Salute
Niente più gesso. Per riparare un osso basterà un'iniezione
L’Imcb-Cnr di Napoli e Finceramica, spin-off dell’Istec-Cnr di Faenza, hanno brevettato un materiale composito iniettabile, utilizzabile per il trattamento delle fratture e delle patologie del sistema scheletrico
06 marzo 2010 | C. S.
Perfezionato dallâIstituto per i materiali compositi e biomedici del Consiglio nazionale delle ricerche (Imcb-Cnr) di Napoli un nuovo materiale composito, utilizzabile come sostituto osseo per il trattamento delle fratture da traumi e delle patologie del sistema scheletrico, dalla perdita di sostanza ossea allâosteoporosi. Il brevetto è stato depositato con Finceramica Faenza S.p.a., società nata come spin-off dallâIstituto della scienza e tecnologia dei materiali ceramici del Cnr (Istec-Cnr) di Faenza, che si occuperà del potenziale sfruttamento industriale.
âIl dispositivo, costituito da un polimero sintetico e materiale bioceramico riassorbibile - spiega Luigi Ambrosio dellâImcb-Cnr di Napoli - è iniettabile mediante tecniche chirurgiche o vie dâaccesso anatomiche mini invasive. La solidificazione avviene in pochi minuti, compatibilmente con i tempi della chirurgia, colmando il difetto osseo e stimolando la rigenerazione. Una volta riassorbito, infatti, il materiale promuove il processo di rigenerazione del tessuto osseo, come dimostrato da studi preclinici effettuati presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, riparando così fratture che presentano tempi lunghi di recupero o riempiendo cavità dovute a interventi chirurgici particolarmente demolitiviâ.
Inoltre, specifica il ricercatore, âtale materiale si differenzia dagli attuali cementi ossei perché fornisce migliori proprietà meccaniche ed evita lo sviluppo di calore durante la fase di indurimento e i conseguenti danni ai tessuti circostantiâ. La similarità chimico-fisica con la fase minerale dell'osso, unita ad un alto grado di purezza delle materie prime impiegate, ârende questo materiale altamente biocompatibile, evitando effetti collaterali come allergie, nonché osteo-conduttivo e osteo-promozionale, cioè capace di integrarsi pienamente con il tessuto nativoâ.
Il risultato è frutto di un approccio multidisciplinare: âUnâéquipe di chimici, fisici, ingegneri, biologi, medici e chirurghi ha collaborato per realizzare un materiale biomimetico, in grado di replicare sia la composizione chimica sia lâarchitettura tridimensionale dellâosso naturale, garantendo così il ripristino strutturale del difetto e il recupero funzionale degli apparatiâ.
Il campo di applicabilità , chiarisce Ambrosio, âriguarda tutte le patologie che coinvolgono il sistema scheletrico: dalle più comuni legate al fattore età , quali osteoporosi, artrosi e artriti, alle più gravi, quali sarcomi e cisti osseeâ.
Il brevetto, del quale Finceramica S.p.a. ha ottenuto il potenziale sfruttamento industriale, ora affronterà la fase della realizzazione dei prototipi, dalle sperimentazioni pre-cliniche su soggetti umani allâindustrializzazione.