne subite 16!!!!

luca GUERZONI
luca GUERZONI
17 gennaio 2012 ore 17:04

Per fortuna ci sono persone come Lei Sign.Andreasi!

Sono un allevatore,io e la MIA famiglia SIAMO "logorati",per la vicenda delle MULTE!
A nessuno INTERESSA di sapere come sono andate "VERAMENTE"le cose!Lo si capisce dai commenti del sign.Aldegheri!!!Chi è una Vita che fà questo lavoro può "CAPIRE"!
Noi il LATTE che ABBIAMO prodotto in più lo ABBIAMO FATTURATO! PAGATO LE TASSE!
A suo tempo le associazioni di categoria, ci avevano detto che NOI giovani potevamo MUNGERE SENZA problemi!!!! ANZI:INVESTIRE nell'AZIENDA! e POI cosa è sucesso??? NON ANDAVA più BENE! AVEVAMO PRODOTTO in più!!! MA COME? ABBIAMO MESSO MUCCHE IN STALLA, FATTO DEBITI per INVESTIRE e CI VENGONO A DIRE CHE NON POSSIAMO più MUNGERE!!!!
Il commerciante che raccoglie il nosro LATTE è DISPERATO, perchè in ITALIA NON c'è LATTE a SUFFICENZA per soddisfare LA RICHIESTA COMMERCIALE!!! Nelle centrali della lavorazione del Latte ,arrivano CISTERNE di LATTE "AVARIATO" dall'ESTERO, che poi MESCOLANO con LATTE ITALIANO e SULLE CONFEZIONI SCRIVONO "PRODOTTO ITALIANO".

Spero che POSSA EMERGERE TUTTE le TRUFFE che SONO STATE FATTE ai DANNI di "NOI"
ALLEVATORI!

La Ringrzio Sign.Andreasi, per La chiarezza nel RISPONDERE all'altro Signore, che della "VICENDA" Sà BEN POCO!

Cordiali Saluti Luca.






paolo golfrè andreasi
paolo golfrè andreasi
14 gennaio 2012 ore 09:52

ringrazio la redazione per la pubblicazione e mi scuso per i toni accesi in quanto parte in causa