Salute 26/02/2005

IL BENESSERE DEL CORPO E DELL’ANIMA? E’ NELLE ERBE LA GIUSTA VIA PER IL PROPRIO STAR BENE

A Carrara si è concluso con successo “Erbexpo” 2005. Molte le novità emerse sul fronte delle medicine complementari. A tutto c’è una soluzione, anche al mal di denti. Occhio però, tra ignoranza e moda, in tema di erboristeria dilaga un pericoloso fai da te. Sono molti nel web i prodotti a rischio


Quasi tutti gli italiani (si calcola un buon 80%) mastichiamo male a causa di un'impropria chiusura delle mandibole. Ed è proprio per questo motivo, nel 60% dei casi (equivalente alla metà della popolazione) che si soffre di mal di testa più o meno gravi e ricorrenti.
E’ questo uno dei tanti temi, sicuramente uno tra i più popolari, trattati a Carrara nel corso dei convegni di Erbexpo 2005, terzo Salone dell'Erboristeria, del termalismo e delle Medicine Complementari.

Vittime del mal di denti
Il professor Benigno Passagrilli (dentista e docente di odontoiatria psico-morfo-somatica all'Università romana di Tor Vergata) ricorda che questi mal di testa sono in gran parte da attribuirsi alla cefalea cosiddetta muscolo- tensiva. Un complesso di sintomi causati dai muscoli che entrano in ipertensione quando si mastica male.
Ma perché si mastica male? "Per molti motivi", spiega il professore, "Soprattutto a causa delle vicende emotive e ambientali che modificano il nostro comportamento e il nostro fisico".
Anche un incidente qualsiasi (auto, sport, cadute) se ha come conseguenza colpi di frusta, blocchi di articolazioni o di ossa del cranio, può comunque determinare analoghe alterazioni.

In America si stima che ben 5 miliardi di ore lavorative vadano perdute per questo tipo di disturbi. Si tratta di disfunzioni che interessano in modo particolare gli sportivi (anche dilettanti). In molte discipline (sci, calcio, ciclismo, equitazione ) il contatto imperfetto delle arcate dentali può determinare una rotazione della mandibola e quindi un vera e propria alterazione della funzione dell'attività muscolare e delle articolazioni.

Uno dei rimedi più usati è il Bite (pronuncia bait), una protesi in resina costruita in laboratorio e tarata sulla persona, che si interpone fra le arcate dentarie permettendo alla mandibola inferiore e alla mascella di combaciare perfettamente. Il Bite ridà equilibrio a tutto il corpo e consente di usare in modo ottimale la potenza muscolare e quindi di ottenere tempi e prestazioni migliori. Ne hanno fatto uso con successo atleti come Alberto Tomba e molti sollevatori di pesi.

Tante nuove e utili strumentazioni
Nella sezione che “Erbexpo” ha dedicato alle medicine complementari sono state esposte moderne e complesse attrezzature elettromedicali - la pedana stabilometrica (valuta l'appoggio plantare), il T Scan (calcola l'occlusione dentale) - e vengono proposti particolari test kinesiologici che verificano l'equilibrio tra muscoli, ossa e articolazioni. Questi strumenti, spiega Passagrilli, consentono analisi scientifiche ormai molto accurate. Partendo dalla bocca, attraverso spina dorsale e bacino, si arriva infatti ai piedi, rilevando tutte le note di squilibrio strutturale. "Un intervento medico appropriato", ricorda Passagrilli, "non può che avvenire attraverso un'azione interdisciplinare tra dentista, fisiatra, osteopatia, posturologo e kinesiologo. Solo così il paziente può recuperare l'equilibrio fisiologico perduto".

Il paziente deve però diventare cosciente e collaborare con gli specialisti, cominciando dal dentista col quale ha in genere un rapporto periodico più costante. Deve per esempio segnalare otturazioni troppo alte, denti fuori asse, protesi incongrue o fastidi alle articolazioni. Ognuno di questi disturbi può infatti causare una posizione scorretta della mandibola con le conseguenze che abbiamo appena ricordato.


