La voce dei lettori

Il piacere della carne, la necessità della carne

Teatro Naturale vegetariano? Macchè! Attenzione a ciò che si legge senza contestualizzarlo. Botta e risposta tra il Prof. Giuseppe Bertoni e il nostro Ernesto Vania

13 novembre 2010 | T N

Caro direttore,
rileggendo “Gli italiani mangiano sempre peggio”, di Ernesto Vania su Teatro Naturale 30-10-2010 mi sono accorto di una sottolineatura che mi permetto definire stonata: il calo del consumo di carne è un bene. Premesso che la settimana successiva (6-11-10), a firma C.S. sempre su Teatro Naturale i dati ISMEA dicono che a diminuire è solo la carne bovina, mentre pollo e suino aumentano (questione di prezzo), vorrei che il Dr. Vania fosse informato di alcune circostanze (e non si appiattisse sulle posizioni vegetariane – del tutto lecite – del Prof. Veronesi, fra gli altri):
- i prodotti di origine animale – come qualsiasi altro alimento – hanno un poco, un giusto ed un troppo: in Italia il consumo di carne è semmai poco o giusto, inoltre vi è la preferenza per carni magre, dunque ..! Credo non serva aggiungere altro;
- gli eccessi di carboidrati (pasta, pane e soprattutto le bevande zuccherate ed i dolci), insieme agli eccessi di grassi (ma non di proteine) sono causa importante di sovrappeso, obesità e diabete;
- sul Report of the Dietary Guidelines of Americans Committee (estate 2010) si dice che – gli americani – debbono aumentare i consumi di verdura, frutta, cereali integrali, pesce e latticini magri, ma debbono ridurre zuccheri, grassi solidi, farine raffinate (cioè pasta, pane, dolci) e sodio. Le carni, specie se magre, non sono incluse e gli americani ne mangiano troppa.
Se vuole, il Dr. Vania, posso riportare letteratura seria (British Journal of Nutrition 2010) da cui emerge che in talune condizioni aumentano le malattie cardio-vascolari con più frutta e verdura, ma non è questo il mio pensiero (però attenzione a ciò che si legge senza contestualizzarlo). Personalmente sostengo invece, e pratico, un “elevato” consumo di vegetali fibrosi e non, ma chiedo di non trascurare (con facili slogan vegetar-ecologisti) i prodotti animali: carni, pesce, latticini ed uova per gli innegabili vantaggi ad essi esclusivi. Ciò che conta veramente è non eccedere con la quantità complessiva di energia ingerita, rispetto allo stile di vita, e garantire un buon apporto di verdura (non amilacea) e frutta fresche (sul resto non serve essere rigidi).
Cordialmente

Giuseppe Bertoni
Istituto di Zootecnica
Facoltà di Agraria
Università Cattolica del Sacro Cuore

Gentile Prof. Bertoni,
non c'era nessun interesse o volontà di sostenere posizioni vegetariane.
Il giusto equilibrio, non soltanto a tavola, è il principio ispiratore di questo magazine.
Allora credo sia utile spiegare quell'affermazione che, come giustamente ha colto, si riferiva alle carni rosse.
In Italia, ancora, non c'è un allarme su consumo eccessivo di carne rossa, cosa che invece è in alcuni Paesi anglosassoni, da cui però stiamo drammaticamente importando stile di vita e anche alimentare.
Se vuole può definire il mio un plauso preventivo.
Occorre, inoltre, volgere lo sguardo un po' più in là dell'orticello italiano e tenere di conto di tutte le sfaccettature della problematica.
E' infatti vero che l'allevamento è un'attività agricola altamente energivora, che consuma grandi quantità di risorse (cereali ed acqua su tutti). Un consumo di carne morigerato, che tenga conto dell'effettiva necessità nutrizionale dell'individuo, potrebbe portare a sensibili risparmi energetici e all'emissione di meno anidride carbonica in atmosfera.
Alle volte la necessità di sintesi giornalistica può far fraintendere un messaggio, per questo è uso e costume di Teatro Naturale ripetere, in più pubblicazioni e in più articoli, alcuni concetti semplici e chiari, spesso semplice buon senso. Estrapolare una battuta può essere fuoviante e come ha giustamente sottolineato “attenzione a ciò che si legge senza contestualizzarlo”. Il contesto, in questo specifico caso, è la politica editoriale e redazionale del nostro magazine.
Buona lettura

Ernesto Vania

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