Articoli 22/11/2008

Il lato debole del comparto olio? La comunicazione nella blogosfera

I diari in Rete ancora non decollano. Non esiste una comunità dell'olio che sappia essere propositiva. Una nostra inchiesta fa luce su un fenomeno poco valorizzato. Ne discutiamo con Ziliani, Cuscinà, Travaglini e Vignolini




Oggi tutti si sono riversati su Internet. Perfino il neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, deve in gran parte il successo della sua elezione a Internet. E cosa accade invece all’interno del comparto olio, giusto per fare un esempio? Nulla, proprio nulla, o quasi.

Mentre i blog, ovvero i diari in rete, sono già entrati nelle abitudini degli internauti, già si profilano delle nuove dimensioni comunicative su Internet. Sono entrati in scena i cosiddetti microblog, una forma di pubblicazione fatta di piccoli contenuti, con messaggi di testo di pochi caratteri, generalmente fino a 140, e immagini, video, audio MP3. Testi di vario genere, ma anche semplici citazioni, appunti. Insomma, il mondo della blogosfera si evolve e conosce nuove forme del comunicare.

Nascono i Social Network, e si entra così a far parte di una propria community. I bloggers, altrimenti detti blogonauti, si interfacciano, e ciascuno di essi legge pertanto i blog altrui, creando così degli opportuni link, con collegamenti che ne rafforzano ed estendono la visibilità. Il punto chiave di questo strumento di comunicazione sono ovviamente i “post”, i messaggi con i commenti al seguito. Tutto qui, molto semplice, ma tale semplicità non è stata accolta dal mondo dell’olio.

Ed ecco un buon motivo per indagare sull’assenza del mondo dell’olio su Internet. Relativamente ai siti web, qualcosa si è mosso, ma siamo ancora fermi a moduli già vetusti. Anche in questo, dobbiamo purtroppo constatare come le aziende spagnole battano l’Italia, con siti animati e più ricchi di contenuti e immagini, graficamente più evoluti. Ma tornando ai blog, la lacuna si fa più evidente. Perché allora – c’è da chiedersi – tali spazi di comunicazione non vengono adeguatamente utilizzati dagli oliandoli?

Di blog sull'olio infatti ne esistono pochi – due o tre, a dire il vero – e i pochi presenti in Rete sono per giunta poco seguiti, rispetto a quelli del vino. Così, giusto per fare un paragone. E, in ogni caso, seppure letti, i blog dell’olio mancano di commenti, quando vi sono.

L’inchiesta non poteva che partire da un punto di riferimento di grande notorietà, qual è l’autorevole giornalista enoico Franco Ziliani, curatore del blog “Vino al vino”: link esterno

FRANCO ZILIANI
Ed ecco la voce di un protagonista di sucesso: “Perché ci siano pochi blog sull'olio? Non ho idea, forse perché il discorso sull'olio è ancora un po' tecnico, da addetti ai lavori, per cui non appassiona e non coinvolge come sarebbe opportuno e auspicabile”

Il giornalista Franco Ziliani

L’olio è ancora indietro. Ziliani ammette pure lui che non si accendano “le discussioni e i confronti di idee come accade nel caso del vino”. E aggiunge: “Penso che tu, che sei uno dei massimi esperti di olio, potresti seriamente pensare a creare un tuo olio-blog, per vedere cosa succede e per verificare se mediante lo stimolo di un esperto, ma anche di un bravo comunicatore come sei tu, il discorso sull'olio possa svilupparsi e prendere piede anche via blog”.

