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Il valore della cooperazione nel mondo dell'olivo e dell'olio di oliva italiano

Cultura, ricerca e tecnica sono alla base di un olio di qualità per l’agronomo e olivicoltore Eugenio Ranchino, che ha evidenziato che “in Umbria l’olivicoltura è molto complessa e, se non è mediata dalla cooperativa, è destinata ad essere gradualmente abbandonata”
14 aprile 2025 | 15:00 | C. S.
Tutela del paesaggio e qualità dell’olio sono un binomio imprescindibile per lo sviluppo contemporaneo dell’olivicoltura in Umbria. La differenza tra la risorsa paesaggistica rappresentata dall’olivo e il valore nutrizionale assoluto dell’olio è stata al centro dell’incontro “L’Olio di Spello”, che si è svolto sabato 12 aprile a Villa Fidelia, l’evento promosso dal Frantoio di Spello UCCD, che è stato anche un’occasione per raccontare i risultati dell’annata 2024 e per sottolineare come dietro ogni successo ci sia l’impegno di un’intera comunità di olivicoltori uniti da un progetto condiviso.
Un’annata da record
Per il Frantoio di Spello Uccd, il 2024 si è chiuso con una produzione record di 14.100 quintali di olive molite, secondo risultato nella storia del frantoio dopo il picco del 2013, e 1500 quintali di olio. A questo traguardo produttivo si è aggiunto un importante riconoscimento: il premio Oro Verde dell’Umbria per la categoria “Extravergine”, che conferma l’impegno della cooperativa nel lavorare per valorizzare la qualità dell’olio.
Cresce la qualità dell’olio ma anche il rischio di abbandono degli oliveti
La realtà ormai è sotto gli occhi di tutti, ha ben evidenziato il giornalista Maurizio Pescari, ed evidenzia da una parte la tendenza all’abbandono degli oliveti e dall’altra la crescita qualitativa delle produzioni. In questo scenario, il sistema cooperativo si conferma cruciale per la salvaguardia dell’aspetto sia paesaggistico sia produttivo.
Cultura, ricerca e tecnica sono alla base di un olio di qualità per l’agronomo e olivicoltore Eugenio Ranchino, che ha evidenziato che “in Umbria l’olivicoltura è molto complessa e, se non è mediata dalla cooperativa, è destinata ad essere gradualmente abbandonata”. Dopodiché Ranchino ha tracciato le differenze sostanziali tra l’olivicoltura di un tempo e quella di oggi, soprattutto se proiettata all’utilizzo delle tecniche innovative di cui oggi un frantoio dispone, la qualità delle olive è fondamentale per mettere un frantoiano esperto nelle condizioni di gestire la tecnologia. Oggi, infatti, il frantoio non punta più solo alla resa come una volta, decine di parametri consentono ad una persona preparata di ottenere il meglio nel rispetto delle caratteristiche di un’oliva sana.
Il ruolo della cooperativa
“La nostra realtà – ha spiegato il presidente Giulio Pepponi - è nata nel 1947 con 12 soci e oggi, con 510 soci e circa 110.000 olivi, il Frantoio di Spello UCCD rappresenta un modello virtuoso di cooperazione agricola. Non è solo un centro di produzione, ma un punto di riferimento per la cura e la manutenzione degli uliveti, la trasmissione della cultura olearia e la tutela del paesaggio. Grazie ai servizi offerti ai soci, infatti, la cooperativa contrasta l’abbandono delle colline olivate, salvaguardando un patrimonio ambientale, economico e culturale che rende unico il territorio di Spello”.
Istituzioni e territorio: una sinergia necessaria
Un impegno che oggi, di fronte al rischio crescente di degrado e abbandono, richiede anche progetti mirati e azioni coordinate a livello istituzionale, per garantire un futuro sostenibile a queste aree per il valore economico e paesaggistico.
Gloria Fratini, vicepresidente della BCC di Spello e del Velino, una delle prime banche cooperative a dimostrarsi attenta e attiva allo sviluppo delle attività di promozione di prodotti tipici, ha evidenziato: “come istituto di credito, la BCC di Spello e del Velino sostiene da oltre un secolo l’agricoltura, con progetti e finanziamenti anche alla giovane imprenditoria agricola”,, consapevole che oggi è necessario affrontare nuove sfide rispetto al passato e fare sinergia con le realtà aziendali e associative del territorio.
La Fondazione Perugia si conferma tra gli enti regionali più attivi nella promozione del territorio, nella tutela delle tradizioni culturali e agroalimentari, nella salvaguardia della biodiversità e nella valorizzazione del paesaggio, anche in chiave turistica. Il vicepresidente Franco Moriconi ha ribadito la vicinanza della Fondazione al territorio e agli olivicoltori di Spello e dell’Umbria, sottolineando l’importanza dei bandi attivati nell’ambito delle normative europee, che sostengono progetti capaci di generare effetti concreti e duraturi sul territorio.
Di fronte a questo risultato eccellente in termini di impegno e qualità dell’olio di Spello, un ringraziamento particolarmente sentito è stato espresso dal sindaco di Spello, Moreno Landrini, a tutti coloro che lavorano nella cooperativa considerandola come una “casa comune”, simbolo concreto di coesione, impegno e cura del paesaggio.
Pionieri dell’oleoturismo
Il presidente Pepponi ha anche ricordato come il Frantoio di Spello sia stato tra i primi in Umbria a investire nell’oleoturismo, aprendo le porte ai visitatori già tra il 1999 e il 2000. “Un’intuizione – ha detto – portata avanti con determinazione dall’attuale direttore Yuri Amantini, che sin da allora ha creduto nel potenziale culturale e turistico dell’olio e che ha rafforzato il legame tra agricoltura, cultura e turismo, valorizzando l’olio come esperienza sensoriale e simbolo del territorio”.
Il premio, un successo e un riconoscimento condiviso
Per Yuri Amantini, direttore del Frantoio, il Premio Oro Verde è un riconoscimento condiviso: “Produrre oggi olio extravergine di qualità significa sacrificio, rispetto per l’ambiente, aggiornamenti tecnici e tecnologici, conoscenza e naturalmente passione. La partecipazione al concorso, ha sottolineato, è stata un’occasione per confrontarci con i migliori produttori di olio, per imparare e migliorare. E il premio è stato celebrato per riconoscere il merito ai nostri 510 soci olivicoltori che, con impegno e passione, hanno contribuito a questo risultato. Ciò che conta davvero è il lavoro quotidiano sul campo, che permette alla cooperativa di essere punto di riferimento per la qualità e la sostenibilità”.
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