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Un extra vergine per il futuro. E' possibile ottenere qualità e volumi?
Il confronto tra realtà spagnola e italiana secondo Jose’ Alba Mendoza e Daniela Capogna. Dalla scelta della cultivar alle tecniche agronomiche, fino alla valutazione dei parametri del processo di estrazione e della successiva selezione e conservazione
09 febbraio 2008 | Daniela Capogna, Jose’ Alba Mendoza
Presentiamo qui di seguito l'intervento di Joseâ Alba Mendoza e Daniela Capogna al convegno "La sfida della moderna Olivicoltura? Come progettare un profilo degli oli Extravergini adatto al mercato". Il convegno, tenutosi il 15 novembre scorso presso Fiera Milano-Rho, nell'ambito della ventiduesima edizione del Simei e della sesta di Enovitis, fa parte di una tra le tante iniziative dell'Unione Italiani Vini.
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La produzione di extra vergine in linea con le esigenze e i canoni delle aziende produttrici. E' possibile ottenere qualità e volumi?
Confronto tra realtaâ spagnola e italiana
La scelta della cultivar, delle tecniche agronomiche, la valutazione dei parametri da applicare durante il processo di estrazione e nella successiva selezione e conservazione dellâolio extravergine di oliva, consentono oggi di âprevedereâ le caratteristiche organolettiche e chimico fisiche con maggior precisione rispetto al passato, ed in particolare rispetto a prima degli anni â90.
Il controllo dellâintera filiera, e in particolare della materia prima, eâ fondamentale per poter ottenere qualitaâ e volumi. In Spagna eâ frequente controllare a livello di laboratorio, prima di procedere alla raccolta, il momento ottimale della maturazione; inoltre per ogni partita di olive che entra in oleificio vengono effettuate analisi quali-quantitative.
Allo stato attuale la Spagna, per via della sua struttura produttiva, eâ in grado di soddisfare ambo le esigenze. Qualitaâ e quantitaâ eâ un obiettivo ormai raggiunto. Le aziende sono mediamente sette volte piuâ grandi di quelle italiane e di conseguenza anche piuâ specializzate
In Italia eâ ancora molto difficile, per via della polverizzazione della produzione e dellâorganizzazione partitaria dellâestrazione, ottenere qualità e volumi.
La qualitaâ dellâolio vergine di oliva eâ influenzata da diversi fattori, sia di tipo agronomico, sia industriale.
La varietaâ scelta, il terreno/territorio, il grado di maturazione, lo stato sanitario, la possibilitaâ di irrigazione, il metodo di raccolta e il tipo di trasporto in oleificio sono i fattori agronomici che piuâ condizionano la qualitaâ della materia prima che verraâ elaborata nel frantoio.
Partendo da una materia prima sana e raccolta nel punto ottimale di maturazione (invaiatura), eâ possibile, in frantoio, entro i limiti consentiti dalla tecnologia, intervenire sui parametri di processo in modo da ottenere un olio con caratteristiche di fruttato, amaro, piccante piuâ o meno intensi ed in linea con le esigenze delle aziende che lo richiedono.
La Spagna, a partire dagli anni â80 si eâ guadagnata il primato mondiale della produzione di olio vergine di oliva, seguita dallâItalia, che mantiene il primato nel consumo mondiale.
Sebbene Spagna e Italia condividano primati mondiali nel settore della produzione e del consumo di olio da olive, esistono notevoli differenze sia a livello di struttura/dimensioni dellâoliveto, sia a livello di gestione del frantoio.
La coltivazione dellâolivo in Spagna occupa il 15% della superficie nazionale coltivata, con 2.697.841 ha, distribuiti tra 396.899 olivicoltori, e rappresenta la seconda coltura in estensione dopo i cereali (MAPA, 2006). In alcune province del sud del paese, in particolare a Jaen (Andalusia), lâolivo costituisce una monocoltura.
Secondo i dati dellâultimo censimento agrario in Spagna, riportati dallâIstituto Nazionale di Statistica, la dimensione degli oliveti di olive da olio è decisamente superiore a quello degli oliveti in Italia. Solo l'11% delle aziende possiede meno di 3 ha di terreno; il 47% si situa nella classe di superficie tra 3 e 30 ha e il 30% tra 30 e 200 ha. Esiste anche un 10% di aziende con superficie compresa tra 200 e 1000 ha e quasi un 2% che possiede piú di 1000 ha.
In Italia la coltivazione dellâolivo occupa circa 1.350.589 ha che rappresenta approssimativamente il 5% della superficie nazionale coltivata, distribuiti tra 998.219
(ISTAT). Le superfici produttive sono molto frammentate: il 42% delle aziende possiede meno di 1 ha di terreno e il 73% possiede meno di 3 ha, mentre le aziende con superficie superiore a 100 ha sono praticamente inesistenti.
I dati appena enumerati sono riassunti nella tabella 1, dalla quale si evidenzia che le aziende sono spagnole sono mediamente 5 volte piuâ grandi di quelle italiane, e di conseguenza anche piuâ specializzate.
Tabella 1.
