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Allarme per il ritrovamento di piante infette da Xylella a Canosa
Da chiarire le dinamiche che hanno portato piante infette in un vivaio di Canosa, nel cuore dell’olivicoltura pugliese
18 dicembre 2020 | C. S.
"Confagricoltura Bari vuole conoscere le dinamiche che hanno determinato la presenza di piante infette da Xylella Fastidiosa in un vivaio di Canosa. Non possiamo ignorare che la presenza del batterio sia giunta nel cuore dell’olivicoltura delle provincie di Bari e Bat con una pianta ornamentale, ospite “analogo” a quello che ha determinato l’infrazione primaria nel Salento.Chiediamo, pertanto, che l’Osservatorio Fitopatologico della Regione faccia chiarezza sui percorsi delle piante “incriminate” e si stabiliscano eventuali responsabilità nei controlli e nelle veicolazioni di materiale a rischio". Lo dichiara il presidente di Confagricoltura Bari-Bat, Michele Lacenere, in mierito alla notizia di un focolaio in agro di Canosa costituito da 8 campioni pool (campioni multipli) di piante di Dodonaea viscosa "purpurea" distribuite in due siti, raccolti in un "centro produttivo", distanti tra loro circa 500 metri e anch'esse infette da Xylella della sottospecie Pauca.
"Sappiamo - prosegue Lacenere - che la Regione sta mantenendo un attento controllo sulle attività vivaistiche, tanto che le stesse sono a volte fortemente limitate nelle loro attività, non riusciamo quindi a comprendere come si sia potuta verificare una situazione di questo genere. Chi deve, faccia chiarezza nel più breve tempo possibile e vengano scongiurate situazioni analoghe per il futuro".
Da dove vengono le piante infette di Canosa? Da quanto tempo sono presenti lì? È possibile che altre piante simili, magari apparentemente asintomatiche, siano in giro per l’Italia e per la Puglia, con il rischio concreto di diffondere la xylella e distruggere il patrimonio olivicolo italiano?
È quanto chiede Gennaro Sicolo, Presidente di Oliveti Terra di Bari, associazione che racchiude le cooperative olivicole di Bitonto, Terlizzi, Molfetta, Ruvo, Corato, Minervino, Alberobello, in merito al rinvenimento di piante ornamentali affette da xylella in un vivaio di Canosa.
“Queste sono le domande a cui bisogna dare risposte rapide per non rivivere la storia drammatica di Gallipoli, con la distruzione del Salento partita proprio da piante ornamentali infette in un vivaio - spiega Sicolo -. Le istituzioni dispongano interventi drastici, ma purtroppo necessari, sulla struttura, per ricostruire la filiera del contagio, e allo stesso tempo rafforzino i controlli per evitare che piante, uomini e mezzi possano trasmettere il batterio non solo in Puglia, ma in tutta Italia, con i loro spostamenti”.
“Per cercare di arginare l’avanzata del batterio e provare a salvare il più grande patrimonio olivicolo mondiale rappresentato dalle province di Bari e Bat servono decisioni forti, responsabilità e serietà, sia da parte delle istituzioni, che devono moltiplicare i monitoraggi, sia da parte di agricoltori e vivaisti”, conclude Sicolo.
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