Già, tutto vero, ma quel che si percepisce intanto nell’aria è uno spaventoso silenzio. D’altra parte i guai in cui si è cacciato il mondo dell’olio, conl’attuale pesantissima crisi di mercato, è anche il frutto dell’assenza di un confronto sui temi forti. Ma ritorniamo a Ziliani: ”Quanto ai wine blog, penso che siano nati da 4-5 anni, soprattutto negli States. Il mio primo blog, il taccuino del Franco tiratore (link esterno), é di quattro anni fa e l'attuale, Vino al Vino, compierà tre anni il prossimo marzo (link esterno). Vedo un futuro luminoso per i wine blog, purtroppo ancora nel campo della comunicazione libera, ma che non fa campare, perché con i blog non si guadagna praticamente nulla, se non ulteriore visibilità, perché un numero sempre crescente di appassionati del vino li vedono come una fonte di informazione alternativa a quella ufficiale, su carta e su Internet, indipendente, e quindi tendono a visitarli
regolarmente, a frequentarli, ad animare, con il loro contributo, un dibattito sul vino che sul blog spesso é molto più vivace e articolato che altrove”
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OLIVE OIL VILLAGE
A tentare di aprire un varco tra gli appassionati d’olio ci ha pensato una nota azienda dimacchinari per l’estrazione dell’olio, l’Alfa Laval, con l’Olive oil village (link esterno), un villaggio virtuale che è nato con grandi intenzioni, inserendo all’interno anche un blog (link esterno), ma, ecco, è proprio sui blog, più che su altri aspetti, il lato debole del comparto. Il fatto è che l meccanismo non funziona. Perché? E’ molto semplice, gli olivicoltori e i frantoiani non si fermano a pensare, o se pensano lo fanno tenendosi per sé i propri pensieri. Sono persone chiuse, con scarsa attitudine alla comunicazione, poco inclini a interrogarsi, a confrontarsi, men che meno su Internet. Però, visto anche il grande successo di ”Teatro Naturale” (link esterno), Internet è comunque uno strumento utilizzato, certo, ma non ancora largamente utilizzato, ovvero: non lo si utilizza attivamente, ma solo per ricevere, non c’è insomma un dare, non esiste la sensibilità e l’esigenza del confronto. C’è il silenzio.

ALESSANDRA CUSCINA’
C’è invece una produttrice siciliana che ha reagito prontamente ai linguaggi della Rete, mettendoci passione e diligenza: si tratta di Alessandra Cuscinà (link esterno), che gestisce il blog “olio extra vergine di oliva... mon amour (link esterno), la quale, tanto per intenderci, pur di sollecitare i molti lettori dei suoi post, li invita a lasciare commenti specificando come si faccia. Infatti sul suo blog si legge: “Spesso mi sento dire da chi legge il blog che non sa come si fa a lasciare un commento.” Con tutta sincerità, una precisazione del genere lascia intendere che gli oliandoli sapranno pur fare l’olio, ma quanto a comunicazione sono proprio molto indietro. Purtroppo.

L’idea del blog. Ecco cosa ci racconta la Cuscinà: “Nel gennaio del 2008 ho creato il mio blog, un blog che avrebbe dovuto parlare di olio, solo ed esclusivamente di olio extra vergine di oliva...
non parlo solo di olio ma comunque di cose che riguardano l'olio e il suo mondo.
Scrivo quando posso, ultimamente ho più tempo e quindi riesco a scrivere un po' di più ma è piuttosto sconfortate il fatto che, nonostante al momento abbia circa 100 visite al giorno, nessuno (o quasi) posti mai un commento. I commenti sono il sale dei blog, permettono di confrontarsi, di approfondire l'argomento, di condividere o dissentire dall'autore, insomma un blog dovrebbe essere vivo, animato e invece nel mio tutto tace...”
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Alessandra Cuscinà con Edward N. Luttwak

A ben pensarci, che amare considerazioni!. Eppure di stimoli a questo mondo dell’olio se ne danno, e come e quanto se ne danno, ma niente, il silenzio. La Cuscinà prosegue nelle sue valutazioni: ”a volte penso che il problema sia mio, che parlo di cose che non interessano, effettivamente il mondo olivicolo è molto settoriale, troppo forse, ma spero sempre che anche la casalinga che cucina un giorno dica la sua sul mio blog.
Per me fare il blog, è stata una necessità, avevo bisogno di parlare con qualcuno e non potevo continuare a tormentare i soci dell'ex mio consorzio con le mie email, così decisi di trovare un'altra valvola di sfogo. Ma la reazione degli stessi consorziati (più di 300) già la diceva lunga su quanti avrebbero commentato sul mio blog”
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L’affondo: ”I produttori olivicoli o sono troppo vecchi, o sono troppo stanchi, comunque non usano granché internet, i giovani imprenditori (e su questo termine riferito all'olivicoltura è meglio stendere un velo pietoso) sono troppo impegnati nel loro lavoro primario (è rarissimo che un giovane si occupi di olivicoltura a tempo pieno, di solito è un secondo lavoro, quello in cui butti i soldi guadagnati col primo), sono talmente impegnati che non hanno il tempo (o non lo sanno fare?) di postare commenti su un blog.”

FRANCESCO TRAVAGLINI
Francesco Travaglini, dal Molise, nei blog ci crede per davvero, e infatti traspare evidente andando su ”Parco dei Buoi”: link esterno “Una vecchia fattoria. Vera” è lo slogan che accompagna le sue riflessioni.

Ed ecco cosa ci racconta Travaglini, partendo da una precisazione: “Il nostro blog aziendale non è, puramente, un blog sull’olio, anche se l’extra vergine e la cultura dell’olivo e dell’olio è forse il nostro l’argomento preferito".