Struttura dellâoliveto. Confronto Italia Spagna
Superficie (h)
Spagna Italia
2.697.841 1.350.589
Nº olivicoltori
396.899 998.219
Superficie/olivicoltore
~ 6.7 ~ 1.4
La dimensione dellâoliveto influisce, in parte, nelle caratteristiche strutturali e gestionali del processo di lavorazione delle olive.
In Spagna ci sono circa di 1800 frantoi autorizzati, mentre in Italia sono poco piuâ di 6000. Se si considera che la Spagna nelle ultime campagne sta superando il milione di tonnellate di olio prodotto, mentre lâItalia non arriva a produrre 400.000 tonnellate di olio (COI, 2006), se ne può trarre che, approssimativamente, ogni oleificio spagnolo ha macinato annualmente 2.800 t di olive, mentre la media delle olive macinate dagli oleifici italiani é stata di 350 t..
Un'altra differenza sostanziale risiede nel sistema di elaborazione utilizzato (Alba-COI). In Spagna il sistema di estrazione tradizionale (pressa) e il sistema di estrazione continuo di 3 fasi, stanno praticamente scomparendo, mentre la quasi totalitá dell'olio si ottiene con il sistema di estrazione continuo di 2 fasi.
In Italia il metodo tradizionale (pressa) è ancora il più rappresentato con il 46% del totale delle installazioni. Il sistema continuo di 3 fasi rappresenta il 43% delle installazioni. mentre il sistema continuo di 2 fasi rappresenta solo l'11%.
Eâ ormai chiaro e ampiamente dimostrato che le installazioni che utilizzano il sistema di estrazione tradizionale necessitano di maggior superficie dedicata alle macchine, maggior disponibilità di mano d'opera, presentano condizioni di lavoro meno versatili livello di igiene inferiore e minor capacità di lavoro con rispetto alle installazioni continue di centrifugazione. Motivi per i quali spesso, sia la qualità dellâolio, sia le caratteristiche dei sottoprodotti, risultano mediamente peggiori nei frantoi che adottano il sistema tradizionale per pressione, rispetto al sistema per centrifugazione (Capogna, 2001).
Le differenze strutturali, sia delle aziende che dei frantoi, incidono in parte sulla gestione del frantoio.
In Spagna il frantoio esegue una lavorazione di tipo âmassivoâ. Le olive vengono selezionate secondo la varietà , separando le olive raccolte dallâalbero da quelle raccolte da terra. Ogni partita di olive viene pesata e se ne preleva un campione, registrando tutti i dati identificativi del cliente. Dopodiché il prodotto viene stoccato assieme ad altre partite di caratteristiche simili in attesa della lavorazione. Il processo di estrazione funziona pertanto senza interruzioni e le macchine vengono fermate solo per i lavori di pulizia e manutenzione. Il frantoio spagnolo paga lâolivicoltore in funzione della quantità di olive conferite e della sua acidità e resa in olio determinata in laboratorio sul campione. Il pagamento può avvenire in denaro o in olio secondo le richieste del cliente.
Questo sistema di gestione consente di ottimizzare il rendimento della linea di lavorazione e controllarne i parametri con facilitaâ.
Il sistema spagnolo si è sviluppato nel passato con uno scarso orientamento al mercato, vendendo la maggior quantità dellâolio prodotto a raffinerie o imprese imbottigliatrici, il cui interesse per il prodotto di qualità era scarso. Ciò ha provocato un orientamento produttivistico dove lâimportante era sempre stata la quantità e non la qualità (Parras Rosa, 2005). Nonostante tutto ciò, il frantoio spagnolo sta subendo, negli ultimi anni, una modernizzazione e il sistema di lavorazione âmassivoâ si sta dimostrando perfettamente adeguato per produrre un prodotto di qualità e competitivo sul mercato.
In Italia la lavorazione avviene per partite ("partitaria"). La partita di olive arriva al frantoio, viene pesata e mantiene la identificazione del cliente durante la lavorazione. Il frantoio lavora in modo discontinuo, dovendo interrompere il processo tra un cliente e il successivo. Questo permette di determinare la resa di ognuna delle partite e restituire ad ogni cliente lâolio delle sue olive. Il cliente paga al frantoio il lavoro di frangitura sulla base del peso sulle olive macinate.
La lavorazione per partite permette ad ogni olivicoltore ottenere il proprio prodotto, ma riduce la capacità produttiva dellâimpianto di estrazione ed è più difficile controllare la funzionalità delle macchine
Per rispondere alla domanda: âeâ possibile ottenere qualitaâ e volumi?â, la risposta eâ si, e allo stato attuale il sistema spagnolo eâ quello che piuâ soddisfa il raggiungimento di tale obiettivo.
Bibliografia
- Alba-COI. Documentazione.
- Capogna D. (2001). Influencia del sistema de extracción en la calidad del aceite de oliva virgen. Tesi di Master in Olivicultura e elaiotecnia. Siviglia, luglio 2001
- COI (2006). Documentazione
- ISTAT . Censimento generale dell'agricoltura
- MAPA (2006). Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentaciòn. Boletìn de estadìstica.
- Parras Rosa M. (2005). La cadena agroalimentaria de los aceites de oliva. Lezione del VI “Master of Science” in Olivicoltura ed Elaiotecnica, Università di Cordoba (Spagna).
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