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Olio di oliva greco che diventa italiano: le reazioni delle associazioni

Mentre sono in corso verifiche, anche attraverso i registri SIAN, sull'olio di oliva arrivato dalla Grecia, le associazioni rispondono invocando controlli e attenzione in una campagna olearia particolare
02 novembre 2024 | 12:05 | C. S.
Sono in corso verifiche sulle cisterne di olio di oliva greco arrivate al porto di Bari e destinate a frantoi pugliesi.
Una notizia che sicuramente ha scosso il mondo olivicolo-oleario alle prese con una campagna olearia complessa, di scarica in molti territori del sud e con rese molto basse al centro-nord.
Secco è stato il commento di CIA e Italia Olivicola che ha evidenziato come simili operazioni non danneggino solo l'olivicoltura ma anche lo Stato perchè si tratta spesso di scambi commerciali in nero, volti a creare la formazione di olio di carta che poi viene riempito di extravergine vero ma di dubbia provenienza.
Controlli, controlli, controlli è il mantra ripetuto dalla filiera.
Ecco dunque la reazione di un'altra importante associazione di olivicoltori (Aop): Unapol.
"Mi auguro che gli organi preposti ai controlli intervengano tempestivamente e blocchino queste meschine azioni fraudolente che danneggiano irrimediabilmente l'intera filiera. Occorre rafforzare le misure di contrasto ai reati di agropirateria e adottare misure ancora più restrittive e pesanti sino ad arrivare all'interdizione dall' esercitare l'attività di frantoiano o imbottigliatore. Ciò che più fa male è che siano proprio alcuni attori della filiera a minare quel patto etico che punta a valorizzare e ridare dignità al prodotto principe della dieta mediterranea. Il mio appello è che ci sia da parte della stessa filiera un sussulto di orgoglio a mantenere la schiena dritta isolando questi farabutti. Noi vogliamo misurarci con il mercato giocando ad armi pari, occorre rassicurare i consumatori che il prodotto di qualità, tracciato 100% italiano è un prodotto certo e che i sistemi di controllo e perché no di autodenuncia tendono a mantenere la barra dritta. È giunto il momento che la filiera tutta e le istituzioni civili da quelle locali a quelle sovracomunali si costituiscano parte civile quando vengono acclarati questi reati." ha affermato Tommaso Loiodice, presidente Unapol.
Ma a sentire maggiormente le ripercussioni della notizia, sono proprio i frantoiani e le loro associazioni.
"Non abbiamo nulla contro l'extravergine straniero ma l'olio greco deve rimanere tale. FOA Italia si dissocia da simili operazioni truffaldine e, ringuardo agli abbassamenti dei prezzi, invitiamo i nostri associati e tutti i frantoiani a non svendere il prodotto. In Sicilia siamo già alla metà della raccolta e sono partite macchine a prezzi da 10 euro al chilo. Anche al dettaglio, se ll'ainizio della raccolta veniva offerto olio sotto i 10 euro al litro, oggi non si trovano proposte sotto i 12,5 euro al litro. Gli attuali prezzi sono giustificati dalla scarsa produzione e dall'apprezzamento per l'olio nazionale. Finalmente fare olivicoltura diventa remunerativo e stimolano gli investimenti. Truffe e contraffazioni non debbono svilire le quotazioni dell'extravergine italiano e non devono rovinarne l'immagine." ha dichiarato Elio Menta, presidente di FOA Italia.
"Con la campagna olearia che, almeno in Puglia, procede a rilento anche per l'esigua quantità di olive dovrebbe essere piuttosto semplice effettuare verifiche sui frantoi che dichiarano rese non in linea con la media. Allo stesso modo è semplice monitorare gli ingressi di olive nel frantoio e quindi conferimenti eccezionali dovrebbero far scattare campanelli di allarme. Esortiamo le autorità a effettuare verifiche puntuali attraverso il SIAN, che non deve essere solo un adempimento burocratico ma uno strumento efficace per valutare delle storture in termini di rendimento e ingresso di olive. Oggi le rese sono del 13-13,5%, rese del 20% dovrebbero essere osservate con attenzione. Vogliamo che vengano tracciate con puntualità le produzioni reali di olio di oliva. Come AIFO siamo dalla parte delle forze dell'ordine e dei controlli. La grandissima parte dei frantoiani italiani sono imprenditori seri e onesti che lavorano a beneficio del comparto. I delinquenti vanno trovati e sanzionati." ha affermato Elia Pellegrino, presidente di AIFO.
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