Uno scarso interesse per i temi legati all’olio. ”In effetti, sentire parlare di extra vergine è diventato pesante, quasi noioso. Le solite lezioncine noiose da parte degli esperti di turno, gli stessi argomenti e toni di sempre : ‘il prezzo dell’olio non può essere meno di questo o più di quest’altro’, ‘l’olio italiano mi raccomando’, ‘la garanzia dei marchi Dop? ecc..
Insomma, i soliti noiosi temi raccontati in stile ‘comunicato’ e le solite sfilate di associazioni di categoria sponsorizzate a destra e a sinistra”
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Una comunicazione fallimentare. ”La comunicazione legata all’extra vergine non è efficace perché prima ancora gestita, programmata e concepita in modo approssimativo e casuale. Tutto questo trova, purtroppo, riscontro nelle statistiche di vendita: nel settore dell’extra vergine la qualità vende sempre meno sia in valore che in quantità. Quindi, se c’è poco interesse, è perché c’è (ancora) purtroppo e paradossalmente poca conoscenza. L’olio bisognerebbe raccontarlo. Bisognerebbe raccontare gli olivi, i paesaggi, le colline, le storie di uomini e alberi...".

Francesco Travaglini

Agire in prima persona. “Ma a raccontare l’olio e il suo mondo, dovrebbero essere la miriade di protagonisti di questo comparto, senza delegare il racconto delle proprie passioni, della vita nei loro campi, dei loro problemi e delle loro soddisfazioni.
La rete ed i blog aziendali in particolare offrono questa possibilità incredibile.
La ‘parte agricola della rete’, e soprattutto la ‘parte olivicola della rete’, è tutta da scoprire e da sfruttare.
E’ quindi sbagliato parlare di scarso interesse dei blog dell’olio, anzi per quanto mi riguarda, se il mio blog può essere un piccolissimo test, devo dire che non è affatto negativo, se confronto l’interesse dei post sull’olio rispetto ad altri argomenti di cui normalmente parlo”
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GLI ASSAGGIATORI DELL'ONAOO
Sono ancora entusiasti per i festeggiamenti del venticinquennale dalla ffondazione, avvenuta nel 1983, che il loro impegno si è concretizzato in una lunga serie di corsi e seminari, per promuovere la cultura dell'olio. Su Internet l'Onaoo, l'Organizzazione nazionale assaggiatori olio di oliva è presenti da molto tempo (link esterno), proprio agli albori delle prime comparse in Rete, ma con un proprio blog hanno esordito solo il 26 luglio 2007: link esterno

Il direttore Onaoo Fabrizio Vignolini

"Si fatica un po' a coinvolgere il mondo dell'olio - ammette il direttore dell'Onaoo Fabrizio Vignolini - ma noi terremo duro, a breve cercheremo di rilanciare il The Onaooo ’s Official Blog. Si tratta solo di pazientare e sono convinto che di qui a breve ci saranno risposte adeguate".


CONSIDERAZIONI FINALI
Che dire? Le testimonianze raccolte si commentano da sé. Occorre ridestarsi e guardare avanti con più ottimismo
Ciò che manca al mondo dell’olio, purtroppo, è la capacità e, nel medesimo tempo, la forza stessa di pensare, di riflettere su di sé, oltre che sulla materia prima sulla quale si lavora, dal campo al frantoio, e a seguire.

E’ una riflessione amara e dolente, ma necessaria. La esprimo ogniqualvolta si ripresenta la solita nenia del lamento continuo e inarrestabile degli addetti ai lavori. E’ un lamento che coincide sempre con i momenti di crisi, come spesso accade ad ogni inizio di campagna olearia, ma poi tutto passa, tutto scorre, ma non ne restano i segni. Nessuno che intenda farsi avanti e agire concretamente. Comunicare è il primo passo utile, ma pochi ancora ci credono. Aveva ragione lo scorso marzo Antonio Cimato, quando in occasione di “Olio Capitale”, parlò di un comparto in styato di depressione. E’ proprio vero, un comparto che non è abituato a comunicare vive come in uno stato di depressione. E allora deve imporsi una scossa, non pu restarsene chiuso in se stesso. Ne vale il futuro.

Quelli che fanno parte di questo pazzo pazzo mondo dell’olio, sono spesso divisi tra loro, fino quasi a parlare linguaggi differenti, che non si conciliano e che spesso e volentieri si rifiutano l’un l’altro. Da qui dunque l’idea di promuovere i blog, di non stare fermi e immobili.
Lo raccoglieranno questo invito i nostri lettori?



di Luigi Caricato