L'altra medicina è soprattutto donna
In occasione di “Erbexpo” è stato presentato un curioso sondaggio tra gli italiani che navigano su Internet. Hanno risposto tra gli altri anche imprenditori, professionisti, artigiani. La sorpresa? Nel 68% dei casi è stata coinvolta addirittura tutta la famiglia

Intanto, ecco il profilo generale ch’è emerso. E’ donna, tra i 50 e 60 anni, residente al centro-nord, professione impiegata l'identikit dell'italiano che più è orientato verso il nuovo mondo delle medicine complementari. Lo certifica un sondaggio coordinato via web dall'equipe del professor Benigno Passagrilli e presentato sempre a Erbexpo.

L’obiettivo di tale sondaggio? Accertare per la prima volta, nella misura del possibile, il grado di accettazione delle medicine alternative, il livello del consumo e le reali motivazioni degli utenti.
Nove le domande del questionario: età, sesso, residenza, professione, uso in famiglia, risultati, motivazioni, qualità dell'informazione, trasparenza delle etichette. In totale sono state raccolte 1177 risposte. Ecco i risultati.

Fanno uso di medicine complementari più le donne (62% del campione) degli uomini (38%). L'età prevalente oscilla tra 30 e 60 anni. In particolare, il 30% dichiara di avere fra 30 e 50 anni e il 35% fra 50 e 60. I più anziani (60-70 anni) sono quelli che meno si interessano alle nuove metodiche (15%). I più giovani (20-30 anni) sono invece il 20%.

La maggioranza delle risposte (49%) appartiene alle regioni del nord, il 37% al centro, il 14% al sud. "Per quanto proprio al sud", commenta Passagrilli, "siano fioriti negli ultimi anni sia numerosi centri di formazione sulle medicine complementari, che vivai di culture biologiche".

Quanto alla professione, tra i 1177 che hanno risposto al questionario c'è una predominanza di impiegati (28%) seguiti dai pensionati (27%). I liberi professionisti sono il 17%, gli imprenditori 11%, gli artigiani 10%, altri 7%.

Piuttosto sorprendenti le risposte circa l'uso che delle medicine complementari si fa in famiglia: il 68% dichiara che le utilizzano tutti i componenti, il 22% solo la moglie, il 7% il marito, i figli 3%. "Risposte", spiega Passagrilli, "che suggeriscono da un lato una forte motivazione a partecipare a questo tipo di sondaggi quando in famiglia c'è una cultura specifica del naturale, dall'altro che si tende anche a non coinvolgere i bambini quando questa cultura manca".

Dalle risposte si evince comunque che i risultati delle terapie complementari sono considerati buoni (65%), soddisfacenti (20%), insoddisfacenti (15%). "L'insoddisfazione", ricorda ancora Passagrilli, "potrebbe essere determinata sia da una cattiva preparazione del professionista che ha gestito il rapporto col paziente (siamo appunto in attesa di una legge che regoli la formazione degli operatori, medici e non), che dalle aspettative troppo alte del paziente, magari causate da informazioni improprie".

Come si arriva alle medicine complementari? Per semplice curiosità (21%), per condivisione della filosofia alla base di queste tecniche (48%), per volontà di fuga dalla medicina ufficiale (31%). "Anche questo dato", sottolinea il professore, "potrebbe essere interpretato come frutto di un cattivo rapporto tra medico e paziente, oppure come paura del mondo della chimica e delle valutazioni statistiche che determinano i protocolli di applicazione".

Quanto alle informazioni ottenute dai media il 60% le giudica sufficienti, il 25% vorrebbe averne di più, il 15% le ritiene inadeguate. Infine un dato che le norme sull'etichettatura dei prodotti in commercio appena varate dovrebbero aver risolto: per il 60% le etichette sono poco chiare, il 25% le boccia e solo il 15% le giudica positivamente.

