La voce dei lettori

Perchè dovremmo cambiare il nome della nostra testata?

Ospitare pubblicità può essere considerato un atto di connivenza? Davvero i lettori oggi sono tanto sfiduciati da non credere più nella libertà editoriale e redazionale di una rivista?

19 febbraio 2011 | T N

Gentile redazione
alla luce della posizione che la Bayer ha rispetto alla vicenda neonicotinoidi si/no, dovreste eliminare il banner Bayer dalla vostra testata o cambiare il nome da Teatro Naturale a teatro chimico.

Pier Melato

Gentile Sig. Melato,
il suo eccesso di acrimonia nei confronti di Bayer probabilmente la acceca o forse non crede più che una testata, indipendentemente dagli spazi pubblicitari, possa avere una propria identità editoriale, una propria dignità e la conseguente libertà redazionale e di pensiero.
A tal proposito la vogliamo rassicurare, mettiamo sempre ben in chiaro con i nostri inserzionisti che la promozione sul nostro settimanale non implica un controllo, diretto o indiretto, dei contenuti. Per questo ha potuto trovare, sul passato numero di Teatro Naturale, la denuncia dell'Unaapi proprio a proposito dei nenicotinoidi.
Siamo liberi da ogni condizionamento, venga dagli sponsor, da lobby, da associazioni o movimenti d'opinione.
Raccogliamo le notizie, le vagliamo, ne valutiamo la valenza e l'interesse e quindi le pubblichiamo.
Talvolta non ci limitiamo a essere spettatori ma, valutato l'atto, la legge, l'iniziativa, l'appoggiamo o la critichiamo.
Vi sono questioni, tuttavia, come i nenicotinoidi, ma anche gli ogm, in cui si stanno creando nella società non solo correnti di pensiero ma veri e propri schieramenti ideologici.
Una differenza significativa.
Con una corrente di pensiero si può discutere, dialogare, magari trovare punti comuni o di compromesso.
Con uno schieramento ideologico no. O con me o contro di me, senza vie di mezzo. Uno scontro frontale senza esclusione di colpi.
Teatro Naturale è una testata libera, nata per dare spazio e voce a tutti, creando così una circolarità di idee che possa far crescere l'agricoltura e l'intero Paese, e mai la vedrà ideologicamente schierata.
Buona lettura

TN

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