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Secondo fallimento per società che producono carne coltivata
Dopo l'israeliana Believer Meats, un altro gruppo chiude i battenti: si tratta dell'olandese Meatable. I problemi irrisolti: i costi di produzione sono ancora elevati, la scalabilità industriale è complessa e l’accettazione da parte dei consumatori non è scontata
30 dicembre 2025 | 11:00 | C. S.
La carne coltivata, detta anche carne cellulare o “cultured meat”, è un alimento ottenuto facendo crescere cellule animali in laboratorio, senza allevare e macellare l’animale. Il processo parte da poche cellule, prelevate in modo non invasivo, che vengono nutrite con un mezzo ricco di sostanze nutritive e fatte moltiplicare in bioreattori controllati. Il risultato è un tessuto simile a quello della carne tradizionale.
Esistono anche delle sfide. I costi di produzione sono ancora elevati, la scalabilità industriale è complessa e l’accettazione da parte dei consumatori non è scontata. Servono inoltre regole chiare per garantire sicurezza e trasparenza.
Dopo l'israeliana Believer Meats, un altro gruppo chiude i battenti: si tratta dell'olandese Meatable. Ad annunciarlo è Agronomics Limited, società quotata in borsa che aveva investito 7,9 milioni sterline (11,9 milioni in valore contabile) proprio in Meatable, una delle sue società in portafoglio. Tale importo verrà ora azzerato.
Secondo quanto riferito da Agronomics, il consiglio di amministrazione e gli azionisti di Meatable hanno deliberato di sciogliere l'entità legale e le società del gruppo collegate e di cessare tutte le attività operative. Per tutto il 2025, Meatable è stata soggetta "a una serie di rischi e incertezze, prevedibili e imprevedibili, che hanno avuto un impatto sulla capacità dell'azienda di attuare la propria strategia e di conseguire i risultati attesi".
In particolare, la società non è stata in grado di ottenere finanziamenti continui né dagli azionisti esistenti né da nuovi investitori. A seguito di un'attenta analisi delle opzioni strategiche, il consiglio di amministrazione e gli azionisti hanno concluso che "una liquidazione ordinata dell'attività rappresenta la soluzione più appropriata".
"Sebbene questo risultato sia deludente", commenta Jim Mellon, presidente esecutivo di Agronomics, "riteniamo che la decisione sia stata presa in modo responsabile e nel migliore interesse di tutte le parti interessate. Agronomics continua a gestire attivamente il proprio portafoglio e si concentra sul supporto del suo più ampio portafoglio di attività con un forte potenziale di crescita a lungo termine".
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