Fuori dal coro 12/04/2008

Alessandra Cuscinà e l'incontenibile passione per l'olio

L'amore per il prezioso succo di olive lo ha trasferito in un blog su Internet, forse l'unico, o quasi, sull'argomento. Solo la via dell’eccellenza - dice - può salvarci all'interno di un mondo globalizzato e dai grandi numeri


Alessandra Cuscinà, si presenta come "siciliana di Palermo, 40 anni, single, laureata in lettere, produttrice di olio denocciolato biologico".
Proprietaria di un’azienda agricola certificata biologica, copre l'intera filera, dall’albero all’imbottigliamento. Non solo, è anche vice presidente del Consorzio Verdorolio Bilìci, organismo che conta l'adesione di 360 aziende su tutto il territorio siciliano impegnate nel produrre olio di alta qualità.
Il suo sogno - confessa è di "fare uscire l’olio siciliano dalla Sicilia, e di farne riconoscere il valore a livello internazionale.
Tra le sue passioni più grandi l’olio extra vergine di oliva siciliano (che lei definisce "il migliore del mondo") e gli animali, e altro ancora.
Su Internet è presente con un suo blog: link esterno



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
L’azienda di famiglia esiste dal 1970, io me ne occupo attivamente dal 2000 con grandi soddisfazioni in termini di riconoscimento della qualità e grandi sacrifici rivolti all’educazione al gusto del prodotto di alta qualità.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Soddisfattissima della scelta fatta ma “dispiaciuta” per l’ignoranza con la quale mi scontro quotidianamente per la malafede che trovo in chi propone extravergini di oliva a 4 euro litro in bottiglia.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Credo l’abbia persa fino a un decennio fa adesso c’è un ritorno all’agricoltura almeno da parte dei produttori (che sono spesso liberi professionisti e non agricoltori). Direi che l’ha persa davvero per i nostri politici intenti a occuparsi di altro non pensando a valorizzare gli unici beni realmente importanti in Sicilia: agricoltura e turismo.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Sì, per alcuni prodotti tipici di altissima qualità che ci contraddistinguono a livello internazionale.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Perché avevo l’azienda bella e impiattata, perché il mondo del lavoro da vent’anni a questa parte non offre niente ai giovani, perché non ho mai voluto fare l’impiegata, perché il mio sogno è sempre stato di fare l’imprenditrice e dare lavoro.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Disperato.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
(Attività) insufficiente.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Qualità (insieme!)

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Qualunque purché in biologico.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Tutti quelli che mirano alla qualità e offrono un prodotto d’eccellenza perché credo che in un mondo globalizzato sia l’unica possibilità di sopravvivere senza essere fagocitati dai grandi numeri.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Sorvoliamo.

Le certificazioni prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono utili nella misura in cui sono “spiegate”: molti consumatori non sanno nemmeno cosa significhi Dop (per esempio), le campagne pubblicitarie finanziate dalla cee per la Dop (chissà quante migliaia di euro!) sono state pietose (tre bollini su una pagina bianca… a stento lo capisco io che so perfettamente di che si tratta!)

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Gli unici libri sul mondo contadino che mi vengono in mente in questo momento sono Fontamara di Ignazio Silone e Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Ce ne sono un milione ma quello che così, d’emblée, mi viene in mente è La lunga vita di Marianna Ucrìa scritto da Dacia Maraini

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
La Marchesa di Simonetta Agnello Hornby della quale ho da poco letto La Mennulara che mi è piaciuto moltissimo.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Perché c’è la televisione che ti offre storie di tutti i tipi che richiedono un impegno intellettivo pari a zero e dopo una giornata di lavoro con poche soddisfazioni non hai voglia di altro se non di non pensare.

di T N