Editoriali
Passaggio di testimone: da Sol&Agrifood a Expo
24 aprile 2015 | Damiano Berzacola
Olio e food di qualità, dalla pasta ai salumi, passando per dolci e formaggi, senza dimenticare salse, miele, aceto balsamico, birra e caffè. Una coppia d’assi dell’agroalimentare made in Italy. Quello con la “A” maiuscola, fatto di sapori che sono frutto di storie e territori che si intrecciano in modo irripetibile. Quello sinonimo indiscusso di eccellenza e “mangiar bene” sulle tavole di tutto il mondo, protagonista per quattro giorni di Sol&Agrifood, il salone di Veronafiere che si è svolto fino allo scorso 25 marzo, insieme a Vinitaly ed Enolitech.
Archiviata un’altra edizione è già tempo per i primi bilanci. Per fortuna, in uno scenario economico piuttosto deprimente, l’agroalimentare, con tutte le sue nicchie fatte di produzioni locali artigianali, riesce ancora a darci soddisfazioni. E così è stato a Sol&Agrifood. Partiamo dai numeri: 65mila operatori specializzati da 80 nazioni hanno incontrato gli espositori, degustato specialità, partecipato a incontri b2b, seminari, workshop e concluso affari. Positive anche le impressioni a caldo delle aziende con cui abbiamo parlato.
Considerato il nostro obiettivo di rappresentare una piattaforma fieristica di relazioni e di promozione per il business, possiamo dire che la missione è stata portata a termine. A maggior ragione se guardiamo alla continua crescita del tasso di internazionalità della rassegna, con i visitatori stranieri passati dal 21 al 23 per cento del totale, in rappresentanza di quattro paesi in più dell’anno scorso.
Non è un caso: l’export costituisce la chiave di sviluppo della filiera agroalimentare italiana che in dieci anni, dal 2004 al 2014 è aumentata in valore del 70 per cento, fino a raggiungere i 34 miliardi di euro. Cifre che sono solo la base di partenza, visto che per la fine del 2015 il ministero delle Politiche agricole, ha previsto un aumento di altri 2 miliardi, mentre nel 2020 l’asticella è stata alzata fino a quota 50 miliardi. Un traguardo ambizioso, certo, ma raggiungibile.
Il mondo, letteralmente, ha fame di cibo italiano. Bastava partecipare ad uno dei tanti workshop in programma a Sol&Agrifood, per scoprire che, a Taiwan, l’olio extravergine made in Italy sta conquistando la cucina locale, con esportazioni raddoppiate nel 2014, e una quota di mercato di quasi il 60 per cento. Le potenzialità, quindi, non mancano. A patto che il sistema-Italia lavori su due fronti: protezione e promozione di uno dei suoi più grandi patrimoni dopo quello storico e artistico.
Prima di tutto è necessario salvaguardare i tesori della nostra tavola. Un punto che abbiamo sottolineato nel convegno inaugurale di Sol&Agrifood dal titolo emblematico di “Difesa della qualità e dei consumatori” e ribadito anche nell’incontro su “Tappo antirabbocco e nuova etichettatura degli alimenti”, organizzato in collaborazione proprio con Teatro Naturale.
Dalla difesa, si passa poi al contrattacco: in attesa di una chiusura positiva del Trattato Transatlantico sul commercio che tuteli le nostre Dop e Igt, il ministero dello Sviluppo economico ha stanziato 260 milioni di euro per il Piano per la promozione straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti. Un’ottima iniziativa che va a supportare quello che le fiere italiane, tra cui Sol&Agrifood e Vinitaly, fanno da anni, generando il 15% dell’export nazionale.
Al di là dei risultati di questa edizione, il 2015 resta comunque un anno particolare per Sol&Agrifood. Basti pensare che fra pochi giorni aprirà a Milano l’Esposizione Universale, con un filo rosso sul tema dell’alimentazione che pare l’ideale continuazione della manifestazione veronese. In una sorta di passaggio di consegne, i valori che stanno da sempre alla base di Sol&Agrifood come qualità ed eccellenza del cibo, sostenibilità della filiera, difesa della tradizione e della cultura legate ai prodotti alimentari si trasferiranno per sei mesi all’Expo di Milano.
Per quanto ci riguarda, il testimone passerà direttamente a Vinitaly, dal momento che come Veronafiere abbiamo ricevuto l’incarico dal ministero delle Politiche agricole di realizzare ad Expo il padiglione dedicato al vino italiano “Vino – A taste of ITALY”. Abbiamo un grande onore e al contempo una grande responsabilità in quanto il padiglione del vino è il primo del suo genere nella storia dell’Esposizione Universale.
La filosofia alla base del progetto sarà comunque la stessa che anima da sempre Sol&Agrifood, declinata però sul versante della produzione vinicola nazionale che vogliamo inserire all’interno di una grande narrazione, raccontata attraverso la sua lunga tradizione e l’esplorazione del rapporto tra uomo, natura e territorio. Tutto questo racchiuso in un percorso pensato per emozionare e far conoscere a un pubblico internazionale la biodiversità varietale e culturale di un patrimonio unico al mondo, con più di 500 vitigni.
Ad Expo2015 sono attesi circa 20 milioni di persone da tutto il globo e si stima che saranno almeno 2 milioni quelli che visiteranno direttamente il Padiglione del Vino. L’occasione è di quelle irripetibili dal momento che per molti si tratterà del primo approccio con il mondo vitivinicolo italiano e questo costituirà il ricordo e le impressioni che porteranno al ritorno nei proprio paesi.
Damiano Berzacola è Vicepresidente Vicario di Veronafiere
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