L'arca olearia

Non solo sputacchina, spuntano due nuovi vettori di Xylella fastidiosa

Il Neophilaenus campestris e il Philaenus italosignus possono portare Xylella fastidiosa. Diversi i rischi: Neophilaenus campestris già si ritrova negli oliveti ma con popolazione scarsa. Philaenus italosignus può però diffondere Xylella anche fuori Regione

25 gennaio 2018 | R. T.

La sputacchina non è l’unico insetto a veicolare la Xylella fastidiosa. Sono infatti state scoperte due nuove specie di vettori in grado di diffondere il batterio: il Neophilaenus campestris e il Philaenus italosignus. Lo ha rivelato il professor Donato Boscia, nel corso del suo intervento al dibattito promosso da Apol, che si è svolto a Calimera, intitolato “Una nuova olivicoltura per il Salento”.

E' confermato che la sputacchina, Philaenus spumarius, resta l'insetto vettore chiave ma si aprono nuovi scenari nel tentativo di contrasto al batterio responsabile del Disseccamento rapido dell'olivo.

Il ritrovamento delle due nuove specie di vettore della xylella, avvenuto nel Salento e nelle province di Bari e Foggia, è da attribuire a tre ricercatori che da anni si occupano della batteriosi: Maria Saponari e Vincenzo Cavalieri dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari ed Enza Dongiovanni dell’Istituto “Basile-Caramia” di Locorotondo, Bari.

Diversi i profili di rischio per i nuovi insetti vettori.

Philaenus italosignus è stato ritrovato solo in oliveti nel nord della Regione, in particolare nell'areale barese, e limitatamente ad ambienti rocciosi ed incolti o ai margini di oliveti. Non è pertanto un insetto su cui concentrare immeditamente l'attenzione.

Diverso il caso per Neophilaenus campestris, ritrovato anche nell'areale salentino. E' sicuramente meno pericoloso della sputacchina, ma solo per un aspetto, la sua popolazione è decisamente inferiore a quella di Philaenus spumarius e quindi può eventualmente contagiare un minor numero di piante.

"Queste nuove scoperte servono soprattutto per la valutazione del rischio, non solo in altri ambienti ma anche in altre regioni. Ad esempio, il “Neophilaenus campestris” stanzia poco negli oliveti, ma la sua presenza è massiccia nelle graminacee, quindi potrebbe rappresentare un rischio per le altre specie vegetali" ha ricordato Maria Saponari del Cnr di Bari.

Il ciclo biologico di questi insetti è sostanzialmente sovrapponibile a quello della sputacchina e l'unica accortezza potrebbe essere l'obbligo di anticipare la lavorazione del suolo entro la metà di aprile e non entro il 30 aprile, poichè Philaenus italosignus, da osservazioni preliminari sembrerebbe che il ciclo biologico sia leggermente più anticipato rispetto a quello del Philaenus spumarius.

Ma altri potenziali pericoli sono in agguato. Anche la cicala è un altro candidato a diventare vettore di Xylella "perché - spiega Saponari - è un insetto che si nutre dallo xylema degli ulivi. Finora, però, tutte le analisi sono state negative, ma noi continuiamo a monitorarlo".

 

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