La voce dei lettori
Sviluppo rurale? Solo parole
Ci scrive Donato Galeone: nel Lazio l’avanzamento della spesa per per i Psr non raggiunge neppure un quarto della dotazione finanziaria disponibile
28 maggio 2011 | T N
Il neo Ministro dell’Agricoltura Onorevole Romano ha affermato con “solo parole” - come leggo oggi 21 maggio da Teatro Naturale diretto da Luigi Caricato - che “mandare in disimpegno automatico le risorse disponibili - cofinanziate dall’Unione Europea per lo sviluppo rurale italiano – è una colpa grave di certa politica e di certa burocrazia, ed è una colpa che di certo non contribuisce ad un rafforzamento di credibilità ed autorevolezza del nostro Paese in sede europea”.
Il neo Ministro aggiunge e “riscopre” - nei 150 dell’Unità d’Italia – non le “responsabilità gravissime” che sono del Governo e delle Regioni ma – nel tentativo di eluderle – richiama il secolare slogan, fritto e rifritto, anche nel terzo millennio che il “vero problema del sistema agroalimentare e quello della carenza di infrastrutture, in Sicilia e nel Mezzogiorno”. Ma il Signor Ministro e il Presidente della Regione Lazio dovrebbero commentare e dare risposte più vicine ai nostri giorni e più dovute agli agricoltori - giovani e meno giovani – sul come “superare” i ritardi cumulati nella istruttoria e nell’erogazione dei cofinanziamenti per gli investimenti programmati, ammessi e destinati allo sviluppo delle aree rurali e delle attività connesse all’agricoltura laziale.
Sono queste le residue opportunità che - ritardate o mancanti lo sviluppo locale - non creano lavoro ma si sommano alle povertà crescenti. Sono questi i fatti veri che viviamo sin dal 2007. Non si risolvono né con “solo parole” o annunci - ormai stucchevoli - e neppure richiamando le altrui “colpe gravi”. Si risolvono - dopo le parole e gli annunci - con la rimozione delle inoperatività sia politiche che burocratiche, tanto produttrici indisturbate nei “palazzi di governo” quanto ritardatrici di risposte della Regione Lazio. Sono risposte alle domande delle Misure PSR presentate a metà luglio 2009. Forse il primo anticipo di contributo pubblico spettante - dopo circa due anni - sarà probabilmente erogato tra fine maggio e giugno 2011.
Le “solo parole” del neo Ministro Romano, ripetute nell’incontro del mondo agricolo siciliano ed alla presenza di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Fai Cisl, confermano i lunghissimi ritardi nell’utilizzo delle risorse pubbliche disponibili per investimenti programmati nello sviluppo rurale che in Italia - per il 2007-2013 , sono pari a 17.642.643.254,00 € e alla Regione Lazio è stata assegnata una dotazione finanziaria complessiva di 703.933.071,00 €.
Il Ministro conosce che al 30 aprile 2011 - in Italia – l’avanzamento di questa importante dotazione finanziaria pubblica, effettivamente sostenuta, è stata di appena il 26,28% - nei 52 mesi e, dal gennaio 2007, nella nostra Regione Lazio è stata ancor più ridotta: il 23,32% e con un avanzamento di spesa mensile lentissimo che, negli ultimi quattro mesi - dal dicembre 2010 – è stata mediamente di appena lo 0,66 %.
Dobbiamo riconoscere che è solo irresponsabilità nazionale e regionale continuare a richiamare - dopo 52 mesi - il ritardato utilizzo di una dotazione programmata di spesa che, se non impegnata annualmente nel 2011, 2012 e 2013, non sarà più disponibile per l’Italia.
Non sarà incentivato né lo sviluppo rurale locale e l’occupazione produttiva, neppure in agricoltura, ma si estenderanno e si confermeranno le povertà. Ci restano, al 31 dicembre 2013, altri 32 mesi e la residua dotazione finanziaria, nel Lazio, assegnata dall’Unione Europea è del 78,68%, di oltre due terzi, avendone utilizzata meno di un terzo. Ne consegue che la gestione del Piano di Sviluppo Regionale del Lazio - a mio avviso - deve essere “straordinaria” e mirata a garantire un avanzamento di spesa mensile di oltre il 2,5% superando l’immotivato risultato del ridottissimo 0,66% dell’ultimo quadrimestre gennaio-aprile 2011.
Sono queste non “solo parole” ma indicazioni praticabili per superare le criticità e le insufficienze di una gestione di fondi pubblici – documentabile - che gli agricoltori ed i tecnici dell’agroalimentare addebitano alla istituzione regionale del Lazio. Una svolta, quindi, operativa che non può non essere sia cogente che urgente e monitorata mensilmente per verificare il recupero dei ritardi gestionali cumulati nella vigente programmazione regionale di sviluppo rurale 2007-2013.
Donato Galeone

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