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Il mondo olivicolo spagnolo scommette su un prezzo dell’olio di oliva di 7 euro/kg
C’è ottimismo in Spagna sulla prossima campagna olearia dopo una settimana di piogge che hanno aiutato gli oliveti in asciutta. Le prospettive di una campagna da 1,3 milioni di tonnellate e oltre si fanno concrete. Ma sui prezzi?
23 settembre 2024 | T N
Anche in Spagna, come in Italia, c’è un braccio di ferro sotterraneo tra mondo industriale e mondo olivicolo, con i primi che vorrebbero un ritorno ai prezzi di tre anni fa, 3,5-4 euro/kg, e i secondi che puntano a ottenere almeno 7 euro/kg.
Le cooperative spagnola hanno paura di giochi “all’italiana” sui prezzi dell’olio, con blocchi del mercato per far abbassare le quotazioni, ma c’è fiducia poiché le scorte diminuiscono mentre la richiesta, interna e di export, rimane sostenuta.
Il prezzo di 7 euro/kg viene considerato equo dai produttori spagnoli non solo in ragione degli aumenti dei costi produttivi post guerra in Ucraina ma anche perché la Spagna, nella campagna 2022/23, ha dimostrato di saper vendere 1,15 milioni di tonnellate di olio, tra produzione e giacenze, a un prezzo medio di poco superiore ai 7 euro/kg. Non vi sarebbe dunque alcun problema di sbocco di mercato a vendere a 7 euro/kg, visto che le disponibilità mondiali, tra stock e nuova produzione, potrebbero essere equivalenti a quelle della campagna 2022/23.
Gli industriali vedono però come uno spauracchio un’altra campagna olearia a 7 euro/kg o superiore. La ragione non è nelle potenzialità commerciali ma in problemi finanziari, ovvero nella liquidità necessaria per una campagna olearia a 7 euro/kg, oltre ai relativi oneri finanziari, visto che i tassi di interessi dei prestiti liquidità a breve termine sono ancora elevati. Gli oneri finanziari riducono i già bassi margini delle imprese imbottigliatrici e le banche hanno difficoltà a erogare finanziamenti liquidità importanti a imprese che hanno marginalità molto basse. Una campagna olearia a 3,5-4 euro/kg dimezzerebbe le esigenze finanziarie degli industriali e i relativi oneri.
Diversi osservatori pensano che alla fine la mediazione sarà trovata a circa 6 euro/kg, in particolare se Tunisia e Turchia dovessero avere risultati più bassi delle attese o decidessero di contingentare l’export. Improbabile, però, che il riallineamento possa avvenire a breve.