Salute

L'importanza dell'equilibrio del microbioma per far felice l'intestino

Il microbioma è il complesso di microrganismi che popola il nostro intestino e che deve essere sempre in perfetta efficienza. Avere l’intestino a posto aiuta il miglior funzionamento del sistema immunitario

07 ottobre 2019 | T N

La nutribiotica è l’alimentazione che sostiene il microbiota. Se nell’intestino ci sono pochi bifidobatteri, la dieta consigliata è ricca di alimenti come cicoria, cipolla, patate e cavoli perché contengono probiotici, sostanze non digeribili che formano il terreno di coltura idoneo a favorire la crescita di questa famiglia. Se la carenza riguarda i lattobacilli, importanti soprattutto per l’intestino tenue, sono più adatti gli alimenti fermentati. La dieta nutribiotica comprende un elenco di alimenti per la colazione, il pranzo e la cena. Avere l’intestino a posto aiuta il miglior funzionamento del sistema immunitario. Del benessere dell’intestino abbiamo parlato con la dottoressa Carla Marzetti, microbiologa, Direttore Scientifico e fondatrice del Laboratorio Analisi Valsambro di Bologna.

- Dottoressa come fa l’intestino a diventare patologico e a crearci problemi?

“Il benessere dell’intestino si prepara già durante la gravidanza: dipende, infatti, dall’alimentazione e dallo stile di vita della madre, dal suo stato immunitario e dal tipo di parto. Gran parte della colonizzazione dei microrganismi si ha attraverso il canale del parto, mentre con il taglio cesareo gran parte di microorganismi benefici va perduto. Ci sono, quindi individui che già partono con un microbiota non favorevole. L’insieme dei microorganismi intestinali si chiama microbiota. Esso comprende batteri, funghi, protozoi e virus. Il valore del microbiota è stato accertato solo di recente. L’intestino ha un’importanza fondamentale per la nostra salute ed è connesso a tutti gli altri organi del nostro corpo. Ormai centinaia di pubblicazioni lo comprovano.”

- Come facciamo a capire se l’intestino è alterato?

“Per sapere se l’intestino è alterato bisogna affrontare e indagare diversi aspetti: la composizione del microbiota; la presenza di microorganismi patogeni, un’eventuale infiammazione e lo stato della mucosa intestinale. E’ necessario dunque un quadro completo da cui trarre le dovute strategie mirate per il ripristino dell’equilibrio”.

- Può illustrarci brevemente perché i patogeni intestinali possono essere all’origine  dell’autoimmunità?

“Quest’ultimo è un argomento complesso. I meccanismi d’ azione del patogeno sono diversi: eludere la sorveglianza immunitaria, indebolirla, confondere lo stesso sistema immunitario mediante mimetismi molecolari che inducono un’azione contro sequenze cellulari simili al patogeno stesso”.

- Cos'è la sindrome dell’intestino permeabile?

“La parete intestinale è fatta di cellule che sono adese e incollate l’una all’altra: le cosidette giunzioni serrate. Quando queste, per vari motivi (infiammazione, intossicazione) si allargano, lasciano passare batteri che dall’intestino vanno in circolo e vengono trasportati in altri distretti.”

- Cosa occorre fare per riprogrammare la flora intestinale?

“Ci sono passaggi fondamentali che occorre seguire per ottenere il benessere dell’intestino. E’ necessario, infatti, eliminare i patogeni e l’infiammazione; ricolonizzare con batteri probiotici ai fini di una riprogrammazione dell’immunità.”

- Esiste una dieta amica dell’intestino?

“Certo. Si chiama nutribiotica: è un programma alimentare elaborato in base ai risultati del test “”Gut Screening”” che si esegue sulle feci e urine, ed analizza sia la parte digestiva che la parte microbiologica della flora dell'intestino.

- L’intestino influisce anche sul nostro umore e quindi sulla percezione della malattia?

“La connessione intestino–cervello è molto studiata oggi, non solo perché la serotonina (l’ormone della serenità) è prodotta in gran parte nell’intestino, ma perché alcuni metaboliti della flora anomala possono essere molto tossici e danneggiare il sistema nervoso, provocando problemi psicologici, psichiatrici o dare malattie neurologiche anche gravi.”

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