La voce dei lettori
Quale futuro per l'olio a "tutta filiera"?
Ci scrive Adriano Matarazzo di Licosa: "l’imprenditore che intraprende tale percorso deve uscire con un prezzo oltre i 6 euro al litro per aspirare a un risultato economico minimo; ne consegue lo scontro con i frantoiani, i quali riescono a spuntare prezzi più bassi"
23 aprile 2011 | T N
Egr. dott. Caricato,
seguo sempre gli articoli di TEATRO NATURALE e ritengo che la Sua iniziativa sia in difesa dei produttori di extravergine a “tutta filiera” coloro che cioè hanno piantagioni di olivi ed il frantoio aziendale che consente di chiudere la filiera con risultati di eccellenza.
Io sono, appunto un produttore olivicolo “tutta filiera” e questa scelta generata da una grande passione per l’olivicoltura mi ha costretto a degli ingenti investimenti agricoli con conseguente sofferenza finanziaria dell’ azienda che rispetta strettamente la filiera dall’albero di olivo alla bottiglia, vengono infatti lavorate nel frantoio aziendale solo le olive delle aziende agricole di proprietà (Grotte Basse Monteleano e Poggio Bista).
La coltivazione dei 74 ettari di proprietà (sotto la certificazione Dop Tuscia) è onerosa in quanto i tempi necessari per portare in produzione le piante variano da 5 a 7 anni e durante questo periodo le tecniche culturali sono continue soprattutto la concimazione.
Vi è, oltre alla messa a dimora delle piantine, l’impianto di irrigazione a goccia necessario soprattutto per i primi anni di crescita. Nella gestione della campagna olivicola si devono rispettare regole come il conferimento delle olive entro le 6 / 8 ore dalla raccolta. Soprattutto la qualità ottenuta con tali procedimenti è COSTANTE in tutte le partite di olio prodotte dall’azienda (350/400 quintali) e non solo nelle partite per i concorsi.
Il frantoio poi richiede alta tecnologia ed un esborso finanziario non indifferente. L’imprenditore che intraprende un tale percorso deve comunque realizzare un prezzo alla vendita superiore ai 6 euro litro se vuole ottenere un risultato ecomico minimo, senza considerare gli ammortamenti per gli investimenti sostenuti oltre l’acquisto delle aziende agricole, ne consegue il fatto di doversi scontrare con una realtà diversa, imprenditori frantoiani che non avendo tutta la filiera e non rispettando le sopramenzionate procedure riescono a spuntare prezzi molto bassi rispetto a chi vuole immettere nel mercato l’alta qualità (la stessa presente nei concorsi e nelle guide).
Ne consegue che la grande distribuzione offre nei propri negozi olii DOP a 5,50 / 6 euro la bottiglia da 0,75 litri, un prezzo che non può certo reggere con la gestione di un “TUTTAFILIERA”.
Nel ringraziarLa per l’ospitalità Le invio i più sentiti auguri per la Pasqua.
Viterbo 18/04/2011

Lei ha fotografato uno tra i problemi più avvertiti che affliggono il comparto, ma non è l'unica questione da affrontare. E se trovasse un partner che appoggiasse i suoi investimenti così da imprimere una maggiore snellezza alla sua azienda?
L. C.
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