Curarsi con le erbe, sì, ma, attenzione, la natura spesso è innaturale
Proprio così, tra ignoranza e moda, in tema di erboristeria dilaga pericolosamente il fa da te, mentre nel web si affacciano nuovi rischiosi prodotti.
Il proverbio tibetano le erbe velenose crescono anche fra quelle medicinali spiega esattamente agli italiani il problema di fondo delle loro pratiche disinvolte in materia di fitoterapia. L'idea che i prodotti naturali facciano bene a prescindere è diffusa e dura a morire, esattamente come la pratica del fai da te che coinvolge il 31% dei consumatori. Atteggiamenti tanto più rischiosi da quando Internet ha moltiplicato trappole e ciarlatani.

I 45 convegni di Erbexpo, il Salone dell'Erboristeria e del Termalismo che si ètenutoa Carrara, servono dunque a far maturare negli operatori e nel Paese una coscienza più approfondita sulle medicine complementari e sui comportamenti adeguati.
Per esempio non conviene fare acquisti alla cieca sul web. Le ultime trappole intercettate dal Centro di Medicina Naturale di Empoli diretto dal medico erborista Fabio Firenzuoli (www.naturamedica.net) non sono infatti meno micidiali del famigerato Camedrio che tempo fa una quantità di siti consigliavano come straordinario antinfiammatorio. Peccato che fosse sì straordinario, ma come responsabile di numerosi casi di epatite anche fulminante e mortale.

Stavolta gli webnauti-erboristi di Firenzuoli hanno scoperto che nei negozi virtuali da qualche mese si vendono certi nuovi integratori a base di riso fermentato. I quali in farmacia sono controllati dal ministero della salute in quanto contengono statine suscettibili di effetti collaterali tossici anche importanti a carico di muscoli e fegato, e dunque le confezioni riportano le indicazioni necessarie. Su internet, invece, non si sta a sottilizzare, la pubblicità decanta le impagabili virtù del ritrovato naturale e la clamorosa mancanza di informazioni circa la presenza di statine, unita alla tendenza al fai da te, diventa pericolosamente fuorviante per il medico chiamato a far fronte ad eventuali reazioni avverse.

In altre parole, il naturale nasconde una quantità di trabocchetti, tanto più rischiosi quanto più in materia si è ignoranti. E che per la grande maggioranza degli italiani le piante restino un mistero lo si sa da varie indagini, l'ultima dalla rivista di scienza e natura “Modus Vivendi” Una persona su tre usa più o meno abitualmente prodotti d'erboristeria, ma solo tre su dieci sanno che cos'è la fitoterapia e addirittura sedici su cento hanno fatto uso di farmaci fitoterapici senza averne idea.

L'indagine rileva una vera passione nazionale per il naturale, estratti, tisane, decotti, pillole per malesseri anche lievi come mal di testa o bruciori di stomaco. Protagonisti soprattutto i giovani, in gran parte donne con istruzione medio-alta e residenza in Centro - Nord. Niente di male, anzi, quando di mezzo c'è uno specialista. Da preoccuparsi quando la gente pretende di far di testa propria. In proposito l'equipe di Firenzuoli ha messo a punto un vademecum che parla chiaro.

Intanto spiega che la fitoterapia è una disciplina di competenza medica, non alternativa alla medicina ufficiale perché usa le piante non per sentito dire, ma su basi scientifiche. Suggerisce di chiedere sempre consiglio al medico curante, ricorda che i farmaci vegetali possono intervenire in molte patologie, anche come terapia complementare, e raccomanda di non usare erbe raccolte spontaneamente.

Quanto agli estratti, il vademecum spiega che la terapia medica ne prevede l'uso a dosi controllate, purificate e standardizzate in principi attivi. Dice che di usare con cautela i prodotti con numerose piante e di conservare comunque tutto in luoghi freschi, asciutti e protetti dalla luce. Infine mette in guardia dall'uso in gravidanza o allattamento, a meno che non si tratti di prodotti specifici o prescritti dal medico, e avverte che i prodotti naturali possono avere effetti collaterali, reazioni allergiche o interazioni con altri farmaci. L'ultimo consiglio? Chiamare, per ogni evenienza, Linea Verde Pronto Salute (0571.702451), ossia il centro di Firenzuoli, che, a scanso di equivoci, è un ambulatorio pubblico.


Fonte: Lorenzo Marchini e Catola & Partners

di T N