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SOMMELIER IN GARA PER IL TITOLO EUROPEO

Per il nostro Paese si fa largo Savino Angioletti, classe 1964 e originario di Genzano di Lucania, nel Potentino. Esercita la professione al "Bottegone del vino" di Lugano, ma oltre a meritare la finale per il Trofeo Ruinart, ha vinto negli ultimi sessanta giorni altri tre importanti concorsi

31 gennaio 2004 | C. S.

Il Ticino eno-gastronomico ora può esultare a gran voce. Con l’exploit nei giorni scorsi a Milano, nell’ambito del Trofeo Ruinart, il sommelier del “Bottegone del vino” di Lugano, Savino Angioletti, è salito sul podio per la quarta volta consecutiva negli ultimi due mesi. Con un palmares di tutto rispetto, Angioletti è giunto primo al concorso per il Miglior Sommelier di Lombardia, primo al concorso per il Miglior Sommelier d’Italia, primo al concorso per il Miglior Sommelier della Svizzera, e primo, infine, alla finale del Thophée Ruinart per il titolo di “Miglior Sommelier d’Europa 2004”.

La sera delle selezioni per il titolo europeo è stata particolarmente densa di emozioni. Si è svolta nella centralissima via Tommaso Grossi, a due passi dal Duomo e dalla Scala, alla presenza di molti giornalisti e del presidente dell’Associazione della Sommellerie Internazionale Giuseppe Vaccarini e di Michele Chantome, responsabile dei concorsi della Casa di Champagne Ruinart, che ha visto ancora una volta il Canton Ticino piazzare al primo e al terzo posto due dei suoi più bravi sommeliers.

Al terzo posto si è classificato Fabio Miccoli, sommelier al Grand Hotel Villa Castagnola di Cassarate, al secondo posto Fabio Masi del ristorante “Le Cinq” di Parigi e al primo posto, appunto, Savino Angioletti, del “Bottegone” di Lugano che, applauditissimo, ha contenuto a stento l’emozione, festeggiato dagli altri concorrenti italiani. Erano otto in totale i candidati, provenienti da diverse regioni e da diverse associazioni della sommellerie italiana, tranne gli appartenenti all’Ais, l’Associazione Italiana Sommelier.

Alla selezione del finalista per l’Italia era presente tra gli altri Raffaello Bonuccelli, patron de “Il Bottegone”, già vincitore, oltretutto, del Trofeo Ruinart nel 1994. Al termine della premiazione Bonuccelli ha confessato di essere venuto a Milano con la sensazione che il suo pupillo Angioletti avrebbe fatto poker. Come poi è stato. Savino Angioletti non pensava nemmeno di vincere, dal momento che nel corso dell’esame una bottiglia di Bonarda frizzante dell’Oltrepò Pavese gli era letteralmente esplosa in mano, innaffiando anche parte dei giurati, anche se in verità ad altri concorrenti era capitata la medesima esperienza. Vino troppo caldo, forse?

“Non avevo chances di vincita. Erano troppo agguerriti e forti i più giovani. A partire da Miccoli, che ho cercato di incoraggiare sino in fondo”, ha confidato Angioletti. “Però gli anni di eterno secondo – aggiunge – mi sono serviti. Ora infatti mi sento più sicuro, più maturo. E’ l’esperienza che ho acquisito sul campo in lunghi anni di lavoro e sacrifici”. Dello stesso parere anche il presidente Vaccarini: “In effetti - dice - ha vinto chi in questi ultimi anni ha raggiunto una tranquillità e una professionalità che scaturisce solo dal continuo studio e dalla preparazione ai concorsi. Sono elementi che non si possono improvvisare. La Giurìa formata da qualificati esperti della materia è stata molto obiettiva. Ha vinto dunque chi ha fatto del mestiere di sommelier una professione ricca di umiltà, di impegno e grande pazienza”.


Fonte: Rocco Lettieri, giornalista Free Lance aderente alla Flip