La voce dei lettori

I cinquant'anni dell'extra vergine. Quanti errori

Ci scrive il produttore Francesco Rosati: ieri come oggi non è cambiato il potere dell'industria sull'agricoltura. Non siamo messi tanto bene. Le Dop sono una battaglia persa, cosa c'entrano i frantoiani?

23 ottobre 2010 | T N

Caro Luigi,
passava inosservato l'accadimento dell'anniversario, ma le ferite delle battaglie dell'epoca io, che ho qualche anno in più dell'anniversario, le porto ancora vive sulla pelle.

Forse a te è sfuggita l'info che all'epoca, come adesso d'altronde non è cambiato il potere dell'industria sull'agricoltura, era presidente di Confindustria tale Costa che era proprietario del marchio Dante.

Vinse lui e non ci fu nulla da fare per far ragionare i politici dell'errore che si stava commettendo.
Ma a Dante, che all'epoca era più interessato all'olio di oliva, interessava far perdere traccia del termine "raffinato" attribuito all'olio di oliva rettificato ,che creava confusione.

Mettendo ad un gradino più alto l'extra, scomparve il termine che dava fastidio, quello appunto di raffinato.
Non stiamo messi molto bene adesso, caro Luigi.

Le Dop, purtroppo, altra battaglia persa, sono state date a cani e porci!
Che c'entravano i frantoi con, se non limitatamente alla porzione eventualmente prodotta da oliveti di proprietà dei frantoiani, a concedere anche a loro la Dop?

In Sabina, ma in Puglia non credo sia meglio, ci sono frantoi che imbottigliano Dop da olio di molenda o comprato a 3 euro in campagna.
Ne accumulano 1.000 quintali poi per non restare col cerino in mano lo svendono imbottigliato a 4,5 euro alla GDO, tagliando le gambe alle aziende che producono con un costo minimo di 5/5,5 euro kg ,senza margine.

Si tratta di olii anche discreti come qualità ma hanno definitivamente fottuto l'immagine del Dop che avrebbe potuto portare alla sopravvivenza delle aziende olivicole con un prezzo più alto per ottenere qualche margine.
Così siamo fermi con i prezzi a 5 anni fà senza poter fare in incremento se no ci buttano fuori e prendono i loro!

Saluti cari

Francesco Rosati


No, non è sfuggita la voce che vede nella persona di Angelo Costa, ex presidente di Confindustria, colui che ha messo in ginocchio il mondo olivicolo italiano.

Costa ha certamente avuto, ed esercitato, un grande potere in quell'epoca, e per un lungo lasso di tempo.
Fu presidente di Confindustria dal 1945 al 1955, e dal 1966 al 1970.

Non anticipo nulla, per ora; ma anche di Angelo Costa e del suo ruolo attraverso il suo olio Dante si parlerà nelle prossime settimane su "Teatro Naturale".

Quest'anno - nonostante sia passato inosservato il cinquantenario dell'olio extra vergine di oliva - vogliamo dedicare ampio spazio alla nostra storia, cercando tuttavia di non recriminare nulla.

Ciò ch'è stato è stato, ora occorre solo guardare avanti, e costruire un comparto dell'olio più coeso, meno conflittuale, più aperto al futuro.
Ci riusciremo?
Non lo so, io insisto nell'andare avanti, a fare la mia parte.

Quanto alle considerazioni sulle Dop: sono davvero terribili.
Io non mi pronuncio, perché vorrei tanto che a farlo siano gli altri, coloro che sono direttamente implicati in questa storia di ombre e di luci.
Attendiamo il parere dei frantoiani in proposito.

Luigi Caricato

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